La pressione fiscale scende al 37%, ma peggiora il deficit: gli ultimi numeri sui conti dell'Italia

Nel primo trimestre del 2023, l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche (AP)in rapporto al PIL ha mostrato un peggioramento rispetto allo stesso trimestre del 2022 (-12,1% da -11,3%) per la minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale. È quanto emerso dall’osservatorio trimestrale dell’Istat, secondo cui il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul PIL del -8,8% (-7,6% nel primo trimestre del 2022). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul PIL del -6,0% (-5,9% nel primo trimestre del 2022).

La pressione fiscale è stata pari al 37%, in riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo trimestre 2023, il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato del 3,2% in termini nominali e del 3,1% in termini reali, risentendo in misura marginale dell’aumento dei prezzi (+0,1% l’aumento del deflatore implicito dei consumi delle famiglie). La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 7,6%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita della spesa per consumi finali (+0,6%) più contenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile (+3,2%).


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