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January 22 2015
Che il Patto del Nazareno, di cui si è celebrato il primo anniversario lo scorso 18 gennaio, prevedesse il nome del nuovo Presidente della Repubblica, è ormai un dato più che acquisito. Che il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nell’incontro del 20 gennaio (a un anno esatto dall’inizio del loro asse) abbiano parlato di Quirinale, è un altro dato più che acquisito, nonostante le simpatiche smentite dei fedelissimi.
A questo punto rimane la domanda delle domande: su quale nome, il duo Renzi/Berlusconi, ha deciso di puntare tutte le loro fiches in vista della decisiva partita del Quirinale e che coinciderà con la quarta votazione dove sarà necessaria la maggioranza assoluta (505 voti)?
Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica?
Giovedì 29 gennaio è prevista la votazione alle 15, venerdì 30 ne sono previste due, una al mattino e una nel pomeriggio e sabato, mattina o pomeriggio lo deciderà la presidente della Camera, Laura Boldrini, con i capigruppo, arriverà lo showdown. A quel punto ai Grandi Elettori di Pd e Forza Italia è molto probabile che verrà comunicato, tramite sms o whatsapp, il nome di Luciano Violante.
Già, il nome su cui i due leader hanno trovato immediatamente l’accordo è proprio quello dell’ex magistrato ed ex presidente della Camera che il 10 maggio 1996, in occasione del discorso di insediamento a Montecitorio, chiese una riflessione sulle motivazioni che portarono molti giovani a scegliere la Repubblica di Salò dopo l’armistizio dell’8 settembre. Quindi il nome giusto per quella riappacificazione che in tanti invocano ormai da tempo.
Lo scorso 16 gennaio, in un’intervista al Corriere della Sera, lo stesso Violante ha dichiarato di non sapere se l'intesa già esiste e le dichiarazioni pubbliche siano soltanto cortine fumogene; oppure se ci sono lavori in corso. Tuttavia, ha aggiunto che in tutte le condizioni politicamente delicate si manifesta una divaricazione fra mezzi di comunicazione e verità. Potrebbero essere in corso procedure d'intesa non note.
Oltre a non essere sgradito al centro destra, il nome di Luciano Violante è stato sicuramente suggerito dall’ex Presidente Giorgio Napolitano che, ricordiamo, alla fine del primo mandato, lo nominò nel gruppo dei saggi che avrebbe dovuto studiare i rimedi economici e istituzionali per il Paese. Anche Enrico Letta, Presidente del Consiglio voluto da Napolitano, un paio di mesi dopo confermò Violante nell’incarico per le riforme costituzionali. Da ultimo, è stato sacrificato nell’autunno scorso sull’altare della Corte Costituzionale nell’interminabile sequela di votazioni che lo costrinsero poi a un passo indietro in nome della ragion di Stato.
A questo punto rimane da vedere come i malpancisti e i ribelli a giorni alterni del Partito democratico reagiranno al diktat del loro segretario, considerato che Violante non può essere considerato un nome di destra dal momento che era nel Pci di Berlinguer e, dopo la Presidenza della Camera, assunse il ruolo di Capogruppo dei deputati diessini.
Da ultimo rimane la cosiddetta variabile impazzita dei franchi tiratori che continua a crescere ogni giorno di più e che è composta soprattutto dai numerosi peones democratici insofferenti e stanchi perché in tutto questo non sono stati per nulla considerati dai vertici del partito.