Moda
July 06 2021
La centesima edizione di Pitti Immagine Uomo ha chiuso le porte della storica Fortezza da Basso che dal 30 giugno al 2 luglio ha ospitato le collezioni di moda maschile per la prossima primavera estate 2022, e come di consueto arriva il momento di tirare le somme e fare un'analisi dell'andamento della manifestazione. Un rendiconto decisamente positivo, soprattutto tenendo conto dell'incertezza sulla riuscita che ha preceduto questa edizione, prematura secondo l'opinione di molti addetti del settore.
Ancora una volta Pitti Immagine ha dimostrato un'alto livello di professionalità e il coraggio di intraprendere nuove strategie dettate dall'istinto e dalla forte analisi del mercato e dei suoi protagonisti, confermandosi salone leader a livello internazionale.
Confermati gli espositori a quota 350 circa, l'affluenza ha raggiunto i 6.000 visitatori durante i 3 giorni di fiera, dei quali 4.000 solo i buyer, nazionali ed internazionali. Agli operatori italiani si sono aggiunti quelli provenienti dai paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Austria, Russia, Olanda, Portogallo), dalla Turchia e dal Canada, compresi alcuni rappresentanti dei department store americani come Neiman Marcus e Bergdorf Goodman. Il Far East, Cina, Giappone Corea, Hong Kong, al quale non è ancora permesso lo spostamento in Europa, è stato comunque presente grazie ai rappresentanti europei dei propri department store. Anche la stampa non è mancata con circa 700 presenze tra italiana ed estera. Sicuramente sono dati limitati rispetto alle edizioni pre-Covid ma decisamente significativi considerando il momento storico difficile e l'andamento dei mercati globali.
Altro dato rimarchevole che l'amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, tiene a sottolineare è che i 4 eventi (Filati, Vintage, Uomo e Bimbo) hanno significato il coinvolgimento di circa diecimila persone, valore decisamente incisivo sull'economia della città e su quella dell'indotto alberghiero e della ristorazione.
Numeri e statistiche a parte il vero successo di queste manifestazioni è stato morale, una ventata di ottimismo e di rivincita umana, un messaggio di positività per i mercati e per le aziende di tutto il mondo. Pitti Immagine Uomo 100 ha simboleggiato la rinascita, quella ripartenza che tutti aspettavamo, proprio in quella Firenze culla del Rinascimento. I meriti e i ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno partecipato, a cominciare degli espositori che malgrado fossero coscienti di affrontare un investimento a fondo perduto hanno comunque deciso di essere presenti sottolineando la voglia e la determinazione di ricostruire un sistema destabilizzato e di tornare a confrontarsi di persona.
«Un'edizione particolare, nessuno si aspettava grandi cose ma devo dire che è andata bene, oltre le aspettative» ci racconta Enrico Airoldi, General Manager di Paul & Shark, mentre secondo Claudio Marenzi (Herno) «l'atmosfera è stata fantastica. La partecipazione degli operatori è stata ridotta ma molto qualificata. Tornare a Pitti in presenza per noi era fondamentale. C'è una parte estetica che si può presentare anche digitalmente, ma per la parte tattile e per il contatto umano è fondamentale essere dal vivo».
Personalmente, in tanti anni passati a scambiare pareri e opinioni negli stand coi designer, i PR o i proprietari delle aziende, non mi era mai capitato di raccogliere solo giudizi favorevoli e testimonianze positive come in questa edizione.