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January 29 2015
È risultato Ferdinando Imposimato il più votato alle Quirinarie del M5s, con il 32% dei voti. Secondo Romano Prodi con il 20%, terzo Nino Di Matteo con il 13%. Ferdinando Imposimato, annuncia il blog di Grillo dove si è svolta la consultazione, sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Sul blog si ribadisce tuttavia che "in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoversi con una votazione lampo sul blog".
Nella rosa delle Quirinarie grilline erano stati indicati nove nomi (erano 10 prima che la costituzionalista Lorenza Carlassare si sfilasse), quattro magistrati e due esponenti di spicco del centrosinistra. Assente invece quello di Stefano Rodotà. Ecco chi erano:
Il vincitore: Ferdinando Imposimato.
Ex magistrato protagonista di numerose indagini sul terrorismo. Da sempre vicino al Movimento, fu indicato nella rosa anche delle Quirinarie del 2013 quando disse di accettare "con entusiasmo la candidatura a presidente della Repubblica".
Romano Prodi.
Già presente nella lista delle Quirinarie del 2013, è stato inserito dopo essere stato proposto dalla minoranza Pd in risposta all'appello di Grillo e Casaleggio. Anche se il suo nome ha ricevuto un coro di no dall'assemblea dei grillini, di fatto è quello più strategico in chiave anti-Nazareno. Se nelle prime tre votazione raccogliesse un numero consistente di preferenze (tra grillini, Sel, pezzi del Pd e anche di Forza Italia) i piani di Matteo Renzi andrebbero all'aria. A quel punto infatti il premier sarebbe costretto a scegliere tra far saltare il patto con Berlusconi votando per il professore o spaccare il Pd non votandolo.
Pier Luigi Bersani.
E' stato suggerito dal membro del direttorio Alessandro Di Battista che tuttavia non è detto che lo voti anche se è uno dei pochi nel Pd che mai farebbe un'alleanza con Silvio Berlusconi. Anche in questo caso la scelta sembra più il frutto di un calcolo politico (mettere in difficoltà Renzi) che della stima e considerazione nei confronti dell'ex segretario dem al quale i grillini sbatterono la porta in faccia quando, dopo la non-vittoria alle politiche del 2013, cercò il loro appoggio per formare il governo. “Chissà se da capo dello Stato non possa mantenere la schiena dritta” ha risposto Di Battista a chi domandava come fosse possibile che il M5S candidi a presidente della Repubblica chi non aveva voluto come presidente del Consiglio.
Raffaele Cantone.
Magistrato voluto da Renzi come presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Già nominato dall'ex premier Enrico Letta componente della task force per l'elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata. E' un non politico e apprezzato soprattutto in quanto tale.
Nino Di Matteo.
E' il Pm dell'inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia, molto apprezzato dagli attivisti grillini, si è detto “onorato di far parte della lista”. La sua scelta è stata spiegata come "coerente" con la storia e i principi del Movimento. E' uno dei favoriti.
Elio Lannutti.
Presidente dell'associazione di consumantori Adusbef, ex senatore dell'Italia dei Valori e da sempre vicino al Movimento con cui, anche da parlamentare, ha condiviso molte battaglie. Si è detto "sorpreso e onorato" della candidatura.
Paolo Maddalena.
Ex giudice della Consulta. Da magistrato si è occupato soprattutto di temi ambientali. Da sempre vicino al Movimento di Beppe Grillo.
Salvatore Settis.
Archeologo e storico dell'arte impegnato da sempre nella difesa del paesaggio e contro la cementificazione. Molti attivisti che stanno partecipando alla votazione on line, hanno scritto sul blog di aver votato per lui.
Gustavo Zagrebelsky.
Costituzionalista già inserito nella rosa nel 2013. E' uno dei nomi preferiti sia tra i parlamentari che nella base grillina.