Economia
February 19 2015
Una persona su 3 è a rischio povertà nei 7 Paesi "deboli" della Ue (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania e Cipro): i dati del rapporto di Caritas Europa sull'impatto della crisi non lasciano dubbi. A fronte del rischio povertà o esclusione sociale del 24,5% nella Ue a 28, nei 7 Paesi è al 31% (28,4% in Italia, oltre 1 su 4).
In tema di povertà e di esclusione sociale, Caritas evidenzia "un'Europa a due velocità": alla fine del 2013 il 24,5% della popolazione europea (122,6 milioni di persone, un quarto del totale) era a rischio di povertà o esclusione sociale, 1,8 milioni in meno rispetto al 2012. Nei sette Paesi considerati più vulnerabili a seguito della crisi lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione.
L'Italia si posiziona su valori intermedi (28,4%), mentre il valore più elevato si registra in Romania (40,4%). Dal 2012 al 2013 la povertà "assoluta" è diminuita di poco: dal 9,9 al 9,6% della popolazione nell'Ue a 28 Stati. Tra i Paesi deboli, il fenomeno è "allarmante" (14,9% nel 2013) - sottolinea il Rapporto della Caritas - con punte massime in Romania (28,5%) e in Grecia (20,3%). In Italia la "deprivazione materiale grave" colpisce il 12,4% della popolazione. Il numero di persone che vive in famiglie quasi totalmente prive di lavoro è aumentato in tutti i sette Paesi europei considerati dal Rapporto di Caritas: erano il 12,3% nel 2012 e sono diventate il 13,5% nel 2013 In Italia sono oltre 10 milioni le persone in condizioni di povertà relativa, che presentano una spesa per consumi inferiore alla soglia di riferimento. Si tratta del 16,6% della popolazione. La povertà assoluta, che non consente di avere standard di vita accettabili, coinvolge invece il 7,9% delle famiglie, per un totale di circa 6 milioni di cittadini. Lo ricorda l'Istat nel rapporto "Noi Italia".