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December 14 2012
" L'Europa è la terra della ribellione, della critica e dell'attività riformatrice." Parola di Thomas Mann ne 'La montagna incantata'.
Infatti quello che è avvenuto ieri a Bruxelles è una vera e propria ribellione o rappresaglia, a seconda dei punti di vista, nei confronti di Silvio Berlusconi.
Il palcoscenico è quello dell'Accademie Royale dove si svolge la riunione dei capi del PPE. Al tavolo ci sono Frau Merkel, Barroso, Junker, Rajoy e altri notabili del partito. Silvio Berlusconi sa che deve affrontare il fuoco amico del suo stesso gruppo parlamentare in Europa guidato dal cattolico frondista Mario Mauro. Il contesto non è dei migliori, ma mai il Cavaliere si sarebbe aspettato di doversi trovare nello stesso posto fianco a fianco con Mario Monti osannato come "il Salvatore".
Wilfred Martens, presidente del PPE, non usa il solito linguaggio democristiano e affonda: "Mario Monti deve continuare la sua azione, e' essenziale per l'Italia e l'Europa. Se sparisse sarebbe una perdita" ; l'olandese Rutte e' ancora più esplicito: "e' chiaro che il PPE supporta Monti e non Berlusconi". Poi Jean-Claude Junker, presidente dell'Eurogruppo "esprimo un grande sostegno per l'azione di governo promossa in questi mesi dal premier Mario Monti " Se a questo coro di critiche aggiungiamo pure i bombardamenti della Stampa Estera, l'assedio si fa sempre più pressante.
Lo Spiegel azzanna "il prezzo del ritorno in politica di Berlusconi non lo pagano solo gli italiani", the economist tifa " Corri, Mario, corri" siamo davvero sicuri che questo clima di miele attorno a super Mario sia utile per l'Italia?
Di fatto, il pressing in corso in Europa contro Silvio Berlusconi commissaria definitivamente il nostro Paese e prepara il Monti-bis. Ma i nemici del Cavaliere non siedono solo nella "perfida Europa" ma sono nel suo stesso partito. Ad organizzare il blitz con tutti gli onori di Monti al vertice PPE e' stato, tra gli altri Mario Mauro il capo delegazione del Pdl. Domenica a Roma la fronda continua con Giorgia Meloni che lancerà il suo movimento con Crosetto, poi Mercoledì a Milano nuovo appuntamento con i montiani pediellini (Maurizio Lupi in testa), insomma la rottura e' alle porte e non per il pressing europeo. Non sarà la Merkel a far desistere Berlusconi dal candidarsi, ma i suoi stessi ex fedelissimi.