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November 08 2022
Il nome in codice è Orice, l'antilope del deserto che popola la penisola arabica. L'Italia non sarà ai nastri di partenza del Mondiale del Qatar ma a Doha manda comunque un contingente numeroso e qualificato, parte di un accordo di cooperazione non solo militare che metterà anche in mani italiane la sicurezza dell'evento sportivo del 2022. Sono 560 donne e uomini in divisa sotto il comando operativo del generale Giuseppe Bossa, numero uno della Brigata Sassari, e con il coordinamento del generale Francesco Figliuolo. Non vanno in Qatar per garantire l'ordine pubblico e, dunque, non li vedremo mai impegnati in caso di violenze o proteste di piazza al contrario di quanto accadrà con i reparti inviati da altri Paesi, ma si occuperanno di prevenire atti terroristici che possano avere come obiettivi stadi, aeroporti, porti e infrastrutture civili.
Un'operazione nella quale l'Esercito Italiano metterà in mostra anche alcuni degli strumenti tecnologici avanzati di cui dispone, una sorta di vetrina per il nostro sistema in un contesto che rappresenta una prima volta storica: mai uno stato arabo aveva ospitato una manifestazione della complessità e rilevanza del Mondiale di calcio organizzato dalla FIFA per 32 nazionali, con decine di migliaia di tifosi provenienti dal tutto il mondo pronti a concentrarsi in un'area particolarmente ristretta come quella su cui sorgono gli 8 impianti costruiti per il Mondiale, la cui distanza massima è 70 chilometri dopo che nelle due precedenti edizioni in Brasile e Russia gli spostamenti richiedevano ore di volo ma garantivano anche una notevole 'spalmatura' dei possibili problemi di terrorismo e ordine pubblico.
La task force militare italiana si avvarrà dell'appoggio in mare del pattugliatore Thaon di Revel, dotato di missili terra-aria Aster e di un piccolo sottomarino telecomandato per le operazioni più delicate. A terra, invece, oltre ai militari saranno schierati gli apparati di contrasto ai droni, una delle minacce più temute per Qatar 2022 vista la grande capacità di movimentare armi che hanno dimostrato anche nel corso del conflitto tra Russia e Ucraina; l'aeronautica militare dispone di sistemi di disturbo delle frequenze dei droni sia a corta che a lunga distanza e saranno utilizzati su richiesta in caso di allarme.
Per le nostre Forze Armate si tratta di rimettere sul campo le competenze e l'esperienza acquisita nella gestione della sicurezza del territorio nei grandi eventi del recente passato. Il riferimento più esplicito è ai sei mesi di Expo 2015 quando, con l'Isis attivo in tutto il mondo, fu consentito a milioni di visitatori di concentrarsi nell'area dei padiglioni espositivi senza che ci fosse alcun problema. La mission dell'Operazione Orice è replicare quel modello di controllo interfacciandosi con i contingenti inviati da altri 12 Paesi nel pool creato in vista di Qatar 2022.
Secondo i responsabili della missione, il gruppo italiano sarà dotato di strumenti capaci anche di contrastare gli effetti di eventuali ordigni progettati per la contaminazione chimica, batteriologica e nucleare: nulla è stato escluso come ipotesi per evitare di trovarsi ad affrontare scenari non considerati. L'accordo per la missione è stato siglato nel lontano 2016 quando si sono strette intese commerciali e militari tra Italia e Qatar. Ora il Mondiale è alle porte col suo carico di proteste e polemiche per le condizioni dei lavoratori impegnati nella costruzione degli stadi, il numero delle morti in questi anni di cantieri e il rispetto dei diritti civili minimi per la popolazione locale e per chi viaggerà verso il Qatar nelle settimane della competizione.