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August 08 2024
Sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale e sul rischio ridotto di quella elettronica. Umberto Roccatti, presidente di Anafe Confindustria e vicepresidente di Ieva, ex fumatore per 15 anni e attuale «vaper», ne è un testimone. E lo ha dimostrato ancora una volta alla Ride 4 Vape di quest’anno pedalando in un’andata e ritorno tra Torino e Sestriere di 200 chilometri.
L’obiettivo è «continuare a ribadire i benefici del rischio ridotto dello svapo» spiega lo stesso Roccatti che evidenzia la necessità di superare «l’approccio da superuomo dell’Oms» per affrontare il problema del fumo. Il 91 per cento dei fumatori secondo una ricerca Eurispes non riesce o non vuole smettere. «Bisogna cambiare strategia e abbracciare l’approccio del rischio ridotto» spiega Roccatti, anche perché «i fumatori non sono diminuiti con le campagne antifumo tradizionali». Inoltre, una revisione del gruppo di ricercatori indipendente Cochrane conferma le potenzialità delle e-cig come strumento efficace per smettere di fumare, evidenziando la loro superiorità rispetto ai prodotti farmaceutici consigliati. Flavour ban fuels crime è il claim della V edizione che quest’anno pone l’attenzione sui pericoli di un eventuale divieto degli aromi nei liquidi per e-cig che potrebbe essere introdotto con la revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco (TPD).
«I flavour» spiega Roccatti «sono essenziali per aiutare i fumatori adulti ad abbandonare le sigarette tradizionali, permettendo loro di disassuefarsi dal gusto delle sigarette tradizionali». Infatti il recente studio americano del National Bureau of Economic Research intitolato The Effect of E-Cigarette Flavor Bans on Tobacco Use ha dimostrato che vietare gli aromi nei liquidi per sigaretta elettronica ha come conseguenza l’aumento dei tassi di fumo soprattutto tra i fumatori più giovani. «Quello che consiglio ai giovani» ha aggiunto il presidente di Anafe «è di non cominciare a fumare mai niente, ma di provare ad avvicinarsi a una disciplina sportiva, cercando di dimostrare qualcosa a sé stessi e agli altri con lo sport e non attraverso il fumo». Infine in Italia, «il divieto degli aromi creerebbe il più grande contrabbando dopo la cannabis e avrebbe un impatto negativo sulle entrate fiscali, che attualmente ammontano a circa 200 milioni di euro tra imposta di consumo e Iva».