Dalla Siria e dallo Yemen devastati dalla guerra civile, passando per la Palestina in costante tensione fino agli sfarzi degli Emirati Arabi e al fascino moderno dell'Oman, tutto il mondo musulmano celebra il Ramadan.
Dal 16 maggio al 14 giugno oltre un miliardo e mezzo di musulmani onorano il mese sacro, all'insegna della purificazione e della riscoperta di una solidarietà che unisce tutti i fratelli nella fede, che diventa festa quando, dopo il tramonto, si rompe il digiuno e in famiglia o con gli amici si fa onore all'Iftar, il pasto con i piatti della tradizione.
Nel nono mese del calendario lunare islamico ogni musulmano adulto in buona salute è tenuto, dall'alba al tramonto, a digiunare, e ad astenersi dal bere, dal fumare e dai rapporti sessuali. Dall'obbligo sono esclusi, oltre ai bambini, i malati, le donne incinte e i viaggiatori. Il mese può durare 29 o 30 giorni e finisce con l'avvistamento della luna nuova che annuncia l'inizio del mese successivo, quello di Shawwal.
Il Ramadan è uno dei cinque pilastri dell'Islam, insieme alla testimonianza di fede, la preghiera, l'elemosina e il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Proprio l'elemosina e gli altri atti meritevoli assumono una particolare importanza durante questo periodo, con il digiuno visto come uno sforzo per superare i propri istinti animali e affermare la solidarietà con i più bisognosi.
È durante il Ramadan che, secondo la tradizione islamica, l'arcangelo Gabriele rivelò il Corano al profeta Maometto nella notte di Qadr. Per gli sciiti questo è anche un periodo di lutto perché nel 21° giorno del Ramadan ricordano il martirio a Kufa del loro primo Imam, Ali, nell'anno 661.