«Un viaggio nei Stati Uniti nel 1987, un'esperienza unica, resa indimenticabile da un incontro speciale» racconta Alberto Lanfranchi, autore del libro Diario di un sogno. «In quei giorni avvenne l'incontro che ci cambiò la vita. La mia e quella di mio cugino Luca. Un sogno vero, realizzato totalmente: conoscere il Bruce Springsteen a casa sua, ad Asbury Park, trascorrere con lui un pomeriggio ed assistere ad un suo concerto allo Stone Pony.
Qui sotto, un aneddoto tratto dalle pagine di Diario di un sogno:
Stavamo pensando di trascorrere gli ultimi due giorni direttamente all'aeroporto di New York, tanto erano a secco le nostre tasche. Tra le altre cose, dovete sapere che a quell'epoca girare per
Asbury Park non era poi così sicuro. La città non era certamente come lo è adesso. Tanto per darvi un'idea, non appena arrivati in città con il pullman chiedemmo a dei ragazzi se potevamo dormire in spiaggia, convinti così di risparmiare gli ultimi soldi rimasti senza dover pagare un hotel, ma la risposta fu molto chiara ed efficace.
Ci dissero che
avremmo potuto dormire in spiaggia ma solo a condizione che avessimo con noi una pistola. Io che non parlavo, e soprattutto non comprendevo alla perfezione l'inglese, quella volta mi resi immediatamente conto della situazione e non vi nego che la reazione fu di totale sconforto e spavento, tanto che dissi a Joe che forse sarebbe stato il caso di tornare a New York. Mentre ci pensavamo, eravamo ancora davanti allo
Stone Pony e le possibilità erano due: fare qualcosa per entrare o tornare a New York. Decidemmo per la prima soluzione.
Ma anche qui fu la fortuna ad aiutarci perché ad un tratto mi accorsi che una porta laterale era socchiusa. Mi avvicinai e sussurrai a mio cugino di entrare. Gli dissi "Senti entriamo, facciamo due foto e ce ne andiamo". E pensare che lui era titubante…Presi coraggio e aprii la porta...Subito un uomo con una scopa in mano ci chiese dove volevamo andare, ma dopo la nostra risposta con un inglese scolastico ma comprensibile, ci fece entrare. Iniziammo così a guardarci intorno spaesati e increduli. Joe - sempre con la sua macchinetta fotografica - a scattare foto qua e là, io a osservare tutto quello che c'era lì dentro.
Insomma eravamo all'interno dello Stone Pony, dove Bruce aveva fatto conoscere il suo talento. Erano gli anni 70 quando il giovane Springsteen sognava di diventare qualcuno con la sua chitarra e la sua band. Asbury Park era una terra fertile per i gruppi musicali giovani e in cerca della redenzione.Respiravamo profondamente l'aria di quel locale, ben diverso da come è adesso. Molto più piccolo e avvolgente. Dopo pochi istanti però il nostro vagare fu interrotto dalla voce di quello stesso uomo che ci aveva fatti entrare. Pensai "Bene dobbiamo uscire"
. E invece ci disse quattro parole che ci cambiarono la vita: "Look, he's here".
La cover di Diario di un sogno