Social network
July 06 2024
Un settore in crescita e in trasformazione, con YouTube, TikTok, Instagram a trainare audience e ricavi, mentre Facebook e Twitter/X sono diventate insignificanti. L'annuale fotografia dell'influencer marketing italiano realizzato da DeRev, società di strategia e comunicazione digitale che dal 2021 fa i conti in tasca a vip e mini star, delinea un mercato in crescita per i creator più piccoli, a scapito dei grani nomi. Sono in picchiata le quotazioni di Celebrity e Mega influencer, in calo su tutte le piattaforme perché pagano gli avvenimenti dell'ultimo anno. “Il caso The Borderline e il Pandoro Gate hanno inciso profondamente sul mondo degli influencer - dichiara Roberto Esposito, Ceo di DeRev - Non si riducono gli investimenti o l'interesse degli utenti nei confronti dei creator, ma cambiano le modalità di relazione e le aspettative nei loro confronti, secondo due driver principali: la fiducia nell'influencer e il valore del contenuto”.
Guardando a cifre e fonti di ricavo, sorprenderà più di qualcuno scoprire che YouTube è la piattaforma più redditizia per gli influencer (ma anche la più difficile in cui imporsi). Le celebrità – secondo i due fattori analitici che determinano la classificazione dei creator, tale è chi conta più di 1 milione di follower e un tasso di coinvolgimento degli utenti pari almeno all'1,25% – possono arrivare a guadagnare 75.000 euro per un video, col tetto massimo che in media su Instagram scende a 50.000 euro, mentre su TikTok non si va oltre i 20.000 euro a post. I numeri si riducono di molto per le altre categorie di influencer – Mega, Macro, Mid-tier, Micro e Nano – anche se come per le grandi star non mancano casi di chi riesce ad assicurarsi introiti assai maggiori.
Il futuro prossimo è però roseo per i creator più piccoli, perché secondo DeRev le aziende hanno iniziato a “ripartire il budget su più protagonisti dei social media, andando a ridurre gli investimenti da grandi cifre su personaggi famosi”. Le ragioni sono diverse ma convergono verso un obiettivo comune: i volti meno noti al grande pubblico tendono a essere più preparati su un ambito specifico, guadagnando col tempo credibilità e fiducia da parte dei seguaci. Dall'altra parte, gli utenti mostrano segnali di stanchezza verso star distaccate dalla realtà che pubblicizzano prodotti dietro lauti compensi, così le aziende hanno cominciato a puntare di più su chi garantisce trasparenza e autenticità. “L'autorevolezza dei micro influencer è fondata sulla qualità e sul valore dei contenuti che producono, non sulla fama, inoltre offrono target più profilati e, non essendo particolarmente popolari ed esposti, limitano il rischio di crisi reputazionali”, spiega Esposito.
A livello complessivo, il valore di mercato dell'intero comparto per il 2023 sfiora in Italia i 350 milioni di euro, con una crescita degli investimenti per l'anno in corso che dovrebbe generare un incremento dell’8%, arrivando a 375 milioni di euro. Un paio di note da evidenziare sul report riguardano X e LinkedIn. La prima è assente dal listino di DeRev in quanto “irrilevante per il mercato”. La seconda, al contrario, “sta registrando una forte crescita grazie al ruolo di opinion leader, imprenditore e manager di spicco”. A favorire la rilevanza del social per i professionisti è la possibilità di creare contenuti insieme a un brand, ottenere metriche più dettagliate sull'efficacia dei propri post e promuovere contenuti su un target specifico mediante un nuovo formato di advertising.