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Rep. Centrafricana: scontri tra cristiani e musulmani, morti e maxi-evasione

Circa 500 detenuti sono scappati dalla prigione di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, approfittando dei peggiori disordini nella capitale da più di un anno. Secondo testimoni che hanno voluto conservare l'anonimato, la maxievasione a Ngaragba è avvenuta ieri sera, 28 settembre, ed è stata confermata da fonti giudiziarie. Il paese attraversa una fase di semianarchia con bande di miliziani armati che stanno saccheggiando le sedi di organizzazioni umanitarie internazionale. Il bilancio degli ultimi giorni è di 42 morti.

Attacco al quartier generale di polizia

La notte tra il 27 e il 28 settembre uomini di una milizia cristiana hanno attaccato il quartier generale della polizia. Nelle ore precedenti scontri tra musulmani e cristiani avevano provocato almeno 36 morti e un centinaio di feriti. La nuova fiammata di violenza nel poverissimo Paese africano è stata scatenata proprio mentre la presidente ad interim Catherine Samba Panza si trova a New York all'Assemblea nazionale dell'Onu.

Le milizie cristiane

Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite a Bangui, Marc Vandenberghe, ha dichiarato che la situazione "indica un pesante passo indietro". I miliziani cristiani (anti-Balaka, cioé in campo contro il movimento musulmano Seleka) hanno dato l'assalto al quartier generale della polizia "per razziare armi e munizioni - ha detto il ministro della sicurezza Dominique Said Panguindji - Le forze di polizia li hanno respinti".

Il paese nel caos

La Repubblica Centrafricana è precipitata nel caos e nella violenza nel 2013 quando miliziani cristiani hanno dato vita a una organizzazione armata per contrastare i ribelli musulmani andati al potere dopo aver rovesciato il presidente e il governo. Decine di migliaia di musulmani hanno allora abbandonato il Paese dove è stata dispiegata una forza di peacekeeping delle Nazioni Unite. La situazione è degenerata mentre il governo di transizione stava preparando le elezioni fissate per il 18 ottobre, che ora appaiono a rischio.(Ansa)

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