I mercati, che amano la stabilità, sono felici per il Mattarella bis

Il ritorno di Mattarella sul colle più alto di Roma piace ai mercati finanziari, che tifano sempre per la stabilità: tuttavia, la situazione politica e la sua evoluzione pongono una serie di incognite sulle quali gli investitori professionali si continuano a interrogare.

Il beneficio per i titoli di Stato italiani dovrebbe essere immediato. “La rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica e la riconferma di Mario Draghi a capo del governo rappresentano il risultato migliore che l’Italia potesse sperare per i prossimi 12 mesi”, osserva Annalisa Piazza, fixed income research analyst di MFS Investment Management. “Con queste premesse, i Btp dovrebbero beneficiare di una nuova stabilità e dell'integrità delle due figure più importanti sulla scena politica. Nel breve periodo, potrebbe esserci la possibilità di una lieve riduzione degli spread contro il Bund”. Inoltre, aggiunge Piazza, “restiamo abbastanza ottimisti riguardo la ripresa economica dell'Italia: per alcuni anni il Pil si assesterà ben al di sopra del potenziale, il programma di riforme e l'attuazione del Pnrr rappresentano fattori chiave per la ripresa e i risultati fiscali dell'Italia sono migliorati grazie alla perfetta combinazione tra entrate fiscali positive e riduzione del debito rispetto al Pil”. Per questi motivi, “il quadro a lungo termine rimane ottimistico e ci aspettiamo un ulteriore miglioramento della sostenibilità del debito”.

“Anche se il risultato delle elezioni è il migliore possibile per l'Italia, nei prossimi mesi riteniamo possano esserci ancora alcuni fattori di rischio”, avvisa Piazza. “Ad esempio, l'attuale maggioranza potrebbe vedere un rimpasto nelle prossime settimane, dal momento che le coalizioni dei partiti hanno mostrato una crescente debolezza durante le elezioni del presidente della Repubblica”. I Btp potrebbero “soffrire se la Bce iniziasse a comunicare la volontà di tornare a una politica monetaria più restrittiva, accennando cioè a un rialzo dei tassi prima del previsto. Questo potrebbe portare a un temporaneo riallargamento dello spread con il Bund, poiché terminerebbe prima il QE. Non è tra gli scenari più probabili, ma i rischi non sono banali, dato che la Bce sta mantenendo un atteggiamento prudente e aumenta la pressione tra le banche centrali”. Un altro pericolo, più strettamente legato all’evoluzione della situazione politica, è dato dal fatto che “l’impatto del Recovery Fund nel medio termine potrebbe non generare gli effetti desiderati se Draghi dovesse incontrare molte difficoltà con la coalizione di governo nei prossimi mesi, dato che i partiti inizieranno presto la loro campagna elettorale. In questa eventualità, gli investitori potrebbero rifocalizzarsi sui problemi a lungo termine dell'Italia, e cioè bassa crescita e basso Pil potenziale. Se ci concentriamo invece sugli aspetti positivi, il rischio di andare a elezioni anticipate è ormai nullo e la debolezza delle controparti politiche permetterà a Draghi di proseguire con il programma di riforme in corso. Inoltre, con i rischi politici ora ridotti, le agenzie di rating continueranno il loro graduale aggiornamento positivo per l'Italia”.

Sostanzialmente in linea la posizione di S&P, secondo cui “l'elezione di Mattarella a un secondo mandato consentirà al governo del primo ministro Mario Draghi di concentrarsi sulla realizzazione di un secondo ciclo di riforme nell'ambito dell'impegno dell'Italia previsto dal Piano di ripresa nazionale”. Per S&P l’economia italiana, “cresciuta del 6,5% l'anno scorso, si espanderà ulteriormente del 4,7% nel 2022, grazie ai trasferimenti europei e al miglioramento della situazione epidemiologica a supporto della domanda interna, oltre a una solida crescita delle esportazioni”. La ripresa “dovrebbe portare quest'anno a un leggero calo del debito pubblico netto italiano in rapporto al Pil, che si attesterà al 141,8%, rispetto a un picco del 145,4%. Tuttavia, una crescita inferiore o un ritmo più lento del riequilibrio fiscale rimangono rischi per la sostenibilità del debito”.

Per Andreas Billmeier, European economist di Western Asset (gruppo Franklin Templeton), la rielezione di Mattarella e la riconferma di Draghi rappresentano “un risultato positivo per l'Italia e il rischio di mercato di breve termine. Da un punto di vista di medio termine, tuttavia, l'età di Mattarella (81 anni) e le prossime elezioni parlamentari, in programma nel primo semestre del 2023, gettano un'ombra, più che se per la carica fosse stato scelto un candidato più giovane, anche lo stesso Draghi). In altre parole, consideriamo la conferma di Mattarella anche come un'espressione della speranza da parte dei partiti contrari a Draghi di essere potenzialmente in grado di eleggere il prossimo presidente dopo aver vinto le prossime elezioni”.

Secondo Billmeier “il processo elettorale ha messo in luce disaccordi molto sostanziali all'interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra e anche all'interno di alcuni dei partiti più grandi”, prospettando “una significativa quantità di sconvolgimenti politici probabili fino al momento delle prossime elezioni politiche”. Per questi motivi, avvisa l’economista, “ci aspettiamo che lo slancio delle riforme si arresti dopo l'estate, con i partiti che dovranno ricostruire il loro profilo piuttosto che supportare le riforme politicamente difficili possibili sotto il governo tecnocratico guidato da Draghi. Inoltre, “con la riduzione graduale degli acquisti di asset da parte della Bce prevediamo che gli spread dei titoli di Stato italiani registreranno nuovamente un ampliamento una volta che l'entusiasmo dell’immediato sarà svanito".

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