Economia
October 23 2017
Secondo i dati forniti dal Dipartimento del Commercio americano, nei primi tre mesi della presidenza Trump, ci sono stati 697mila visitatori in meno, pari a una contrazione del 4,2% su un totale di 15,8 milioni di ingressi. Per il turismo americano, si calcola una perdita del giro d’affari da 2,7 miliardi di dollari. Lo racconta Forbesche fa il punto sull’impatto delle politiche di Trump sull’industria del turismo.
ForwardKeys, società di ricerca europea specializzata nei viaggi, conferma che a due mesi dall'annuncio del primo travel band, il numero di viaggiatori internazionali in arrivo negli Stati Uniti è calato rapidamente. Mentre il mercato dei viaggi a livello globale ha registrato un incremento degli spostamenti 4,6%, fra gennaio e settembre gli Stati Uniti si sono attestati a -1,4%. Segno che, rispetto al resto del mondo, l’industria del turismo americano sta perdendo terreno. Il World Economic Forum, inoltre, ha fatto sapere che nel ranking globale delle dieci destinazioni più popolari, gli Stati Uniti sono passati dal quarto al sesto posto, superati da Giappone e Regno Unito.
Nel 2016, l’industria del turismo a stelle e strisce ha generato un giro d’affari da 1,5 trilioni di dollari, pari al 2,7% del Pil e, fornendo lavoro a 7,6 milioni di persone, si tratta del settimo più grande datore di lavoro degli Stati Uniti. Nel mese di marzo, la società di consulenza Oxford Economics ha stimato che le limitazioni sui viaggi imposte dal governo americano potrebbero costare all’industria del turismo americana fino all’8% degli ingressi.
In città come New York, i turisti stranieri spendono fino a quattro volte di più dei turisti americani. E questo spiega perché qualsiasi ridimensionamento del numero di turisti internazionali ha un impatto più ampio sui conti. In base ai dati di Us Travel, infatti, i turisti stranieri trascorrono in media 18 notti negli Stati Uniti, spendendo 4.360 dollari a testa che si traducono in 1,2 milioni di posti di lavoro e stipendi per 32,4 miliardi di dollari.
Gli europei, aggiunge il New York Times, sono i grandi assenti con -10,1%, seguiti dai messicani con -7,1%. Anche se in termini puramente percentuali, il calo più ampio è stato registrato dai paesi del Medio Oriente e dell’Africa, i turisti di queste regioni non rappresentano la fetta maggiore di viaggiatori. Quanto all’Europa, il traffico di turisti dalla Svizzera ha registrato -28%, seguito da Belgio con -20% e Regno Unito con -15,5%.
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