Milan, idea Rabiot ma serve se Fonseca cambia modulo

Il Milan continua a pensare ad Adrien Rabiot, a maggior ragione ora che si avvicina la fine del mese di agosto e il francese è ancora senza squadra. Non che ci sia una particolare urgenza, visto che da svincolato Rabiot potrà sistemarsi come crede anche dopo il gong della sessione estiva di trattative, ma l'avanzare a passo spedito verso il termine dell'estate fa tornare di moda anche vecchi pensieri. Pian piano tutti i club completano il loro progetto tattico e, burocrazia permettendo, un calciatore del peso economico e tecnico del nazionale francese diventa sempre meno piazzabile.

Il suo nome era stato accostato ai rossoneri già all'inizio dell'estate. Una suggestione fortissima, condivisa anche con l'altra squadra di Milano, ma che si era scontrata con la fattibilità di un'operazione a parametro zero solo formalmente. Rabiot ha continuato a pretendere un ingaggio superiore all'ultimo garantito dalla Juventus (7,5 milioni netti a stagione) e la madre agente è di solito bottega gara in tema di commissioni. Ora che la stagione sta entrando nel vivo qualcosa nell'approccio di Rabiot ed entourage potrebbe anche essere cambiato.

C'è, però, una riflessione più profonda da fare sull'ipotesi che diventi un centrocampista del Milan ed è legata alle sue caratteristiche. Rabiot, per come lo abbiamo conosciuto nel periodo juventino, è un giocatore dotato di grande impatto fisico, veloce nelle progressioni e capace di inserirsi tra le linee con una certa continuità, quando le condizioni di forma lo sorreggono. Non è un regista e nemmeno un mediano muscolare da mettere a protezione della fase difensiva. Se c'è un'immagine che resta nella retina dell'occhio è quella dell'uomo che si proietta avanti.

E' quello che serve al Milan di Fonseca, finito sotto esame per una partenza di campionato in cui la squadra si è mostrata senza alcun equilibrio tattico sia contro il Torino che nella trasferta a Parma? Non si discute il valore del nazionale, ma la sua funzionalità nell'idea di Milan portata avanti nel cuore dell'estate. Un progetto nel quale sembra più adatto Bennacer, destinato a partire per l'Arabia Saudita, piuttosto che Rabiot.

Ecco, dunque, la provocazione. Rabiot può essere un grande colpo di fine mercato (e anche oltre, come del resto il trasferimento di Bennacer in Arabia dove la sessione chiude più avanti) a patto che Ibrahimovic e Fonseca abbiano in testa un restyling tattico. Non più due mediani e tre assaltatori alle spalle di Morata, ma un centrocampo a tre con due mezzali (Fofana e Rabiot), un regista (Rejnders) e poi due esterni (Leao e Pulisic) da scatenare insieme alla prima punta. Il tutto con i ricambi in un gioco di coppie obbligato per chi deve affrontare anche le fatiche della Champions League. Così funziona, altrimenti la sensazione è che il gioco non valga la candela. C'è tempo per farlo anche se la domanda sorgerebbe spontanea: significherebbe ammettere di aver disegnato per mesi una tela sbagliata?

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