I giovani designer del futuro a Pitti Uomo

Pitti Uomo è tra gli eventi più importanti e sentiti nel panorama della moda maschile e ogni anno diventa per i laureandi in fashion design delle accademie più prestigiose d’Italia un palcoscenico tra i più emozionanti.

Per il graduation show di Polimoda abbiamo visto sfilare 25 collezioni dove ogni designer ha avuto libertà di esprimere al meglio il suo stile e la propria identità, con l’opportunità di mettere in evidenza le differenze culturali tra i 18 differenti paesi d’origine.

L’obiettivo di questo debutto era infatti lasciare alle giovani promesse della moda campo libero, offrendo loro suggerimenti e consigli professionali forniti dal direttore stesso, Massimiliano Giornetti, che ha seguito la direzione artistica al fianco di Caroline Issa, CEO e Fashion Director di Tank Magazine e Mentor del corso Undergraduate in Fashion Design.

«Il tempo è necessario per creare una collezione, il tempo indispensabile per sbagliare, crescere e maturare. Questo è oggi il vero lusso nella moda. La possibilità di attendere i risultati di un lavoro preciso e delicato. Di definire l'estetica di un brand che necessita di essere riconosciuta anche senza l'ostentazione di un logo. Di tornare a siglare uno stile come i grandi creatori del passato, lontani dalla tentazione di riciclare le idee altrui. Questo per me è il valore di celebrare, attraverso Anthos, il talento degli studenti Polimoda. La libertà del pensiero creativo, puro e incontaminato. Ogni graduation show è una rinnovata emozione. La sfilata di Polimoda segna un delicato passaggio nella maturazione dei nostri studenti. Il debutto in passerella dei migliori designer rappresenta l’espressione più alta e autentica dell’estro dei giovani creativi arrivati a Firenze da tutto il mondo» afferma Massimiliano Giornetti, Direttore di Polimoda.

Le 25 collezioni portano il nome di Anna Casalini (Italia), Fernanda Castro (Perù), Siying Chen (Cina), Charles Cote (Canada), Olivia Doose (Canada), Rahel Ercolini (Etiopia), Iman Zubair Fazal (Stati Uniti), Eleonora Federico (Italia), Haigann Fevier-President (Canada), Carola Emma Gali (Italia - Regno Unito), Giorgia Giannotta (Italia), Alisa Kosiborod (Russia), Xiaodan Liao (Cina), Chia-Ying Lin (Taiwan), Giulia Mauro (Italia), Giovanna Miali (Italy), Keziah Hyacinth Ottman (Ireland), Filipe Daniel Silva Mota Cerejo (Portogallo), Abygail Nathale Smith (Giamaica), Danielle Smith (Sud Africa), Mingze Sun (Cina), Rachel Tay Za (Myanmar), Amina Vanneling (Svezia), Gabriele Venturi (Italia) e Marija Yankovich (Serbia).

Gabriele Venturi


Iman Zubair Fazal


Abygail Nathale Smith


Chia-Ying Lin


L’Istituto Marangoni ha presentato i suoi Best Fashion Designer 2023, selezionando 10 tra i suoi migliori studenti e mostrando come sono riusciti a unire la dimensione fisica con quella digitale. È proprio da questa unione che nasce il nome del fashion show di quest’anno, Я3•SET, un codice che ricorda un po’ quelli militari e allo stesso tempo riporta all’alfabeto leet della primissima era digitale, dimostrando come l’accademia sostiene e promuove il Made in Italy sfruttando e usufruendo al meglio del campo digitale.

Avvalendosi dell’intelligenza artificiale, sei maxi ledwall fanno da sfondo alle collezioni degli studenti creando effetti visivi che danzano seguendo il ritmo della musica.

«La sfilata di quest’anno è la perfetta rappresentazione della duplice essenza di Istituto Marangoni Firenze, che da un lato resta strettamente legato al territorio fiorentino e alla sua tradizione mentre dall’altro è sempre più proteso verso nuovi spazi di scoperta, tra esperienze immersive e intelligenze artificiali, per formare figure professionali che saranno indispensabili nelle aziende moda del futuro» commenta il Direttore di Istituto Marangoni Firenze, Lorenzo Tellini.

CARMINE NAPPI


VICKY CASINI


MARIARITA SORRENTINO


LORENZO LA COMMARE


IED, Istituto Europeo di Design ha deciso di realizzare un’installazione, Transitions, dove otto studenti hanno visto esposti i loro progetti, ognuno proveniente da una sede differente. Ciascun designer racconta dietro la sua ottica, tramite video, tessuti e performance, come la moda sia legata e si leghi spontaneamente all’arte, il tutto raccontato tramite una transizione, un periodo di passaggio che nasce dal sorgere di una necessità e comporta l’onere di effettuare delle scelte, a volte coraggiose altre solitarie.

«Siamo nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, nel centro storico di Firenze durante una delle settimane più aperte al mondo dell’anno. Eppure Transitions non è solo l’oggi ma una proiezione sul futuro di IED e sul modo di fare scuola di tutto il Gruppo. Transitions esprime il movimento, il cambiamento da una condizione ad un’altra. Questi passaggi sono come dei ponti, delle connessioni, ibridazioni fra discipline e linguaggi apparentemente lontani che creano il nuovo, come accade nell’incontro tra l’arte e la moda. Abbiamo scelto Lucy Orta proprio perché in lei abbiamo riconosciuto un artista e mentor in grado di contaminare ad altissimi livelli, connettere, leggere il contemporaneo e intendere la moda come un’espressione critica dell’arte» racconta Riccardo Balbo, Direttore Accademico Gruppo IED.

I progetti che danno forma a Transitions sono firmati da Gaia Invernizzi, con “Fluvoxamina” performance, di IED Milano, Marcos Escobar Aguirre con “Jano Bikoitza” video e outfit da IED Madrid, Luca Mantovani con “The Transition of Silence” performance con tessuti e materiale sonoro dall’Accademia Aldo Galli di Como, Carolina Puiggròs Figueras con “Dizygoth” capsule Collection da IED Barcelona, Michele Serra con “From Flesh to Code, A Dialogue on Transition” performance da IED Cagliari, Riccardo Lerda con “Prodigy” capsule Collection da IED Torino, Federica Borzì con “Body of Transformations, Transformations of Body” da IED Firenze e Livio Pilla con “Survive” zaino da IED Roma.

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