L'Italia riceve la quarta rata del Pnrr. Il governo vince, l'opposizione rosica

La tifoseria in politica funziona esattamente come nel calcio. Ognuno ha il proprio partito o squadra del cuore e quando i nostri vincono si festeggia. ma spesso si festeggia ancora di più quando la squadra nemica odiata perde. Insomma, vedere gli altri perdere spesso dà soddisfazioni migliori di un successo proprio. Come nel calcio, uguale uguale. Ieri sera ad esempio i tifosi dell’Inter hanno gioito per la sconfitta casalinga in Champions League del Milan. Se invece i rossoneri avessero vinto i nerazzurri avrebbero ingoiato il rospo o, per dirla meglio, rosicato. Ecco, rosicare.

È questo il verbo perfetto per raccontare lo stato d’animo delle opposizioni ieri dopo che dall’Europa sono arrivate buone notizie e soldi, tanti soldi, legati al Pnrr. L’Italia infatti ha ricevuto la quarta rata dei fondi previsti da Bruxelles, unico paese di tutta la Ue arrivata a questo punto; ci siamo arrivati nei tempi previsti e, tanto per fare un esempio, c’è chi va molto ma molto più piano di noi. La Germania è ferma solo alla prima rata, noi siamo tre passi avanti.

La notizia del quarto «bonifico» da Bruxelles è arrivata pochi giorni dopo l’altra buona notizia legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cioè che l’Europa ha accettato le richieste di modifica proposta dal governo. Ed anche questo via libera al «nuovo Pnrr» era data dall’opposizione come impossibile, oltre che sbagliato e dannoso. Ed invece la commissione li ha smentiti e sbugiardati. E si rosica.

Il Pnrr per l’opposizione è sempre stato il vero muro su cui il governo Meloni si sarebbe schiantato. Sul web ci sono centinaia di dichiarazioni di big del Pd e del M5S che preannunciavano il disastro. Qui ad esempio potrete riascoltare un intervento in Parlamento di Elly Schlein che, testuale, attaccava l’esecutivo per la «resa sul Pnrr». Resa. Erano parole di 7 mesi fa.

Meloni, il ministro Fitto, tutto il consiglio dei ministri ed i partiti della maggioranza invece non si sono arresi, fermati, anzi. Si è andati avanti a testa bassa forti di una considerazione e di un peso politico internazionale molto superiore a quello a cui si pensava un anno fa. Il lavoro sul Piano non è finito, anzi. Siamo ancora agli inizi ma la sensazione è che comunque vada non sarà la solita cosa fatta «all’italiana» (come ad esempio sta succedendo alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026) con il solito miracolo riparatore dell’ultimo minuto e la polvere nascosta sotto il tappeto. No; questo Piano è troppo importante per non avere le attenzioni e l’impegno del governo che meritano, per tutti: maggioranza ed opposizione.

Oggi però qualcuno festeggia e qualcun altro rosica.

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