Economia
October 26 2023
Sarà più difficile (e meno conveniente) andare in pensione prima, ma si guarda con attenzione ai giovani. La Manovra 2024 stringe: se esci prima dal mondo del lavoro paghi (quota 104); penalizzati i redditi più alti (sulla rivalutazione degli assegni); “sconti figli” confermati per le lavoratrici, Ape sociale rivista; riscatto a favore dei lavoratori discontinui (si guarda ai giovani). Potrebbero esserci ancora alcuni cambiamenti (si discute nella maggioranza sull’eliminazione di Quota 103 per esempio), prima dell’arrivo in Senato, ma l’impianto è questo, con l’obiettivo di contenere la spesa.
Da gennaio 2024 si potrà andare in pensione con almeno 63 anni di età e 41 di contributi (oggi 62 anni di età e 41 di contributi). Quindi 4 anni prima dei 67 anni che significano pensione di vecchiaia. Questi 4 anni si vedranno sull’importo della pensione, che avrà una riduzione del 4% sul complessivo. Nel caso di una pensione di 2.500 euro lordi al mese si perderebbero circa 100 euro. Si allungano poi le finestre per l'uscita: da tre a sei mesi nel privato e da sei a nove mesi nel pubblico.
Ad oggi chi ha iniziato a versare contributi dal 1996 rientra interamente nel regime contributivo e può andare in pensione a 67 anni (con 20 anni di contributi), se ha maturato un importo almeno di 1,5 volte l’assegno sociale. Altrimenti in pensione si va a 71 anni. La manovra cambia la soglia, portandola a 1 volta l’assegno sociale, restano i 20 anni di contributi. Ma se questi lavoratori volessero accedere alla pensione anticipata (a 64 anni), allora la soglia si alza: da 2,8 di oggi a 3,3 volte l’assegno sociale. Per il biennio 2024-2025 inoltre questi lavoratori potranno riscattare i periodi di vuoto contributivo fino a un massimo di 5 anni. Come per il riscatto della laurea: pagando potranno aggiungere 5 anni di contributi al proprio conto previdenziale. Anche a rate, massimo 120 rate mensili senza interessi.
Come nel 2023 anche nel 2024 ci sarà una rivalutazione degli assegni, per l’adeguamento al costo della vita. Ma con due cambiamenti. Chi prende una pensione 4 e 5 volte il minimo (fra 2.255 e 2.819 euro lordi) avrà una rivalutazione pari al 90% dell’inflazione, contro l’85% del 2023. Quindi è una fetta di pensionati che ci guadagna. Chi ha una pensione 10 volte superiore al minimo (circa 5.638 euro lordi mensili) vedrà l’assegno rivalutato del 22% dell’inflazione nel 2024, contro il 32% del 2023. Quindi è una fetta di pensionati che ci rimette. Restano invariate le altre fasce: 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo; 53% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo; 47% per quelli tra 6 e 8 volte il minimo; 37% per quelli tra 8 e 10 volte il minimo.
63 anni e 5 mesi. La manovra aumenta di cinque mesi l’età per avere accesso all’Ape sociale, l’ammortizzatore che è una sorta di accompagnamento alla pensione per disoccupati, invalidi, caregivers, addetti a mansioni gravose. Un assegno ponte che oggi si aveva con 63 anni di età e dal 2024 con 63 anni e 5 mesi di età.
Stretta dei requisiti anche per Opzione donna: aumenta di un anno l’età minima per l’accesso. Dal 2024 serviranno 61 anni di età, che scendono a 60 anni se si ha 1 figlio e a 59 anni con più figli. Restano necessari anche almeno 35 anni di contributi.