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March 06 2018
Il calcio non è collezione di figurine, per quanto costose. Chiedere informazioni al Paris Saint German dove l'ultimo fallimento in Champions League (eliminazione per mano del Real Madrid) cancella un progetto costato oltre 400 milioni di euro solo nell'ultima estate.
Non basta riversare montagne di soldi sul mercato per creare una squadra vincente. Gli emiri del Qatar lo hanno imparato sulla propria pelle. Dal 2011, anno in cui sono sbarcati sotto la Tour Eiffel, hanno investito 1,115 miliardi di euro in sette stagioni con un saldo negativo di 896.
Risultato? Quattro titoli nazionali, ma l'ultimo lo hanno perso contro il Monaco, Coppa di Francia (3), di Lega (4) e Supercoppa (5) a volontà ma una serie di fallimenti brucianti in Europa dove il Paris Saint German non è mai andato oltre lo scoglio dei quarti di finale e nelle ultime due stagioni su è fermato agli ottavi.
Il paradosso è che il Monaco, per fare un esempio, in Champions è arrivato a giocarsi la semifinale con una squadra costata un decimo del Psg. Questione anche di sfortuna, visto che le avventure parigine si sono infrante sempre contro grandi avversari (Barcellona tre volte, Chelsea, Manchester City e Real Madrid), ma il senso del fallimento del progetto in quanto tale rimane inalterato.
In estate l'emiro Al Thani aveva scelto di fare all in portando a Parigi Neymar, con clausola da 222 milioni versata al Barcellona, insieme a Mbappè, 180 milioni per il talento del Monaco. I due uomini che avevano fatto male nella scorsa stagione prelevati perché non accadesse più. Non è bastato e l'infortunio che ha tolto Neymar dalla partita con il Real non può bastare come alibi.
Il conto per gli emiri del Qatar è salatissimo. Dall'estate del 2011 sono stati investiti sul mercato 1,150 miliardi di euro e solo nell'ultimo anno c'è stata qualche cessione per tentare di rientrare - almeno parzialmente - delle spese fatte. Il saldo è negativo per 896 milioni (fonte Transfermarkt), numeri ingiustificati per il bilancio tecnico di una squadra che in Europa non ha sfondato.
L'estate più costosa e discussa è stata quella appena terminata: 418 milioni conteggiando anche i 180 di Mbappè arrivato formalmente con la formula del prestito. L'Uefa osserva in attesa di capire se tutto sia stato fatto seguendo i parametri del fair play finanziario.
Solo una volta in questi anni (2014-2015) l'assegno staccato si è fermato sotto quota cento: 49,5 per il difensore brasiliano David Luiz passato senza lasciare segno e ceduto poi due stagioni più tardi per 35.
Da Ancelotti (subentrato quasi subito a Kombouarè) ad Emery, passando per Blanc, ci hanno provato in tre a far fare il salto di qualità europeo. Niente. Dominio in Francia, spesso scontato, seguito da delusioni in Champions.
Il primo big a sbarcare a Parigi è stato Pastore: 42 milioni. Leonardo, ds della prima ora, ha fatto spesa spesso e volentieri in Italia (Thiago Silva, Ibrahimovic, Lavezzi, Verratti) da dove sono arrivati anche Marquinhos e Cavani. Di Maria (63 milioni), Lucas (40) e Draxler (40) sulla carta erano il top del momento.
Non è servito a cancellare la maledizione e nemmeno ad imparare la lezione. Ora il fallimento più amaro, dopo la scommessa più costosa. Qualche mese e capiremo se gli emiri avranno metabolizzato, cambiando strategia, o se da Parigi si riverserà il solito fiume di euro per il calciomercato.