Il grillino del Tg1 fa causa ad Orfeo

La Rai l’ha pomposamente  ribattezzato «sito identitario», Dagospia, meno elegantemente, «cimitero degli elefanti». Il sito del Tg1, lanciato tre anni fa, è diventato poco più di un archivio dei servizi trasmessi nel telegiornale. Motivo? La decisione aziendale di accorpare le redazioni internet in un’unica testata diretta da Monica Maggioni (lo «switch off» è previsto a metà novembre). 

Il direttore del Tg1 Mario Orfeo, afflitto pure da una serie di preoccupanti sconfitte e pareggi di ascolti con il Tg5, è però quello che deve fronteggiare più malumori interni perché risorse e dipendenti coinvolti (in epoca Augusto Minzolini) nel sito erano molto superiori a quelli degli altri tg. E c’è anche un retroscena: pare che Orfeo, illustrando a voce il suo piano editoriale annunciò grandi progetti sul web.

Ora che il piano editoriale (scritto) è arrivato dopo nove mesi sotto i loro occhi, i giornalisti hanno scoperto, a sorpresa, che il web era il grande assente. E c’è chi si sente beffato e ricorre all’avvocato, Domenico D’Amati, lo stesso di Tiziana Ferrario versus Minzolini: l’inviato Leonardo Metalli, il grillino del Tg1 (ha scritto l’Urlo della rete, l’inno del movimento) ufficialmente «responsabile delle Iniziative speciali del sito» e oggi confinato al sito identitario, nella sua causa denuncia demansionamento e dequalificazione professionale. Fino alla fine del 2011 era alla redazione cultura del Tg1  poi è stato trasferito alla redazione Internet.  Con una mansione mai diventata operativa ma che l’avrebbe «incatenato» al sito identitario. 

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