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Il ministro Marta Cartabia (Ansa).
Politica

Riforma della giustizia: al via il referendum di radicali e Lega​

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia è una grande giurista, e per di più una garantista. Le commissioni tecniche che ha disposto per la riforma dell'ordinamento giudiziario hanno fatto fin qui proposte interessanti, in gran parte condivisibili.

Ma purtroppo c'è un problema. La maggioranza che sostiene il governo Draghi è troppo divisa perché sia credibile una riforma della giustizia. È molto improbabile che sulla prescrizione, per fare un solo esempio, il Movimento 5 stelle voti con il centrodestra per ripristinare una logica al sistema dell'estinzione del reato.

Quindi? Se davvero, come purtroppo oggi sembra probabile, il ministro Cartabia alla fine sarà bloccato nel suo cammino di riforma, resterà una sola arma a chi non accetta questa giustizia avvelenata dagli scandali ed evidentemente deformata dall'eccesso di potere dei pubblici ministeri. L'arma che resta a noi cittadini è il nuovo referendum dei radicali sulla separazione delle carriere, cui la Lega di Matteo Salvini oggi ha confermato di voler dare il suo sostegno.

Oggi i radicali e la Lega in una conferenza stampa congiunta hanno lanciato ufficialmente la raccolta di firme, già dal primo weekend di luglio. «Saremo in tutte le piazze» ha detto Salvini. I quesiti saranno presentati ufficialmente giovedì prossimo. Non sono contro i magistrati, hanno sottolineato gli organizzatori del referendum.

I referendum che verranno proposti sono sei. Tra gli altri obiettivi, cercano d'imporre la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, rafforzare la responsabilità civile dei magistrati, l'abolizione di parte della legge Severino, un forte contenimento del potere delle correnti della magistratura. L'obiettivo è arrivare almeno a un milione di firme. La sfida al Sistema è lanciata.

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