Raitre: la carica delle donne

Non solo Giulia Innocenzi e il suo AnnoUno. A luglio, su Rai Tre, a sostituire Ballarò per la pausa estiva, arriva Mia Ceran. La 27enne giornalista di Agorà, strappata proprio a La7 dal direttore Andrea Vianello, condurrà un nuovo talk di approfondimento insieme a Marianna Aprile, notista di costume del settimanale Oggi, ed Elisabetta Margonari del Tg3. Titolo di lavoro, Millennium. Che non è un’allusione alla trilogia di Stieg Larsson, ma strizza l’occhio a un pubblico più giovane. E se quella di scegliere tre conduttrici appare come un’operazione di marketing, visto che dar spazio alle donne oggi è di moda, va riconosciuto alla rete di essere stata la prima, proprio con Agorà (condotto da Vianello prima di passare il testimone a Gerardo Greco), a cercare di garantire il 50% di ospiti femminili in un talk di approfondimento. Impegno confermato dal fatto che Ceran, Aprile e Margonari saranno anche autrici di Millennium.

Non sarà però la tv delle ragazze: come a Ballarò, la politica e l’economia la faranno da padrone. Vale la pena notare, poi, che sempre in continuità con Agorà, né il capoprogetto Riccardo Zambon, né Ceran sono politicamente allineati: segno che a Rai Tre prende piede un giornalismo più anglosassone e meno connotato?

Ma le donne intorno al cor di Andrea Vianello sono addirittura quattro. Dopo l’exploit dell’estate scorsa, e con la nomina dell’allora co-conduttore Giovanni Anversa a capostruttura, Serena Bortone, a Rai Tre dai tempi di Avanzi e Mi manda Lubrano, è stata promossa conduttrice unica di Agorà Estate, al via a giugno. La Rai, insomma, o almeno parte di essa, sembra essersi accorta che tenere aperta l’informazione anche d’estate non è solo servizio pubblico, ma fa ascolti. Un anno fa, nella prima edizione di Agorà Estate, Bortone era riuscita a fare quasi la stessa media di share dell’invernale, con punte che avevano superato il 13%. E con il post-elezioni, il semestre europeo alle porte e la crisi che anche quest’anno terrà a casa tanti italiani, “presidiare” sembra la strategia migliore. Tanto più che nella crisi generale dei talk, Agorà, di cui Bortone è autrice storica, è invece cresciuto. Anche grazie al pubblico femminile, più numeroso che in altri programmi d’informazione.

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