Musica
January 31 2019
Ovunque si parla dei Queen, ovunque, dai magazine ai social, si celebra la loro musica, si celebra il mito di Freddie Mercury. Una Queen mania legata inevitabilmente al trionfo del film Bohemian Rhapsody che ha sbancato il botteghino in tutto il mondo rimettendo in circolo, come mai prima d'ora, la musica e le emozioni create da una band unica e inimitabile.
Film, ma non solo, perché dallo scorso ottobre è tornato in scena We will Rock il musical prodotto da Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, che ha raccontato la sua vita, le sue passioni e la sua carriera nel libro No pasta no show edito da Mondadori.
"Le canzoni dei Queen, come quelle di pochi altri, si sono tramandate di generazione in generazione, hanno alimentato le culture più diverse. I Queen hanno immaginato, scritto, realizzato ed eseguito queste canzoni in una maniera unica, talmente unica da renderle immortali. Sono brani che emozionano al di là delle generazioni. Quanto al film, i venticinque minuti iniziali e quelli finali sono memorabili. A Wembley nel 1985 si sono letteralmente portati via tutto il pubblico. Eccezionale, hanno fatto 'neri' tutti gli altri" spiega Trotta.
"I pezzi dei Queen piacciono universalmente, in qualsiasi versione vengano eseguiti. Sia che li suonino loro piuttosto che i musicisti di un musical, di un'orchestra, di un quartetto d'archi, un pianista o un ensemble vocale: è la magia di una band speciale e di un'arte straordinaria chiamata musica" aggiunge.
"Con i Queen ho da molto tempo un rapporto professionale: con Brian May con Roger Taylor, con il loro manager Jim Beach. Brian è una persona estremamente dolce e semplice, è un astrofisico appassionato che si occupa anche di molte altre cose. Come l'estinzione di alcune specie animali. Quando ho realizzato per la prima volta We will Rock you in Italia, Brian e Roger hanno avuto un ruolo importante nella costruzione dello spettacolo. Si trattava di una replica, nel senso che ero tenuto a mettere in scena la produzione originale inglese così com'era. Stesse coreografie e stesse scenografie. In quel caso Brian e Roger sono intervenuti nella selezione del cast degli attori e dei musicisti della band" racconta Trotta. "Nella versione con Adam Lambert alla voce ho portato i Queen in Italia quattro volte. A Bologna c'erano quindicimila fan..." ricorda.
La versione di We Will Rock You che sta andando in scena in queste settimane è invece una 'no replica'. L’allestimento scenografico è completamente nuovo, frutto dell’immaginazione di Colin Mayes, mentre le coreografie sono ideate e curate da Gail Richardson. Io, Valentina Ferrari e Michaela Berlini abbiamo modificato e implementato il testo. I due protagonisti sono Galileo e Scaramouche, bulilzzati e oppressi in una società dominata da un'unica multinazionale che ha vietato la musica e distrutto gli strumenti musicali. Dove a nessuno è consentito avere amici veri" dice. "Le canzoni dei Queen, tutte rigorosamente in inglese, sono quindi funzionali a questa storia. In questo spettacolo, e ne sono orgoglioso, c'è un grande rispetto per la loro musica e per la qualità delle loro composizioni".
WE WILL ROCK YOU IN TOUR
Milano (dal 31 gennaio al 3 febbraio; dal 7 al 10 febbraio; dal 14 al 17 febbraio, Teatro Ciak), Genova (dal 21 al 23 febbraio, Politeama Genovese), Roma (dal 27 febbraio al 3 marzo, Teatro Brancaccio), Napoli (il 5 marzo, Teatro Augusteo), Catanzaro (il 9 marzo, Teatro Politeama), Reggio Calabria (l’11 marzo, Teatro Cilea), Catania, (il 13 marzo, Teatro Metropolitan), Bari (il 16 e il 17 marzo, Teatro Team), Firenze (dal 22 al 24 marzo, Teatro Verdi), Padova (29 marzo, Gran Teatro Geox), Torino (il 5 e il 6 aprile, Teatro Colosseo), Gorizia (il 9 aprile, Teatro Verdi) e Parma (11 aprile, Teatro Regio). INFO: https://www.wewillrockyou-themusical.it/date-3/