Economia
May 22 2024
Il parrucchiere, i fiori, gli abbonamenti alle pay tv, gli assegni dell’ex coniuge, le spese per affitto e mutuo fino al mantenimento del cane di casa. Insomma: tutto. Il governo rispolvera il redditometro, da sempre osteggiato dai partiti ora al governo. In Gazzetta ufficiale ieri (martedì) è comparso un decreto firmato da Maurizio Leo, viceministro all’Economia. Torna in vita, con alcune modifiche, lo strumento che, analizzando lo stile di vita di ognuno di noi e confrontandolo con la dichiarazione dei redditi, mette in luce le discrepanze e quindi il “rischio” evasione (totale o parziale) delle persone fisiche. In quell’anno hai guadagnato 1500 euro al mese, ma hai fatto una vacanza in un hotel di lusso e hai comprato due computer e hai fatto spese ingenti in gioielleria? Scatta il controllo dell’Agenzia delle Entrate.
Il redditometro fu istituito nel 1973, modificato nel 2010 durante il Berlusconi IV e congelato nel 2018 dal governo Conte. Ora torna, con un aggiornamento della lista delle voci e degli indici che fanno scattare le verifiche del Fisco.
I contribuenti vengono divisi in 11 tipologie di nuclei famigliari (coppie con figli, senza figli, single under 35, ecc.) su 5 aree geografiche diverse. Vengono analizzate le spese e gli investimenti presenti nel sistema dell’Anagrafe Tributaria, i pagamenti elettronici uniti ai dati emersi dall’indagine annuale Istat sulle spese delle famiglie divise per categorie (spesa minima presunta) e la quota di risparmio riscontrata e non usata. Unendo i dati si stima la “capacità contributiva” cioè il reddito che il cittadino avrebbe dovuto avere per far fronte alle spese fatte. Se lo scostamento supera il 20% scatta l’accertamento.
Si parte dai redditi del 2016, tenendo conto degli elementi già presenti nell’anagrafe tributaria. Scatta la verifica quando il reddito accertabile supera del 20% quello dichiarato.
Sono 56 i tipi di “spesa” introdotti per l’analisi e 9 le voci di investimento che possono essere controllati.
Si parte con generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature. Per queste voci in assenza di dati nel Sistema Informativo dell’Anagrafe tributaria si presume una certa soglia di spesa in base ai dati Istat a seconda della categoria a cui si appartiene (il tipo di famiglia e l’area geografica). Si passa poi alla casa: quindi spese per mutuo, affitto, condominio, intermediazione immobiliare. Tracciabile poi quello che si è speso per combustibili ed energia, per elettrodomestici, mobili beni per la casa, oltre a colf e babysitter. C’è poi il capitolo salute (medicinali e visite mediche), trasporto (assicurazioni, bollo, costi di manutenzione e per taxi, aerei, treni e mezzi pubblici). Entrano nel calcolo anche tutte le spese fatte per la comunicazione (cellulari e bollette) e per l’istruzione (libri scolastici, tasse e rette scolastiche dal nido all’università, corsi di lingua, master, affitti universitari e vacanze e soggiorni studio all’estero). E poi c’è il tempo libero (pay-tv, giochi e giocattoli, radio, televisione, hi-fi, computer, libri non scolastici, giornali e riviste, dischi, cancelleria, abbonamenti radio, televisione ed internet, lotto e lotterie, piante e fiori, riparazioni radio, televisore, computer, attività sportive). Non sfuggono a “fare reddito” gli animali: dal mantenimento del cavallo alle spese veterinarie per cani, gatti e animali domestici. E poi si conteggiano anche gli assegni al ex coniuge, la bigiotteria, il barbiere e il parrucchiere. Infine, concorrono alla stima che può fare scattare l’accertamento anche tutti gli investimenti: dalle azioni ai francobolli, dagli immobili all’oro.
Entra in campo il contraddittorio. A differenza del passato prima di inviare qualunque atto l’Agenzia delle Entrate chiede al contribuente spiegazioni. Ci si potrà difendere e dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta in esame. Si potrà contestare che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che si è usato per sostenerle un risparmio formato nel corso degli anni.