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L'età dell'indecisione

È l’immagine di un mondo al bivio quella che traspare dall’ultimo Rapporto Coop, che ogni anno analizza consumi e stili di vita degli italiani, con uno sguardo attento verso il futuro. Un Paese preoccupato dallo scenario internazionale, in ansia per l’emergenza ambientale, affaticato dalla quotidianità e per questo sempre più inquieto.

Gli italiani non guardano più con fiducia il futuro, ma con timore (più 11 per cento 2024 su 2022) e di conseguenza la parola chiave con cui si approcciano ai consumi è «risparmio», di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti, almeno per il 75 per cento degli intervistati. Così, mentre rallentano le spese per tutto quello che si considera superfluo, cresce però la ricerca del benessere personale che trasforma la cura del corpo in un vero e proprio culto con una variazione di vendite di prodotti cosmetici a due cifre (2024 su 2019) fino a sfiorare comportamenti disfunzionali per raggiungere i propri obiettivi di peso (8.6 milioni di italiani assumono o sono interessati a ricorrere a farmaci per il diabete per dimagrire).

Inevitabili le ripercussioni sui comportamenti alimentari. Non stupisce come gli italiani siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta di quella europea che si ferma al 31 per cento. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari, guidati anche da una coscienza sempre più ambientalista. Il cibo rimane però l’unico comparto in cui tagliare la spesa, è una opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21 per cento del campione dichiara che aumenterà la sua spesa contro il 10che intende diminuirla.

«Lo scenario delineato dal Rapporto Coop 2024 si introduce in un contesto straordinariamente complesso e in fondo atteso» ha commentato Maura Latini, presidente Coop Italia. «Registro con favore il fatto che persiste da parte dei consumatori italiani una attenzione a aspetti non secondari nell’offerta di un cibo che sia anche di qualità, rispettoso dell’ambiente, di chi lo consuma ma anche di chi lo produce. Concetti ancora più esplicitati da parte delle giovani generazioni, che si mostrano vera avanguardia e trainer delle famiglie per modalità di consumo e di alimentazione».

Alle parole del presidente si aggiungono quelle di Domenico Brisigotti, direttore generale Coop Italia, che dichiara: « Se da una parte il quadro inflattivo sembra assestarsi, dall’altra si dovrà tenere conto del fatto che i prezzi, anche se stabilizzati, sono di fatto del 20% superiori a quelli del 2021».

Conclude, con un appello al governo, Marco Pedroni, presidente Anca-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). «Il Rapporto Coop conferma la grande preoccupazione degli italiani per lo scenario internazionale e per le guerre in corso, mentre sul piano interno vengono percepiti alcuni miglioramenti della situazione economica e delle prospettive del Paese. Un Paese a due velocità dove comunque permangono ampie sacche di difficoltà. Chiediamo al Governo e alle istituzioni di fare di più per i redditi e i consumi della parte più in difficoltà degli italiani e di concludere finalmente quella giusta riforma dei buoni pasto che sottrae molte risorse alle imprese e ai consumatori finali».

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