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June 16 2016
Se ci fosse una classifica delle espressioni più abusate, spesso anche a sproposito, nell'uso comune del linguaggio, quella che recita “nella splendida cornice” occuperebbe senz'altro uno dei primi posti. Quando però si parla di Roma, è impossibile non riconoscerle almeno questa virtù: quella di sapersi trasformare, pur tra tanto degrado e sporcizia, nella cornice effettivamente più splendida del mondo.
Quella di ieri, offerta da Piazza del Campidoglio al tramonto, con la statua di un imperioso Marco Aurelio a cavallo, ha fatto da sfondo all'ultimo confronto tra i due candidati sindaco Roberto Giachetti e Virginia Raggi organizzato da SkyTg24. Chi ha vinto e chi ha perso conta relativamente. Anche perché, se a giudicare dalle pagelle che abbiamo assegnato, il migliore tra i due è risultato ai punti il candidato dem più sicuro, rilassato e preparato nelle risposte (anche per quanto riguarda la conoscenza dei municipi di Roma, che lui azzecca e l'altra no), tutto fa ritenere che domenica i romani incoroneranno prima cittadina della Capitale d'Italia la candidata grillina.
In circa un'ora di botta e risposta, i due si sono dati battaglia su molte delle questioni che in questi anni hanno reso per i romani né facile, né comodo né tantomeno bello vivere in una città pur bellissima. Ne abbiamo scelti alcuni ed ecco come è andata.
Bilancio
Promosso Giachetti. Anche solo per il fatto di avere già indicato chi dovrà occuparsene, ossia Silvia Scozzese, esperta della materia avendo occupato quella stessa poltrona per alcuni mesi durante la travagliata giunta Marino. La via giachettiana verso il risanamento delle casse capitoline passa per la rinegoziazione del debito e una stretta collaborazione con il governo. Ogni anno potranno essere risparmiati circa 200 milioni da reinvestire in interventi urgenti sul sociale.
Bocciata Raggi. Nel corso del confronto di ieri la candidata grillina parla di tassi d'interesse e propone anche lei la rinegoziazione del debito come ricetta per il risanamento contabile. Ma Roberto Giachetti la mette in difficoltà: "cambi sempre idea". Nei giorni scorsi la Raggi aveva effettivamente ipotizzato la possibilità di sottrarsi al pagamento di un debito "lasciato dai vecchi partiti, a cominciare dal Pd" e di cui i romani "non hanno colpa". “Un modo – spiega il dem – per finire dritti in default”.
Olimpiadi
Bocciato Giachetti. Non tanto per il sì alle Olimpiadi che, lo ha ribadito anche ieri, farebbero guadagnare alla città quasi 2 miliardi di investimenti e circa 170 mila posti di lavoro ma per aver investito su questo tema buona parte della sua campagna elettorale. Alla fine anche i suoi stessi sostenitori si sono stufati.
Promossa Raggi. Che si sia a favore o contro la possibilità che Roma ospiti i Giochi olimpici nel 2024, decisione che spetterà al Cio, Virginia Raggi ha probabilmente molta ragione quando insiste nel ribadire che non si tratta di un tema che i romani, in questo momento, hanno a cuore: “nessun cittadino mi ha chiesto se voglio o non voglio le Olimpiadi. Le loro preoccupazioni sono altre: trasporti, asili, decoro”. Vero.
Giunta
Promosso Giachetti. I nomi della sua squadra sono noti da settimane. Tanto che gli assessori in pectore stanno in questi giorni attraversando Roma in lungo e largo a bordo dei tre camper messi in campo per questo ultimo scampolo di campagna elettorale. Ieri Giachetti non ha dovuto fare altro che elencarne i nomi e sottolineare un paio di caratteristiche per ciascuno. Non solo: ha anche annunciato che sarà lui a tenere la delega ai Lavori pubblici che saranno seguiti direttamente dal suo capo di gabinetto Alfonso Sabella.
Bocciata Raggi. Slitta ancora la presentazione della sua giunta inizialmente annunciata per il 5 giugno, poi per oggi e infine per domani. Durante il confronto di ieri il conduttore di Sky ha chiesto esplicitamente alla candidata grillina di fare qualche nome o confermare almeno quelli già circolati sui giornali. Niente da fare. “Ci stiamo lavorando” ha glissato lei. Ma la verità sembra essere un'altra: in tanti, infatti, le stanno dicendo di no. Su Twitter qualcuno ha ironizzato: “Gli assessori della Raggi saranno svelati insieme al terzo segreto di Fatima”.
