Lifestyle
November 28 2014
Perderemo giusto un minuto nell'esercizio di compiangere Cesare Prandelli, ex ct della nazionale italiana, ex allenatore del Galatasaray e ora ufficialmente ex tecnico in carriera. Lui e il suo 2014 descritto ovunque come una sciagura. Di sicuro Prandelli ha avuto meno colpe nel fallimento dell'avventura in Turchia di quante gliene possano essere addebitate per il disastroso Mondiale brasiliano: promesse mancate, ambiente schizofrenico, fine del budget e dei sogni. Quindi ci iscriviamo anche noi all'elenco dei dolenti per le sorti di Cesare che ora potrà godersi un po' di meritato riposo e progettare il ritorno in grande stile.
Essendo di natura un po' diffidenti e maliziosi, però, eviteremo di spargere fiumi di lacrime e, soprattutto, di associare le sfortune del sopracitato ai veri anni neri che la vita riserva a tutti. In fondo il prossimo 31 dicembre allo scoccare della mezzanotte, Prandelli potrà guardarsi indietro e scoprirà di avere intascato più o meno 4,3 milioni di euro per il suo (sfortunato) lavoro e di esserne costati 12.946 ogni singolo giorno, sabato domenica e festivi compresi. Potrà ripensare con dolore al colpo di testa di Godin o alla notte fatale di Bruxelles e ragionare sul fatto che ciascuna delle 7 (sette) vittorie raccolte in un anno tra Italia e Galatasaray è stata pagata dai suoi datori di lavoro la miseria di 621.428 euro.
Uno sfigato di successo, insomma, come solo il mondo del calcio è in grado di concepire. A Cesare e al suo staff i migliori auguri per un 2015 meno tormentato e più ricco di soddisfazioni (che di soldi pare difficile). Noi il suo 2014 lo ricorderemo con le parole pronunciate sbarcando a Istanbul due settimane dopo la vergogna Mondiale: "Io e il presidente ci siamo guardati negli occhi e mi ha detto di voler raggiungere la quarta stella. Qui c'è un progetto, voglia di vincere e di lavorare". Alla prossima.