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May 21 2015
Quando si dice che alle regionali finirà 6-1, quell'1 si riferisce Veneto. Nemmeno la rottura tra Luca Zaia (appoggiato da Fi) e FlavioTosi (sostenuto da Ncd) ha potuto indebolire la Lega nella sua regione roccaforte. Aver battuto e ribattuto a tappeto 579 comuni non sembra poter bastere ad Alessandra Moretti per recuperare terreno. Il divario tra il governatore uscente Zaia e l'ex eurodeputata dem, che ha lasciato il suo seggio a Strasburgo per giocarsi la partita delle regionali, appare infatti incolmabile.
Lega divisa
Al di là del disagio politico avvertito dal sindaco di Verona per lo spostamento su posizioni sempre più oltranziste impresso alla Lega da Matteo Salvini su immigrazione, Euro ed Europa, il motivo che ha causato la rottura tra Tosi da una parte e Salvini e Zaia dall'altra ha riguardato soprattutto le alleanza e la compilazione delle liste dei candidati. Mentre il primo ha sempre insistito per includere nell'alleanza con Forza Italiaanche il Nuovo centrodestra di Alfano, per Salvini governare in Veneto con chi a Roma si presta fare da stampella del governo Renzi è sempre stato del tutto escluso. Mentre per quanto riguarda le liste, Tosi non ha mai accettato l'ingerenza dei lombardi (leggi prima Maroni, poi Salvini) nelle questioni venete. D'altra parte Zaia non avrebbe potuto acconsentire, per non sentirsi a sua volta commissariato, alla presentazione di una lista autonoma del sindaco di Verona (che ha sempre rivendicato il diritto del segretario della Liga di scegliere i candidati), benché in suo sostegno. Costretto a scegliere tra la sua fondazione “Ricostruiamo il Paese” e il movimento, Tosi alla fine ha rotto gli indugi. Ma secondo indiscrezioni il segretario della Liga veneta avrebbe deciso di candidarsi governatore già un mese prima dell'annuncio ufficiale del 13 marzo. La data di registrazione del sito “tosipresidente” risale infatti al 17 febbraio.
La scommessa (già persa) di Renzi su Ale
Quando Alessandra Moretti ha vinto le primarie con appena 26mila voti contro 230mila ottenuti alle Europee del 2014, Matteo Renzi aveva comunque già deciso da tempo che a doversi “sacrificare” nella regione data per persa fin dall'inizio sarebbe dovuta essere la ladylike del Pd. Non che Ale abbia fatto i salti di gioia quando una notte – lo ha raccontato lei stessa in un'intervista – sentì squillare il telefono scoprendo che d'altra parte c'era lui che di fatto le chiedeva di rinunciare al seggio dorato di Bruxelles per immolarsi contro i “barbari sognanti” della sua regione. Oggi Renzi sic che il Pd “non vuole perdere nemmeno mezza regione”, ma sapendo che perderà il Veneto, riconosce almeno alla Moretti di aver affrontato la “sfida più difficile”. Un bel pezzo dei dem locali non possono vederla. La segretaria della Cgil Susanna Camusso ha suggerito di votare scheda bianca. Anche tra i suoi candidati ci sono degli “impresentabili” come Santino Bozza, bossiano di ferro ed ex consigliere regionale del Veneto della Lega Nord, noto alle cronache per aver definito i gay dei “culattoni”. Lei stessa poi ci mette del suo nel complicarsi la vita e, in piena campagna elettorale, consiglia agli anziani di prendersi in casa un extracomunitario in cambio di 35 euro al giorno.
I candidati: Zaia, Tosi, Moretti, Berti
Luca Zaia, 47 anni, di Conegliano (Treviso), ai vertici del Carroccia già dagli anni '90, ministro dell'Agricoltura tra il 2008 e il 2010 durante il governo Berlusconi, corre in Veneto per un secondo mandato da presidente. In un'intervista del 2010, dopo la prima elezione del marito, la moglie Raffaella lo descrisse come uomo “cauto, sportivo, amante dei cavalli, un po' brontolone”.
Sindaco apprezzatissimo di Verona, la sua città, Flavio Tosi ha 46 anni. Programmatore elettronico, è entrato in politica a 25 anni come consigliere comunale. Già assessore regionale della Sanità, Tosi si è candidato governatore con una propria lista dopo aver rotto con la Lega (che lo ha espulso), partito nel quale aveva sempre militato fino a diventare segretario della potente Liga veneta. Da esponente del Carroccio più votato a Verona, e nel Veneto secondo solo a Luca Zaia, alle scorse Europee Tosi ottiene oltre 100 mila preferenze. Ma avendo da subito annunciato che si sarebbe trattato di una candidatura di servizio, ha rinunciato al seggio per continuare a fare il sindaco.
Alessandra Moretti, 41 anni, nata e cresciuta a Vicenza, di professione avvocato, eletta in Parlamento nel 2013 con il Pd, ha esordito in politica nel 2003 candidandosi alle elezioni comunali della sua città con i Democratici di Sinistra. Nel 2007, per le provinciali, aderisce a una formazione centrista avversaria della coalizione di centrosinistra. Nel 2008 passa di nuovo la barricata e nel 2009 entra a far parte della Direzione nazionale del Pd. Portavoce di Pier Luigi Bersani alle scorse politiche, sostenitrice di Gianni Cuperlo alle primarie per la segreteria del 2014, dopo la vittoria del sindaco di Firenze diventa renziana. Candidata alle Europee di maggio, ottiene 230mila preferenze risultando la quarta più votata in assoluto e la seconda nel Pd dopo Simona Bonafè.
31 anni, padovano, nonostante sia iscritto da soli 2 anni al Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti è un volto molto noto tra i grillini essendo stato a lungo tra i papabili per la candidatura a sindaco della sua città. Fondatore di una start-up per la gestione dei diritti media sportivi e di una società che si occupa di business intelligence e commercio on-line, Berti è un laureato in giurisprudenza convinto di poter guidare la Regione grazie alla sua passione, determinazione e “una certa preparazione giuridica”.
I sondaggi
A voler dare retta ai sondaggi, in Veneto non solo la Lega è destinata a vincere con Luca Zaia, ma addirittura a stravincere. Il presidente uscente è dato addirittura tra il 46-50%, distante anni luce dalla candidata del Pd Moretti inchiodata al 30%. Molto indietro anche l'ex leghista e sindaco di Flavio Tosi, tra il 9 e il 13% e il grillino Jacopo Berti, tra il 7 e 11.