Atac
Bocciato Giachetti. Il candidato dem se la cava abbastanza bene fin quando, a proposito di trasporti, ribadisce la sua piena fiducia nell'operato dell'attuale direttore generale dell'azienda municipalizzata Marco Rettighieri. Poi il disastro: annuncia di voler mettere in strada 150 autobus nuovi. Raggi tira fuori un foglio che è l'atto d'acquisto dei suddetti mezzi datato gennaio 2016. “Si sta vendendo una cosa già fatta”. “Fatta dal Pd” replica Giachetti. “Fatta da Tronca” lo azzittisce lei. Colpito e affondato.
Promossa Raggi. Non le serve dire niente di quanto farà lei. Le basta smentire, carte alla mano, quello che aveva appena dichiarato il suo avversario.
Toponimi
Promosso Giachetti. La domanda è semplice: a chi intitolare una strada appena eletto sindaco. Il candidato dem non ha dubbi e risponde “Marco Pannella”, il leader radicale recentemente scomparso. Un tributo personale – Giachetti lo ha sempre indicato come uno dei due uomini, l'altro è il padre, al quale deve di più – ma anche collettivo a un protagonista della storia politica di questo Paese.
Bocciata Raggi. Quando si esce fuori dal seminato, e arrivano domande in cui è richiesto di dare prova di iniziativa personale, sembra quasi che la candidata grillina entri in crisi nel terrore di sbagliare. “Decideranno i cittadini”, la risposta sfuggente e imbarazzata. Oltre al pubblico neutro (c'erano pure le tifoserie), anche il conduttore Gianluca Semprini sembra spazientirsi: “ah, fa un altro referendum?”.
Mafia Capitale
Bocciato Giachetti. Il conduttore domanda cosa direbbe a Massimo Carminati se dovesse incontrarlo. La risposta è fiacca: non gli direbbe nulla. “Se divento sindaco – aggiunge solo il candidato dem – sarò vigile e attento perché non via siano più infiltrazioni come quelle che abbiamo visto”. Peccato che su di lui gravi il fardello delle responsabilità attribuite al Pd, il suo partito, nella vicenda di Mafia Capitale.
Promossa Raggi. “Saremo incorruttibili, con noi i giochi saranno finiti”. Si tratta di crederle sulla parola. D'altra parte non ci sono precedenti che giustifichino la scelta di non farlo.
Domande dei sostenitori
Promosso Giachetti. Non tanto per la sua risposta ma per demerito di chi l'ha posta. Come supporter della Raggi non si presenta infatti un cittadino qualunque (uno, evidentemente, non vale più uno) ma addirittura Marcello De Vito, campione di preferenze lo scorso 5 giugno e già candidato sindaco nel 2013. Domanda a Giachetti se anche lui ha votato le leggi Fornero, Jobs Act e sull'abolizione dell'articolo 18 che “ha lasciato tanta gente per strada”. La risposta è apprezzabile almeno per la sincerità: “ho votato la legge Fornero perché eravamo sull'orlo del default. Se faccio parte di una maggioranza non tolgo la faccia”.
Bocciata Raggi. Insieme alla risposta sul toponimo, è il momento più basso della sua prestazione. Una militante del Pd le domanda come consulterebbe gli elettori in caso di avviso di garanzia. A Parma e Livorno non si è fatto, a Roma cosa succederebbe: “dovremo tutti iscriverci al blog di Grillo per votare?”. Imbarazzante la risposta: “Sì, consulterei i cittadini anche sul blog di Grillo”.
Appello finale
Giachetti promosso. Il candidato dem rinuncia alla recita di un vero e proprio appello e impiega il suo minuto a disposizione per parlare di se stesso: “fare il sindaco di Roma è un'impresa che farebbe tremare i polsi a chiunque. A me hanno addirittura rimproverato che non mi taglio la barba. Tuttavia, sarebbe la realizzazione del più grande sogno della mia vita”. Per tutta la campagna elettorale gli era sempre stato rinfacciato di non aver mai dato prova di voler davvero vincere queste elezioni. Ha fatto bene ieri a tirare fuori un po' di sentimento. Quello che è sembrato completamente mancare alla sua avversaria.
Raggi bocciata. Privata dei solidi punti di riferimento di un vero studio televisivo, Virginia Raggi non è riuscita a centrare l'occhio della telecamera come in occasione del primo confronto andato in onda alla vigilia del primo turno. Piuttosto disorientata, è scivolata dunque sullo slogan finale. Le è partito infatti un “cambiamo verso a questa città”. Sarà pure “nuova” ma la citazione è vecchia. E malauguratamente per lei a coniarla era stato proprio quel leader di partito tanto avversato che risponde al nome di Matteo Renzi.