Stile
August 06 2023
Da impercettibili ed elementi identificativi ricorrenti: le collezioni di gioielli della maison Hermès sono fortemente riconoscibili perché partono da questi due principi caratterizzanti. Da una parte, una lavorazione di straordinaria manifattura orafa artigianale, dall’altra la declinazione di simboli entrati ormai a far parte del vocabolario iconografico della casa francese, come il lucchetto, la catena d’ancora o la chiusura tipica delle borse.
Ed è proprio alla borsa più famosa al mondo, forse anche più costosa e desiderata, cioè la Kelly, che il direttore creativo Pierre Hardy ha dedicato la sua nuova collezione di gioielli. Così quell’architettura a trapezio isoscele della borsa dedicata alla principessa di Monaco Grace Kelly, che la volle per dissimulare, pare, la sua gravidanza, ormai diventata sinonimo di eleganza senza tempo, si trasforma in ornamento e diventa gioiello. Soprattutto la sua chiusura si evolve in un paio di orecchini in oro giallo e diamanti da abbinare al collier.
Quest’ultimo, in fluida maglia milano, si può annodare intorno al collo come un foulard in seta, altro pezzo cult della maison francese.
Più complessa la lavorazione del bracciale dedicato alla mitologica Danae: si parte da un elemento centrale, ovvero da una maglia della catena d’ancora, altra signature di Hermès, intorno al quale viene avvolto un filo d’oro «a colonna» fino a creare un’importante disegno.
Meno impegnativi, e forse meno legati all’identità di genere, i gioielli in argento. Non a caso il designer Hardy precisa: «Gli uomini, nei secoli, hanno sempre indossato gioielli, solo negli ultimi decenni c’è stato un allontanamento. Ma in un’epoca che sollecita la riflessione identitaria, il gioiello è più di un oggetto di rappresentazione: ha un rapporto molto intimo con chi lo porta. Se il pubblico si allarga, ne sono ben felice!».