Prima di lunedì: è caccia all’uovo - La recensione
Che ci fa un grosso uovo di pasqua, carta gialla e fiocco, in giro per l’Italia fuori stagione? Lo sa bene solo l’estroso Carlito (Vincenzo Salemme), ricco napoletano, collezionista-trafugatore di opere d’arte e oggetti rari, esterofobo e nazionalista, che del suo trafficare inesausto ha fatto una filosofia e una ragione di vita oltre che di portafogli. In verità quella sagoma pasquale ne richiama un’altra, ben più preziosa: un uovo di dinosauro che Carlito, in veste di contrabbandiere di lusso, vuol vendere a un facoltoso giapponese dovendosi però difendere da una banda concorrente che glie lo vuole carpire per smerciarlo a sua volta alla mafia russa.
Un debito col trafficante
Prima di lunedì (uscita in sala 22 settembre), opera terza di Massimo Cappelli dopo Il giorno + bello e Non c’è 2 senza te, si propone con questo intrico per raccontare il viaggio ipotetico in auto da Torino a Napoli dei due amici malcapitati Marco e Andrea (Fabio Troiano e Andre De Maria) i quali, per saldare il loro debito col “boss” cui hanno mezzo distrutto una delle sue vecchie “500” da collezione, diventano suoi corrieri-civetta recando a bordo un vero, grosso e ben confezionato uovo di cioccolato per dirottare su quello le attenzioni dell’altra banda: che difatti subito glie lo ruba immaginando che sia quello preistorico.
Fidanzata a sorpresa
Di qui il tourbillon d’inseguimenti che coinvolge due ulteriori compagne di viaggio (“ipotetico” perché in verità non decolla da Torino) di Marco e Andrea: Penelope (Martina Stella), ex fidanzata di Marco e sorella di Andrea in procinto di sposarsi con un altro ma forse ancora innamorata del suo ex; e Chanel (Sandra Milo), arrivata dalla Francia come fidanzata via internet di Andrea il quale, a sua volta, si aspettava la giovane bionda e bella sirena vista nelle foto che Chanel, invece, aveva messo ad arte per imbrogliarlo.
Una proposta garbata
Insomma tutti a caccia di tutti, tra uova antiche e moderne, cuori in cerca di calore e truffatori dietro l’angolo nel festival dei furbi e degli ingenui dove gli esiti sono più o meno scontati. Non senza, però, qualche passaggio sàpido nei climi a metà tra le commedia e la farsa che la regia governa convenientemente, disciplinandone le diverse componenti. Tuttavia, se da una parte i dispositivi di genere restano quelli abituali nel progredire della sceneggiatura e di certi suoi inevitabili viluppi (le leggi della commedia non si possono sempre aggirare impunemente), dall’altra parte i modi narrativi del film e un certo suo gusto dell’improbabile stazionano nei paraggi di una proposta non originalissima ma assai garbata, affabile e sufficientemente brillante.
L’attrazione è "francese"
In quello che potrebbe ombreggiare un vago e magari accidentale ritratto parodistico delle spy-story spicca una recitazione collettiva di sicura intraprendenza. Se Vincenzo Salemme, seguendo la sua vena migliore, è arguto, arzillo e colorato nella parte di Carlito, vero maître à penser dell’intrallazzo, la luce della sorpresa e dell’euforia espressiva s’accende su Sandra Milo, una Chanel dal perfetto idioma franco-italiano, spiritosa, stravagante, svagata, autoironica e furbacchiona. Insomma un’attrazione. Che comunque non fa ombra agli altri bravi attori, Fabio Troiano, Martina Stella e Andrea De Maria, nitidi e attenti nel tratto dei loro personaggi.
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