A Pontida si rafforza l’asse Lega-Orbán. Salvini: «La manovra? Paghino i banchieri»

«Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri. Il nostro obiettivo è abbassare le tasse alle partite Iva e aumentare gli stipendi ai lavoratori». Dal palco di Pontida, il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini rimette ordine, il suo, circa le priorità della manovra, oggetto di dibattito interno al governo dopo l’intervista che il ministro dell’Economia leghista Giancarlo Giorgetti ha rilasciato a Bloomberg nei giorni scorsi. Banchieri citati anche dal capo del Mef che chiarisce: «Oggi il ministro dell’Economia non è un banchiere, è un figlio di un pescatore e di un’operaia tessile. So distinguere chi può fare sacrifici e chi non li può fare». Così prova a fugare i dubbi di questi giorni di tensione nella maggioranza in attesa del termine per inviare il documento programmatico di bilancio, che anticipa la manovra vera e propria. «Passo per essere quello famoso che vuole aumentare le tasse ma ho semplicemente risposto a una domanda su un’eventuale tassazione sulle banche. Ribadisco che a mio giudizio i sacrifici li devono fare tutti. Lo dice anche l’articolo 53 della Costituzione: in base a chi ha più capacità contributiva». Tradotto: «È giusto che i sacrifici li faccia chi ha le possibilità per farli». E ancora rivolgendosi alla folla di Pontida: «State tranquilli e sereni, chi è pratico di Pontida, sa che noi siamo dalla parte della gente che lavora, che produce e che fa sacrifici». Sul tema interviene anche Federico Freni, sottosegretario al Mef, anche lui leghista: «Chi farà i sacrifici? Tutti. Senza bisogno di mettere nuove tasse per nessuno».

Il tema degli extraprofitti delle banche continua quindi a dividere sempre più la finanza italiana, tra Nord e Roma, ma anche la stessa maggioranza perché l’altro vicepremier, Antonio Tajani, la pensa diversamente: «Un concetto extraterrestre, una cosa da cultura sovietica», aveva detto il forzista circa l’ipotesi di tassare le banche. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, già inviso e fischiato dal popolo di Pontida più che altro per la proposta sulla revisione della legge sulla cittadinanza, una proposta ora ribattezzata ius Italiae, ha spiegato che questa sugli istituti di credito è una linea che il suo partito ha sempre tenuto d’altronde «le Pmi hanno bisogno della liquidità delle banche».

La giornata si è aperta con gli interventi di Luca Zaia, Attilio Fontana e Roberto Calderoli festeggiando il via libera alla legge sull’autonomia e annunciando che la prossima battaglia sarà quella del federalismo fiscale. Raduno che però è servito anche a riunire il mondo delle destre europee e oltre. I leader dei Patrioti si sono alternati sul palco e ognuno di loro ha colto l’occasione per mandare messaggi di solidarietà a Salvini per la vicenda di Open arms, per la quale il segretario della Lega ha detto che varcherebbe «le porte di quel carcere a testa alta. Possono arrestare una persona che ha difeso l’Italia e gli italiani, non possono fermare la santa alleanza dei popoli europei che oggi nasce da Pontida». Il premier ungherese Viktor Orbán, durante il suo intervento dal palco, ha detto che l’ex ministro dell’Interno dovrebbe ricevere «un’onorificenza» per aver difeso i confini nazionali e non merita di subire dei procedimenti penali, anche perché agendo così intendeva difendere anche «i confini europei» e che la sinistra e tutta l’Europa dovrebbero vergognarsi per questo. Poi ha aggiunto che se continuerà l’immigrazione irregolare «noi da Budapest i migranti li porteremo a Bruxelles e li deponiamo davanti agli uffici di Bruxelles. Se vogliono quei migranti che se li tengano!». Gli ha fatto eco l’olandese Geert Wilders, fondatore del Partito per la Libertà che rivolgendosi al segretario del Carroccio ha detto: «Quando sarai in tribunale, sarai il nostro eroe». E poi André Ventura di Chega, movimento della destra portoghese, ha sottolineato: «Noi soffriamo l’invasione massiccia dei migranti. Abbiamo bisogno di più Matteo Salvini in tutta l’Europa». Sul palco anche Marlene Svazek, vicepresidente dell’Fpo austriaco, fresco vincitore delle elezioni, e il portavoce degli spagnoli di Vox. Messaggio video da Jordan Bardella, del Rassemblement national, assente perché impegnato assieme a Marine Le Pen in un altro evento in Francia. Elogi a Salvini pure dall’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, anche lui intervenuto con un video messaggio.


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