Economia
November 26 2014
È di oggi la sentenza di condanna della Corte di giustizia Europea sulla non legittimità del regime dei precari nelle scuole italiane: devono essere assunti.
Ecco il testo della sentenza: «La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell'Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato».
Leggi anche: la riforma della scuola
Prima di vedere nel concreto le linee-guida contenute nella annunciata riforma del premier Matteo Renzi e del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, una cosa resta certa. Il precariato nella scuola è un fenomeno di lunga data, ben difficile da sconfiggere con un provvedimento che, per le nuove assunzioni, stanzierà una somma di appena 1,5 miliardi di euro (sempre secondo le ipotesi che circolano in questi giorni). I docenti italiani che non hanno un inquadramento stabile sono infatti molti di più di quelli che il governo intende assumere. Si tratta di almeno mezzo milione di nostri connazionali, secondo i dati diffusi più volte dallo stesso ministero dell'Istruzione. Ecco, più nel dettaglio, la mappa del precariato scolastico.
Leggi anche: scuola, cosa vogliono i genitori
Tra le centomila persone che il governo intende stabilizzare dovrebbero rientrare circa 9mila vincitori dell'ultimo “concorsone” per l'insegnamento, che si è svolto in Italia nel 2012. A questi docenti ancora in attesa di un posto, si aggiungeranno probabilmente decine di migliaia di professori che fanno parte delle graduatorie a esaurimento (Gae). Si tratta di personale abilitato a insegnare, che da anni aspetta senza successo di avere un impiego a tempo indeterminato. Dal 2008, le graduatorie a esaurimento sono bloccate e non possono includere più nuovi nominativi. Gli elenchi sono quindi destinati ad assottigliarsi, man mano che verranno effettuate nuove assunzioni. Con la riforma del governo Renzi, le Gae subiranno di sicuro un notevole dimagrimento, anche se non scompariranno del tutto. Il numero di docenti inclusi in queste graduatorie, infatti, supera attualmente le 150mila unità.
Leggi anche: cosa cambia per gli statali
Non va dimenticato, poi, che l'esercito dei precari della scuola comprende circa 450mila insegnanti inclusi nelle graduatorie di istituto (Gi), che le scuole tengono a disposizione per lo svolgimento di supplenze annuali. Proprio riguardo alle supplenze, il ministro Giannini ha mostrato l'intenzione di eliminarle del tutto, anche se non è ancora ben chiaro come ci riuscirà. Nella folta schiera dei precari della scuola ci sono poi anche altri 10mila docenti che hanno ottenuto l'abilitazione all'insegnamento attraverso dei particolari corsi di preparazione che si chiamano Tirocini Formativi Attivi (Fa). Infine, non vanno dimenticati i 70mila professori italiani che hanno seguito i Percorsi Abilitanti Speciali (Pas), un'altra categoria di corsi di abilitazione all'insegnamento, previsti dalle normative del ministero. A grandi linee, il numero di insegnanti e ausiliari senza un impiego stabile è calcolato nell'ordine di circa 500mila unità. Si tratta però di una stima approssimativa perché molti docenti presenti in alcune graduatorie (come la Gae), sono inclusi anche in altre (come le Gi). A parte i dettagli, però, una cosa è innegabile: il fenomeno del precariato della scuola va ben aldilà delle 100mila assunzioni promesse dal governo.
Leggi anche: la riforma della Pa