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September 13 2018
Bocciato e ripescato. A meno di ripensamenti dell’ultimora sarà Marcello Foail presidente della nuova Rai, impantanata da oltre un mese, quando proprio Foa, il candidato scelto dalla Lega e nominato dal cda Rai, non raggiunse il quorum previsto in commissione di Vigilanza.
Alla vigilia di un annunciato accordo politico di massima tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, la Lega e M5s hanno presentato in Commissione di Vigilanza una risoluzione: sostiene che il cda può procedere alla votazione di un nuovo presidente senza alcuna limitazione.
Tradotto: i consiglieri possono rivotare Foa, nonostante la precedente bocciatura in Commissione di Vigilanza. La risoluzione, che sarà votata il 19 settembre, punta a tranquillizzare i consiglieri, indebolendo il parere legale raccolto dai capigruppo Pd di Camera e Senato che esclude la possibilità di ripresentare un candidato già respinto in Vigilanza, e a rimettere quindi in moto la nuova Rai.
Se, quindi, dopo la nuova votazione del presidente da parte del Cda stavolta in Vigilanza arriveranno i voti decisivi di Forza Italia ("preferirei un altro candidato, ma le vie del Signore sono infinite" ha detto Maurizo Gasparri) Foa, messo alla porta a inizio agosto, rientrerà dalla finestra.
Ma se, come si evince dalla raffica di comunicati partiti dopo la risoluzione della maggioranza, l' elezione di Foa sarà accompagnata da un pasticciaccio giuridico, con un’eventuale sospensiva del Tar, la manovra rischia di acuire lo stallo in cui versa la nuova Rai gialloverde.
Rallentando il riempimento delle casella vuote (la direzione di Raisport, quella del Gr e, dal primo ottobre quella della TgR) nonché le nomine dei nuovi direttori del Tg e delle reti e la partenza del nuovo piano editoriale.
"Il presidente della Vigilanza Barachini ha in mano ben due pareri legali che escludono categoricamente l’ipotesi che la commissione possa votare nuovamente Foa: farebbe bene a smentire le dichiarazioni dei commissari della Lega, che affermano il contrario" ha dichiarato il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai, Davide Faraone.
La deputata dem Carla Cantone da parte sua ha provveduto a impaurire i consiglieri di amministrazione Rai che, sostiene, "potrebbero essere chiamati a rispondere personalmente ed economicamente di fronte alla magistratura contabile e ordinaria Quanto meno dovranno pagare gli avvocati per difendersi". Il deputato Pd Michele Anzaldi, da parte sua, annuncia "un esposto al Tar, uno al Tribunale civile e penale e uno al Tribunale delle imprese".
Dichiarazioni di guerra che non spaventano affatto Gianluigi Paragone, capogruppo M5s in Commissione di Vigilanza. E’ convinto che "l’unica forzatura politica verso il cda della Rai a cui si assiste in queste ore è quella portata avanti dal Pd. Il Cda è libero di votare qualsiasi presidente tra i suoi consiglieri di amministrazione, nessuno escluso, e noi siamo in attesa di questa scelta".
Paragone chiarisce che nella legge scritta e viotata dal Pd "il principio secondo cui un presidente già votato non possa essere riproposto non compare da nessuna parte. Se volevano potevano scriverlo, metterlo nero su bianco, altrimenti si parla solo di interpretazioni e ognuno ha la sua. Dire che Foa non è riproponibile è fare una forzatura bella e buona".