Psg-Manchester City: le mani degli sceicchi sulla Champions League

L'ultima volta che si sono incrociate, la nuova Era cominciava a sorgere appena. Dicembre 2008, sfida di Coppa Uefa terminata 0-0 al Parco dei Principi di Parigi: Mansour si era da pochi mesi affacciato alla guida del Manchester City mentre Nasser al-Khelaifi era ancora distante dal Paris Saint German. Sono passati meno di dieci anni, ma tutto è cambiato e il quarto di finale che mette di fronte le due squadre è diventato un autentico spareggio tra due potenze economiche del calcio europeo.

Psg-Manchester City è molto più di un confronto di Champions League. In gioco c'è la supremazia nella sfida tra investitori provenienti dal mondo arabo, quelli che hanno buttato nel calcio europeo una valanga si soldi cambiando le gerarchie e raccogliendo fin qui solo successi parziali. Nessuno dei due club ha mai raggiunto le semifinali della massima competizione europea. Comunque vada, sarà una prima volta storica.

Le storie incrociate di Psg e Manchester City

I primi a sbarcare sono stati gli emiri di Manchester nel settembre 2008. Club acquisito per 170 milioni di euro da parte di Sheikh Mansour bin Zayed da Abu Dhabi e subito un piano di investimenti per togliersi di dosso l'etichetta di cugina povera del Manchester Unted, che proprio in quegli anni stava vivendo l'ennesima età dell'oro. Il City ha conquistato in 8 stagioni la Premier League per due volte, ma si è quasi fermato lì e in Europa ha sempre fatto brutte figure.

A Parigi lo sceicco Nasser al-Khelaifi è arrivato nel giugno 2011 comprando il Psg per 50 milioni di euro con l'intento di renderlo una potenza. In Francia ci è riuscito portando a casa 4 Ligue1 dal giorno in cui la Qatar Sports Investments ha scelto la Tour Eiffel come biglietto da visita. In Champions League, invece, le cose sono andate peggio malgrado di abbia provato anche uno come Carlo Ancelotti che è specialista di coppe dalle grande orecchie.

In meno di dieci anni investimenti per 1,5 miliardi di euro

Per inseguire i loro sogni di grandezza, gli sceicchi non hanno badato a spese anche a costo di allarmare l'Uefa e costringere Platini ad accelerare il processo per la creazione delle regole del fair play finanziario. Il calcolo è presto fatto: dal 2008, anno dello sbarco a Manchester, a oggi le due società hanno speso sul mercato 1,5 miliardi di euro per disegnare, rifare e spesso montare daccapo le squadre affidate a una serie di tecnici, nella maggior parte dei casi durati poco sulle rispettive panchine.

I colpi più costosi nell'ultima sessione: De Bruyne costato oltre 70 milioni al Manchester City e Di Maria prelevato dal Psg al Manchester United per una cifra superiore ai 60 milioni. Più o meno quelli impegnati per Cavani nel 2013 o per l'accoppiata Ibrahimovic-Thiago Silva nell'estate 2012. Il Manchester City ha cominciato con Robinho (43 milioni nel 2008) e non si è più fermato: Tevez, Dzeko, Sergio Aguero, Fernandinho, Mangala, Milner, Jovetic, Yaya Tourè e altri ancora. Una lista quasi sterminata. Il Psg? Verratti, Pastore, David Luiz etc... C'è solo l'imbarazzo della scelta.

Due potenze economiche da 944 milioni di ricavi

Se in campo sono arrivati solo successi parziali e legati alle competizioni domestiche, gli investimenti degli sceicchi su Parigi e Manchester hanno dato frutti aumentando la dimensione di due club che fino a un decennio fa erano percepiti come medio-piccoli, spesso alle prese con qualche debito di troppo. Oggi l'orizzonte è completamente diverso e la scalata alle vette delle classifiche finanziarie sembra inarrestabile.

Psg e Manchester City fatturano insieme 944 milioni di euro  sono ormai stabilmente nella Top10 delle società più ricche d'Europa e del mondo. Il Psg è alle spalle delle superpotenze Real Madrid, Barcellona e Manchester United, appena sotto l'ultimo gradino del podio secondo la graduatoria della Deloitte. Il Manchester City segue di poco, sesto in classifica. La semifinale Champions che una delle due ragigungerà sarà un ulteriore trampolino per progettare il futuro e crescere ancora.

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