Musica
April 20 2018
Sono passati due anni da quel maledetto 21 aprile del 2016, giorno in cui Prince fu trovato morto, a soli 57 anni, nella sua casa-compound di Minneapolis, gettando nello sconforto milioni di fan in tutto il mondo.
L’autopsia stabilì che la sua morte fu causata da un’overdose accidentale di fentanyl, un oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell’eroina, causata da pillole contraffatte di Percocet.
La morte di Prince non ha un responsabile e resterà impunita. Lo ha deciso ieri Mark Metz, procuratore della contea di Carver, in Minnesota, dopo aver chiuso l'indagine sulla morte del cantante.
"Non ci sono prove - spiega il giudice - per determinare chi procurò all'artista gli antidolorifici oppiacei sotto forma di Percocet falso. Prince non aveva idea che stesse prendendo una pillola falsa che lo avrebbe ucciso. Le prove mostrano che Prince pensava di prendere Vicodin, non fentanyl, ma non ci sono prove che alcuna delle persone a lui associate fosse a conoscenza del fatto che in suo possesso aveva pillole false contenenti fentanyl".
Per questo motivo non si può procedere ad alcuna incriminazione, dal momento che Michael Todd Schulenberg, il medico di Prince, inizialmente accusato di aver prescritto illegalmente degli oppiacei per l’artista, ha accettato ieri di pagare 30mila dollari come accordo, per evitare esisti imprevisti in un processo.
Il medico, che ha sempre negato ogni responsabilità, era stato comunque scagionato da alcuni documenti resi noti l’anno scorso, secondo i quali nessuno dei farmaci trovati nella casa di Prince era stato prescritto a suo nome.
Analogie inquietanti con la morte di Michael Jackson, suo eterno rivale dagli anni Ottanta in poi, morto per un mix letale di farmaci, tra cui l’ansiolitico Lorazepam e il potente anestetico Propofol usato per sedare i pazienti nelle operazioni chirurgiche, colposamente somministrato dal suo medico curante Conrad Murray, poi condannato a quattro anni di reclusione per omicidio colposo.
L’incontro tra la sensualità del funky, il calore del soul e l’irruenza del rock, oltre a un’ impareggiabile genialità compositiva e a una straordinaria tecnica come polistrumentista, sono stati gli ingredienti dell’inconfondibile sound di Prince.
La musica di Prince è stata una sintesi sorprendente, in continua evoluzione e sempre aperta a nuove influenze, che ha permesso al genio di Minneapolis di rinnovarsi costantemente nel tempo, senza mai snaturare il suo inconfondibile stile.
In un periodo in cui la visibilità televisiva e la promozione sui media impiegano oggi gli artisti in modo maggiore rispetto alle sessioni in studio, Roger Nelson ha continuato fino all'ultimo giorno della sua vita a dialogare con il suo pubblico nel modo più semplice e diretto possibile: con i suoi dischi e con i suoi concerti, vere e proprie esperienze multisensoriali, quasi dei riti collettivi officiati da questo piccolo, grande sciamano del funk elettrificato.
Nella sua immensa casa-studio registrazione di Paisley Park, Prince ha continuato a incidere brani originali, del tutto indifferente alle strategia di marketing e quasi guidato da una forza sovrannaturale, come se il bruciante demone della creatività non lo lasciasse mai riposare in pace.
In concomitanza con la triste ricorrenza, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la versione originale di Nothing compares 2 U, brano reso noto per la prima volta nel 1985 dalla band di Prince The Family nell’eponimo disco dello stesso anno e poi divenuta il più grande successo solista di Sinead O'Connor nel 1990.
La canzone, diffusa dalla Prince Estate, in collaborazione con Warner Bros. Records, è disponibile in vinile 7’’, sia come picture disc sia nero.
Il brano fu registrato nel 1984 da Susan Rogers al Flying Cloud Drive “Warehouse” di Eden Prairie, in Minnesota, e contiene i cori di Susannah Melvoin e Paul “St. Paul” Peterson, oltre al sassofono di Eric Leeds.
In quel periodo il genio di Minneapolis era molto innamorato di Susannah Melvoin, la sorella di Wendy, e i bene informati sostengono che questa canzone fosse dedicata a lei.
Il video dell'estate del 1984, girato dalla famiglia del'artista, mostra un Prince al massimo della forma nel canto e nel ballo, in un autentico stato di grazia.
Un filmato che, se da un lato aumenta i rimpianti per quello che avrebbe potuto ancora regalarci l'artista, dall'altro ricorda perché Roger Nelson è stato uno dei maggiori innovatori della musica black e uno dei migliori performer della storia del rock.