Economia
November 25 2019
Spacciatori, lavoratori in nero, ricchi possidenti e persino morti. Sono i profili di coloro che sono stati pizzicati a incassare in maniera illecita il reddito di cittadinanza.
Secondo l’Ispettorato generale del lavoro, a giugno - quando sono stati raccolti i primi e per ora unici dati ufficiali in materia di reddito di cittadinanza - erano 185 le persone che avevano incassato il RdC senza averne il diritto.
Perché in Italia fatta la regola, trovato l'inganno. E' un triste primato quello dei nostri furbetti, coloro che pensano di essere al di sopra delle leggi e delle sanzioni e si fanno beffa delle regole.
Centottantacinque truffatori ufficialmente, ma sarebbero molti di più. La Guardia di Finanza, infatti, nel corso delle normali operazioni di controllo, ha pizzicato una serie di delinquenti che, accanto alle "normali" attività al di fuori della legge, incassava anche il sostegno governativo al reddito. In tutto quindi, i furbetti, da aprile a oggi, sarebbero oltre 300.
La geografia e la casistica è omogenea e varia.
A ottobre, ad esempio, a Napoli è stato arrestato uno spacciatore di 58 anni che, pur vendendo cocaina e marijuana, arrotondava lo stupendio col reddito di cittadinanza.
A Bergamo controlli incrociati della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e delle amministrazioni locali hanno portato a stanare 76 persone che incassavano il RdC a sbafo. Lavoratori in nero, gente che nel frattempo ha trovato lavoro ma che non ha mai fatto l'atto di rinuncia al reddito, persone che avevano dichiarato il falso ritoccando il 730 per rientrare nei parametri.
A Trapani, all'interno di un'operazione di sequestro di sigarette di contrabbando è stato arrestato un italiano che ogni mese riceveva una card da 1000 euro.
Qualche settimana prima a Erba, in provincia di Como, era stato beccato un ambulante al mercato rionale che, oltre a vendere frutta o verdura, si metteva in tasca illecitamente anche i soldi destinati ad aituare i disoccupati italiani a ritornare nel mondo del lavoro e a riconquistare un'autonomia economica utile, a conti fatti, a far muovere il sistema paese.
In Lombardia il contributo veniva versato a persone morte da mesi (la cui scomparsa non era mai stata dichiarata dai parenti), mentre a Rimini un pensionato dal conto corrente da 800.000 euro aveva chiesto e ottenuto il RdC.
Nel napoletano una famiglia viveva in una villa con piscina e non contenta ogni membro aggiungeva al budget mensile 700 euro pubblici.
E poi nella pesca a strascico effettuata dalla GdF sono finiti mafiosi, falsi invalidi, casalinghe dalla doppia vita, presunti indigenti dal patrimonio nascosto.
Vista la mole di casi emersi quasi in maniera fortuita il comando generale della Finanza ha disposto di avviare operazioni incrociate proprio atte a smascherare i furbetti del RdC.
Una triste panoramica che disegna il ritratto di un'Italia dove vince (o crede di vincere) chi è più furbo e neppure la minaccia di 6 anni di carcere e la restituzione di quanto illecitamente sottratto allo Stato rappresenta un deterrente sufficiente per fermare la malsana abitudine di fregare il prossimo.