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December 22 2015
49 anni, genovese, madre di tre figli, sposata con Francesco Tundo, un professore di diritto tributario dell'Università di Bologna, Francesca Balzani, dal luglio 2015 vicesindaco di Milano, è il candidato su cui punta Giuliano Pisapia alle primarie del centrosinistra calendarizzate per il prossimo 7 febbraio. Ancora troppo poco conosciuta a Milano per poter competere con un pezzo da novanta come Giuseppe Sala, Balzani ha comunque un profilo più civico che politico che potrebbe affascinare anche un pezzo della borghesia meneghina, decisiva nel 2011 quando i milanesi furono chiamati a scegliere tra Pisapia e l'ex sindaco Letizia Moratti.
Formatasi in uno degli studi tributari più noti del nostro Paese, quello fondato da Victor Uckmar, Balzani assunse per la prima volta agli onori della cronaca nel 2005 quando, insieme alla collega Sara Armella, scoprì che in un disegno di legge dell'allora governo Berlusconi c'era un passaggio nella quart'ultima pagina che nascondeva un regalo diretto alla Chiesa cattolica e ad associazioni e fondazioni che operavano anche con fini di lucro. Una scoperta che, qualxche tempo dopo, la catapultò in un mondo, quello della politica, che non era mai stato suo fino ad allora. Di sinistra lo era sempre stata, ma senza tessere di partito in tasca.
La prima svolta avviene nel 2007, quando l'allora sindaco di Genova Marta Vincenzi le chiede di partecipare alla sua Giunta quale Assessore al Bilancio. Una nomina tecnica, non di partito, a partire dalla quale questa donna dai modi estremamente garbati, ma non per questo remissiva, ha ricoperto tutta una serie di incarichi politici. Eletta parlamentare europeo nel collegio Nord Ovest con il record di 45.298 preferenze riesce a sconfiggere persino Franco Bonanini, l'ex ràs Pd del Parco delle Cinque terre che il partito aveva messo in lista prima di lei. Un successo, anche personale, cui seguiranno altri prestigiosi incarici, a livello internazionale, come responsabile del bilancio 2010 per Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) al parlamento europeo, o come rappresentante dell'europarlamento nei negoziati con la Commissione europea per definire il bilancio del 2012. Compiti che ha sempre svolto - dicono i suoi - con piglio e cazzimme, da vecchia tributarista che sa perferfettamente che il diavolo si annida nei dettagli. Non si è mai limtata, lei che come avvocato guadagnava 250 mila euro, a staccare lo stipendio.
La chiamata di Giuliano Pisapia arriva nel 2013, quando Balzani è ancora impegnata a Bruxelles, per sostituire il dimissionario assessore al Bilancio, Bruno Tabacci. Lei accetta, e, per aggiustare un bilancio allora in rosso, attua una spending review, aumenta le entrate di 200 milioni innalzando l'Imu, taglia le entrate straordinarie, e ordina a tutti gli assessori e ai dirigenti comunali di compilare ogni mese una short list - così l'ha chiamata - di spese assolutamente irrinunciabili, quelle di cui - per capirsi - non si può fare a meno.
Risultato: il debito cittadino che nell'ultimo anno di Letizia Moratti era salito a 4,2 miliardi di euro si abbassa, nonostante la crisi che morde anche a Milano, a 4,0 miliardi nel 2015. Un successo che le varrà nel luglio di quest'anno la nomina a vicesindaco, dopo le dimissioni nient'affatto inattese di Ada Lucia De Cesaris con cui, pare, il sindaco non ha mai legato. L'handicap di Balzani è solo uno: non è troppo conosciuta tra i cittadini milanesi e dovrà sfidare un vincitore annunciato: Giuseppe Sala, l'ex amministratore di Expo 2015 che oggi, suRepubblica, ha lanciato un amo alla sinistra milanese, laddove il manager è sempre apparso più debole: "Non farò un'alleanza con l'Ncd, ho sempre votato il Pci e i suoi eredi". Per non venire dal mondo della politica ha capito subito come deve muversi.
Sindaco di Milano: Giuseppe Sala, un nome che divide la sinistra