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(Ansa)
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L'autogol di Rabiot, senza Champions e a metà stipendio

Breve storia (per ora) senza lieto fine. Adrien Rabiot si è accasato al Marsiglia e può tornare a fare il mestiere del calciatore professionista. E' successo due mesi dopo l'ultima apparizione su un campo di calcio, nella semifinale dell'Europeo persa dalla Francia contro la Spagna. Poi più nulla se non lunghe vacanze e preparazione fisica in solitaria aspettando il momento giusto per rimettersi in pista. Che per Rabiot, arrivato a scadenza di contratto con la Juventus, significava rispettare due condizioni: una squadra nel grande giro della Champions League e uno stipendio superiore ai 7,5 milioni di euro netti garantiti dai bianconeri e che Giuntoli aveva messo sul tavolo anche per il prossimo triennio.

Se i numeri hanno un senso, la missione è stata completamente fallita. Rabiot ha trovato posto nel Marsiglia di Roberto De Zerbi, giocherà la Ligue1 e vedrà la Champions League dal divano di casa dove, metaforicamente parlando, dovrà anche fare qualche rinuncia visto che l'ingaggio sarà la metà di quello percepito fin qui. L'accordo con il Marsiglia prevede uno stipendio da 3,5 milioni di euro per la prima stagione per poi salire nella seconda, stando però ben lontano da quanto lasciato a Torino.

Dove, sarà bene ricordare, Rabiot non ha nemmeno mandato una mail di risposta definitiva e formale dopo l'offerta bianconera. La madre e agente Veronique ha spiegato che la permanenza alla corte di Thiago Motta non era mai stata un'opzione, eppure per settimane della cosa si era discusso nell'attesa del fatidico responso. Nel frattempo erano caduti anche i corteggiamenti del Milan (5 milioni netti) e altre piste. Tutto in attesa dell'Eldorado che poi non si è materializzato.

Fare la morale sulle scelte di un professionista non è mai facile e, forse, non è nemmeno corretto. Rimane però la grande domanda su cosa sia convenuto a Rabiot mettersi sull'Aventino per poi finire a... Marsiglia. Che è una piazza degnissima, sia chiaro, con un allenatore formidabile ma che è anche tutto quello che il francese aveva spiegato con i fatti di non volere. Se proprio si vuole trovare un filo logico, non resta che dire che l'epoca del bengodi in cui i top player potevano fare e disfare cadendo sempre in piedi sta, forse, finendo. Messaggio che sarà bene tenere a mente nelle prossime finestre di mercato.

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