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December 07 2017
Pizza, pasta e mafia. Se c'è uno stereotipo legato all'Italia di cui siamo tenacemente fieri, quello è senz'altro la pizza. La madre di tutte le passioni gastronomiche nostrane, la prima della lista dei cibi preferiti di ogni italiano (e non solo).
E ora, finalmente, è diventata patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
L'Unesco, operosa nell'identificazione e nella tutela dei patrimoni mondiali che rivestono eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale, non si occupa solo di siti archeologici, cascate mozzafiato, bellezze della natura. Dal 1997, infatti, definisce anche il patrimonio orale e immateriale dell'umanità, dalle tradizioni antiche tramandate oralmente alle danze etniche fino alle ricette che si portano dietro decenni di storia della buona tavola. Ed ecco che entra in gioco la pizza.
Dopo ennesimi tentativi caduti, dopo mesi di "battaglie" sostenute dall'Associazione verace pizza napoletana, che ha presentato la candidatura, il 6 dicembre sull'isola di Jeju, in Corea del Sud, il Comitato intergovernativo Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale si è riunito e ha deciso che l'arte dei pizzaiuoli napoletani merita il prezioso riconoscimento.
Dal 2010 la pizza è ufficialmente "Specialità tradizionale garantita della Comunità europea". E ora si è arrivati in vetta.
Ecco 5 motivi, tra il serio e il faceto, per cui la pizza merita di essere patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
"Il riconoscimento da parte dell'Unesco proteggerebbe la pizza e l'economia ad essa legata, dal fenomeno dell'italian sounding", si legge sulla petizione a sostegno della candidatura, che ha raggiunto 2 milioni di firme.
Riconoscere la pizza è un'occasione per salvaguardare il made in Italy. Una minaccia alla nostra pizza arriva tra l'altro dagli Stati Uniti, che potrebbero subentrare all'Italia candidando la loro pizza, ossia la New York Style, che ha origini nelle pizzerie aperte alla fine dell'800 da emigranti napoletani e siciliani.
Cosa c'è di più popolare e al contempo buono e confortante di una pizza? La pizza è per tutti. Per ogni portafoglio, per ogni ceto sociale, per ogni latitudine della Terra. La trovi in Guatemala come in Egitto, in Islanda come in Cina. Avvicina il ricco al povero, l'arabo all'occidentale. Piace a tutti. Unisce il mondo. Fa sentire tutti ricchi e felici.
Tutto ciò è racchiuso nella storia della pizza margherita: è la pizza più semplice che ci sia, eppure servì per onorare... Margherita di Savoia regina d'Italia.
Fare la pizza non è semplicemente un mestiere, è cultura (e un vero e proprio culto). Dietro c'è una tradizione, ci sono famiglie che da anni uniscono farina e acqua con la magia degli alchimisti, c'è il virgulto della cucina napoletana e della storia italiana.
Dietro all'arte dei pizzaiuoli "c'è una grande sensibilità, c'è una capacità universale, c'è maestria, c'è abilità nella semplicità", ha detto all'Ansa Gino Sorbillo, terza generazione di pizzaiuoli, che ha aperto da poco la sua seconda pizzeria a New York. "Dietro ogni pizza, in ogni angolo del mondo c'è lo zampino napoletano".
Partita probabilmente da Gaeta a inizio Novecento, la pizza ne ha fatta di strada. Ha conquistato il mondo. E non solo la Terra, anche lo spazio. In orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale, l'astronauta italiano Paolo Nespoli è stato preso da una crisi di astinenza da pizza e... ecco che il direttore della missione Kirk Shireman ha offerto pizza per tutti. Tranci di pizza che navigano meravigliosamente senza gravità. L'unica cosa da fare? Aprire la bocca e addentare!
Se l'arte dei pizzaiuoli napoletani diventerà patrimonio dell'umanità, sarà l'occasione per festeggiare nel modo migliore che c'è: pizza per tutti! Pizza con gli amici, pizza con gli zii, pizza in famiglia, pizza express in solitudine davanti alla tv, pizza, pizza, pizza.