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November 12 2024
Più digitali meno cartacee. Così saranno le ricette mediche del prossimo futuro, come indicato dal governo nella Manovra di bilancio. Il formato elettronico riguarderà le prescrizioni bianche dedicate ai farmaci di fascia C, quelli a carico del cittadino. Un elenco lungo in cui trovano spazio il paracetamolo e la pillola anticoncezionale, oltre a cortisonici, diversi antibiotici e integratori, che nel complesso generano una spesa annuale per gli italiani attorno ai 3,5 miliardi di euro.
Il cambio di marcia avverrà l’anno prossima per proseguire il processo di dematerializzazione delle prescrizioni mediche, già iniziato con le ricette rosse, dedicate ai medicinali di classe A, che sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Come riportato nella manovra, la disposizione mira a “potenziare il monitoraggio dell'appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del fascicolo sanitario elettronico”. Ciò significa che per ritirare la tipologia di farmaci sopracitata, i pazienti dovranno recarsi in farmacia e mostrare la prescrizione originale in via telematica.
A gestire il cambiamento saranno le regioni, che però potrebbero generare processi e tempistiche differenti. Seguendo il percorso avviato da una legge del dicembre 2020, che prevede il rilascio del promemoria della ricetta elettronica, le prescrizioni per i farmaci di fascia C sono state dematerializzate già nel 2022. Tuttavia quasi tutti le regioni hanno continuato a utilizzare i vecchi metodi, anche per semplificare l’accesso ai farmaci ai pazienti anziani e a quelli poco pratici con dispositivi e tecnologie digitali.
Nei prossimi mesi, però, bisognerà organizzarsi per cambiare registro, con la prescrizione (valida anche per effettuare acquisti in regioni diversa dalla propria) che sarà inviata nel fascicolo sanitario elettronico e potrà essere ricevuta dal paziente anche via e-mail o tramite WhatsApp. Se non è ancora chiaro come funzionerà il sistema e se ormai WhatsApp è utilizzato per ogni tipo di comunicazione, trasmettere i dati medici dei pazienti di tutta Italia su un’app di provenienza statunitense e sotto il controllo di Meta lascia qualche perplessità. Al netto di un mezzo molto noto e facile da utilizzare, anche dai meno avvezzi alla tecnologia.
Al di là della possibilità di ricorrere a un’app proprietaria sviluppata in casa, la criticità principale sulla prefigurata svolta digitale delle ricette riguarda l’impatto di un alto numero di prescrizioni sul sistema elettronico e la sua eventuale capacità di tenere botta ed evitare malfunzionamenti, rallentamenti o blackout. Anche se, qualora le reti non dovessero reggere lo sforzo, il rimedio è semplice, vecchio ed efficace: tornare a stampare le ricette. Opzione che, tra l’altro, resta primaria per i residenti in zone remote dove l’accesso a internet resta tutt’altro che scontato.