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November 07 2015
Un primo testo sul reddito di cittadinanza alla pugliese è già pronto sulla scrivania di Michele Emiliano. Ad annunciare la notizia, all’incontro “Presidente mi spieghi…” dell’ultima giornata della tappa barese di Panorama d’Italia, è lo stesso governatore specificando che si chiamerà “reddito di dignità”.
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Il reddito di cittadinanza in tutte le sue declinazioni, a partire da quello proposto da anni dal Movimento 5 stelle a quello di dignità in salsa pugliese e al reddito minimo garantito, proposto dal presidente dell’Inps Tito Boeri, sta diventando sempre più di attualità nell’agenda politica nazionale. Recentemente anche 30 associazioni del sociale, con la Caritas in testa, ne hanno proposto uno, il reddito di inclusione sociale.
Cavallo di battaglia del 5 Stelle
Di proposte e modelli sul reddito di cittadinanza ne girano tante, soprattutto durante le campagne elettorali. Spesso però spariscono appena le urne si chiudono. Solo quello dell M5s, seppure dall’opposizione, resiste. Era la prima proposta del programma elettorale alle elezioni del 2013, poi è stato presentato come disegno di legge e probabilmente sarà il cavallo di battaglia della prossima campagna elettorale grillina, come ha ribadito a settembre a Roma, Roberto Casaleggio. Secondo lui si può fare perché “senza sprechi, i soldi si trovano”.
La proposta di Boeri
Da un po' è salito alla ribalta delle cronache il reddito minimo garantito che Tito Boeri ha annunciato di aver proposto al governo e che aveva definito come “sostegno di inclusione attiva per le persone che hanno più di 55 anni e per le loro famiglie”. In pratica riguarda gli espulsi dal lavoro che a causa dell’età hanno le maggiori difficoltà a rientrare, e punta ad accompagnarli al raggiungimento della pensione. Una proposta che secondo Boeri è “chiavi in mano”, finanziabile con il taglio delle pensioni più alte, ma che recentemente il governo ha bocciato.
Reddito di dignità alla pugliese
Il reddito di dignità appena anticipato da Emiliano a Panorama d’Italia, se verrà realizzato, potrebbe essere il primo reddito di cittadinanza in grande scala che una regione riuscirebbe a portare al traguardo. Ma di cosa si tratta esattamente? “Nel primo testo che è già sulla mia scrivania e che probabilmente subirà qualche cambiamento” ci spiega Emiliano, “sono previsti fondi per 70 milioni di euro”.
Il solito assistenzialismo? Assolutamente no, garantisce il governatore pugliese, “saranno circa 500 euro al mese, ma sarà una tortura per chi lo riceverà. Una tortura positiva che prevede una serie di azioni per rimettere le persone nel mondo del lavoro. E per chi non sarà possibile far rientrare al lavoro, si dovrà mettere a disposizione della comunità, anche pulire i bagni”. Sarà davvero realizzabile? “Ne sono sicuro” conclude Emiliano, “esiste in tutta Europa e non capisco perché non debba esistere anche in Italia”.