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May 08 2014
“Sì certo, il compagno G., ma gli altri arrestati lo sa chi sono?”
Il presidente onorario dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro accetta di commentare con Panorama.it la notizia dell'arresto di Primo Greganti, l'ex cassiere del Pci-Pds che secondo la leggenda, ai tempi di Tangentopoli, preferì il carcere piuttosto che incolpare i vertici del Partito, assumendo su di sé tutte le responsabilità. Di Pietro, che allora era il pm di punta del pool di Borrelli e che conobbe bene sia Greganti sia Frigerio sia Paris, non risparmia alla cronista dopo un attimo di esitazione una vibrante reprimenda. “Mi interpella su di lui e non mi chiede nulla di Angelo Paris o di Gianstefano Frigerio, punto di riferimento della Democrazia Cristiana, potenza occulta della Prima Repubblica e fulcro dell'inchiesta Mani Pulite?”.
D'accordo presidente, ma Greganti è diventato un simbolo: era quello che all'epoca preferì farsi cinque mesi di carcere preventivo e patteggiare tre anni per corruzione piuttosto che tirare in ballo il partito. Greganti, il compagno G...
Il problema con Greganti non fu che 'negò tutto', ma che ammise troppo. Mi resta il dubbio se si sia assunto solo le sue responsabilità o anche quelle di qualcun altro.
Sta dicendo che, nonostante l'aurea di eroe attribuitagli da tutta la sinistra, in realtà Greganti era un “minore”?
Diciamo, un piccolo approfittatore occasionale di basso rango. Erano altri a tenere i birilli in mano. E ancora li tengono.
Nato a Jesi 70 anni fa, ex operaio della Fiat, poi membro del Pci a vari livelli e oggi tesserato del Pd, Primo Greganti ha sempre dichiarato che i 612 milioni dei Ferruzzi e il famoso miliardo di Itinera che gli trovarono nella valigetta erano suoi, consulenze e la caparra per l'acquisto di un immobile del partito.
La verità è che non ammise quello che voi volevate che dicesse. Cioé che era un collettore di tangenti per conto di Botteghe oscure...
La verità è che l'inchiesta non ha potuto accertare altro che quello che aveva commesso lui in prima persona.
Però a finire in carcere furono soprattutto esponenti di altri partiti...
È sempre stata una grande barzelletta che noi abbiamo indagato tutti i partiti meno quelli di sinistra. Dall'area migliorista milanese e lombarda tirammo fuori tanti nomi tra cui Sergio Soave, Luigi Carnevale e tanti altri.
Lei alla presunta “superiorità morale” del Pci, rivendicata anche dallo stesso Greganti, ci ha mai creduto?
Guardi che dietro al Pci, alla Dc, ai partiti in generale, ci sono le persone. Non è il partito che ruba, ma le persone.
È vero che Greganti tentò di picchiarla durante un interrogatorio?
Greganti picchiare me, un contadino che viene dalla campagna? L'ha visto il mio fisico? Ma figuriamoci!
Dovevate vedervi per un colloquio e lei gli mando i poliziotti a casa di notte ad arrestarlo...
Io ho fatto il mio dovere, poi l'inchiesta fu seguita anche dalla buon'anima del procuratore aggiunto D'Ambrosio ma nel frattempo quella mia richiesta portò a scoprire fatti gravissimi commessi dallo stesso Greganti e da tante altre persone della sinistra migliorista nei confronti delle quali procedemmo. Ecco perché la cosa più sciocca che si possa dire su quell'inchiesta né che noi facemmo favoritismi.
Che effetto le hanno gli arresti di oggi su Expo?
Una grande amarezza nel dover constatare che, alla vigilia dell'evento più importante dei prossimi mesi, le stesse persone già coinvolte in Tangentopoli sono ancora i punti di riferimento del raccordo tra mala-politica e mali-affari. Chi era rimasto nell'ombra, oggi non hanno potuto dire no ai complici di allora che adesso chiedono il conto. Tra la P2 e quanto sta emergendo oggi, mi sembra che la P2 era una barzelletta. Evidentemente ci sarebbe bisogno di un'altra Mani Pulite.
Eppure in questi anni le inchieste, gli arresti, non sono mancati...
Infatti la colpa non è della magistratura, bensì della politica che in questi anni ha depotenziato gli strumenti di indagine e depenalizzato certi reati.