Puglia, la possibile California d'Italia per le imprese
Bari, Brindisi, Lecce come la Silicon Valley. Un paragone non così esagerato, visto che anche anche al Sud, come in California, le idee vincenti stanno provando a trasformarsi in progetti reali, come hanno spiegato al direttore di Panorama Giorgio Mulè i protagonisti del convegno di apertura della seconda giornata di Panorama d'Italia, intitolata, appunto "La Puglia come la California, le strade della crescita".
Sulla Puglia, investendo anche in un un nuovo data center, ha puntato molto Fastweb che nella regione vanta 100mila clienti, oltre 2000 piccole imprese e 200 medio-grandi: "L'ambiente pugliese ha favorito i nostri investimenti" ha spiegato Angelo Buttaro, manager Fastweb: "Siamo arrivati 11 anni fa con un accordo di programma con la Regione, che ha dato vita a una rete di nuova generazione in fibra ottica di 2900 km, che oggi copre il 60 per cento della popolazione".
Gli investimenti si concludono nel 2016 e porteranno la banda ultralarga anche a Taranto, Brindisi e Lecce. "Più è veloce la banda più le aziende possono ridurre tempi e costi" chiosa Buttaro.
Un pezzo di California in Puglia l'ha portato anche Lvc capital, fondo di investimento americano: "L'abbiamo scelta" ha spiegato l'advisor Gianluca Calvosa "per realizzare, con una tecnologia nata in California, Next automotive, un'auto superleggera, che taglia le fasi produttive più costose. È un progetto nato nel 2008 quando in Sylicon Valley hanno cominciato a ragionare sulla tecnologia applicata alle auto. L'abbiamo portata in Puglia perché era più conveniente ricorrere alla forza lavoro pugliese, già formata".
La crescita tra territorio e finanza
Laura Ruggiero, vicepresidente vicario di Confindustria Bari, è convinta che il territorio pugliese sia fertile. Confindustria sta lavorando sul credito, sull'internazionalizzazione, si sta impegnando anche sul fronte della "lentocrazia", il ritardo nello sviluppo, come sulla legalità: "le nostre aziende devono operare in clima di tranquillità, stiamo lavorando con le forze dell'ordine" spiega Ruggiero.
Senza dimenticare le banche, asset fondamentale: "Le condizioni del credito sono migliorate ma molte aziende sono ancora in difficoltà. Per questo le stiamo educando anche a cercare altre forme di finanziamento". E se è vero che in Puglia serve una forza lavoro molto specializzata, Confindustria sta puntando su corsi di formazione con accordi con il Politecnico e le università. E anche sul progetto Eureka, con Federmeccanica, che prevede un concorso per la costruzione di un giocattolo in movimento addirittura nelle scuole elementari.
La strada da fare ancora
Certo, non tutto in Puglia è ancora così "californiano". Sulla raccolta differenziata ad esempio la Regione è ancora molto indietro, come ha evidenziato Luigi De Rocchi di Cobat, che pure ha scelto come partner privilegiate aziende pugliesi, a partire da Stc di Mesagne: se in Italia è al 43%, in Puglia si ferma al 25%.
"Dal 2011 è cambiato il mondo" ha sottolineato Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia. "Eravamo ben attrezzati in alcuni settori, altri li abbiamo dovuti costruire, su altri siamo ancora indietro". Alla carenza del sostegno nazionale "senza piani nazionali relativi all'energia e alla ricerca", la Puglia supplisce con i fondi europei: "Ma non possono coprire le carenze del Paese, visto che incidono sul Pil solo per l'1,2 per cento".
Non per questo la Puglia non guarda avanti, alle coste americane: "La nostra strategia è quella di puntare sulle potenzialità del territorio, agevolando chi investe in Puglia, investendo a nostra volta sulle nostre vocazioni" ha chiarito Capone. Quali? Meccanica e meccatronica innanzitutto (la Porsche ha investito a Nardò, la Bosh ha chiuso il suo centro di ricerca in Europa per portarlo a Bari).
E poi l'aerospazio, dove la Regione ha investito sui compositi, e General Electric (GE) ha messo sul piatto 130 milioni di euro, ma anche la salute e l'ambiente: "La Puglia esporta il 38 per cento dei prodotti farmaceutici di tutta Italia", ha informato Capone "e investire sulla chimica per noi non significa investire solo sulla farmaceutica industriale. Da noi c'è un'alta produttività del lavoro perché ci sono le competenze".
Serve però, ha concluso, una svolta culturale, competenze nuove: "L'agroalimentare non può crescere solo con i frantoi. Il nostro obiettivo deve essere l'agenda digitale. E se la moda sta cambiando, come ha dimostrato Zara, noi dobbiamo puntare sul reshoring, portando le aziende a produrre in Puglia".
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