Maledizione Psg: 2 miliardi spesi per non vincere la Champions League

Non potendo prendersela con gli arbitri e trovando molto poco british imprecare alla sfortuna, questa volta lo sceicco Nasser Al-Khelaifi se l'è presa con chi gli chiedeva del futuro di Luis Enrique. Uno scatto di nervi dopo l'ennesima serata in cui l'Europa del pallone ha sbattuto la porta in faccia al ricchissimo Paris Saint German, espressione plastica di come anche nel football moderno non basti avere risorse e ambizioni illimitate per vincere. In finale a Wembley è andato il Borussia Dortmund che rappresenta esattamente l'altra faccia della medaglia, essendosi privato nelle ultime due estati di due gioielli del calibro di Haaland e Bellingham.

Certo, il fattore C (quattro lettere di cui l'ultima è O e in mezzo ci sono una consonante e una vocale) ha giocato un ruolo determinante nei 180 minuti: non capita tutti i giorni colpire 6 pali in due partite, tirare 45 volte, costruire una montagna di occasioni e raccogliere due sconfitte di cortissimo muso. A Dortmund sanno di essere stati fortunati, ma a tutto il resto d'Europa fa piacere pensare che si sia trattato di una nemesi e che alla fine Al-Khelaifi abbia semplicemente pagato l'atto di superbia che lo accompagna da quando è sbarcato sul pianeta della Ligue1 e da lì, passo dopo passo, ha scalato le gerarchie politiche diventando l'uomo forte al fianco del presidente della Uefa Ceferin.

Il punto è che la massa di euro riversati sul Psg senza badare a equilibri di bilancio e talvolta anche forzando le regole date a tutto il sistema, hanno prodotto risultati mortificanti fuori dal confine francese. 10 scudetti e 21 tra Coppe e coppette di Francia non possono bastare all'uomo che ha puntato tutto sulla campagna d'Europa. Una volta c'è arrivato davvero ad un passo, perdendo la finale 2020 contro il Bayern Monaco. Il resto è stato un fallimento dopo l'altro: 5 volte fuori agli ottavi di finale, 4 ai quarti e 2 in semifinale compresa questa con il Borussia Dortmund che partiva nettamente outsider.

Era l'ultima con Mbappé prima del trasferimento (a parametro zero, altro smacco) al Real Madrid del nemico Perez, primo sostenitore della Superlega avversata da Ceferin e Al-Khelaifi. Partito lui, sarà chiusa definitivamente l'era del trio Messi-Neymar-Mbappé e in un certo senso sarà ridimensionata la grandeur parigina costata fin qui allo sceicco 1,3 miliardi di euro: è il saldo (negativo) tra i 2,04 miliardi immessi sul calciomercato e i poco più di 700 milioni incassati dalle cessioni. I conti non tornano ovviamente, né in campo né fuori.

E' l'ultimo dei problemi per il Qatar di cui Al-Khelaifi è espressione, ma i numeri fanno comunque impressione. Dal 2020 al 2023, complice anche la crisi innescata dalla pandemia, il Psg ha accumulato perdite per 852 milioni di euro. L'ultimo bilancio si è chiuso a -110 con quasi un sospiro di sollievo rispetto al -368 precedente. Significa che per inseguire l'ossessione della Champions League lo sceicco ha investito (meglio, perso) 584.041,09 euro al giorno in ciascuna delle 1.460 giornate in cui si è svegliato negli ultimi quattro anni. Ci riproverà, questo è sicuro. Più difficile prevedere l'esito del nuovo tentativo.

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