Jean-Claude Juncker
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Juncker sui migranti: "Di questo passo li ricollocheremo nel 2101"

12 novembre 2015

I Paesi europei devono accelerare il ritmo della redistribuzione dei profughi da Italia e Francia: "Se continuiamo a questo ritmo - ha detto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker - arriveremo all'obiettivo di redistribuirne 160 mila nel 2101".

Nella conferenza stampa al termine del vertice di due giorni con i leader africani e poi del Consiglio straordinario Ue, Juncker ha ricordato che la pressione è crescente e che "non abbiamo molto tempo". (AGI)

11 novembre 2015

Almeno 14 migranti, tra cui 7 bambini, sono morti in un nuovo naufragio avvenuto davanti alle coste turche. Una imbarcazione che cercava di raggiungere l'isola greca di Lesbos si è rovesciata. Lo riferisce l'agenzia turca Dogan citando la guardia costiera locale, che è riuscita a salvare 27 persone. Non è chiara al momento la nazionalità dei migranti a bordo. L'imbarcazione era partita dalla provincia turca di Canakkale. I sopravvissuti, tra cui c'e' una donna incinta, sono in buone condizioni.

#Truenumbers: 1^ puntata - Immigrazione

22 ottobre
Ore 10.00 La Mezzaluna Rossa libica ha annunciato di avere trovato i corpi di sei migranti annegati sulla costa a est di Tripoli. Si tratta di due donne, un bimbo e tre uomini. Non si escludono altre vittime, hanno precisato le stesse fonti, dopo avere trovato un battello privo di persone sulla costa.

Ore 9.00 Il ritmo col quale i migranti lasciano la Slovenia verso l'Austria è sensibilmente più lento degli arrivi. Un gruppo di 2-3 mila persone ha attraversato verso le 4:00 di stanotte il confine di Harmica-Rigonce. La polizia slovena sostiene di non essere stata informata dai colleghi croati sull'arrivo di un cosi' alto numero di profughi, fatto che ha creato anche disagi nel traffico e complicato la loro accoglienza. Secondo il quotidiano di Lubiana 'Delo', nel campo di accoglienza di Brezice è scoppiato un violento litigio tra due profughi, uno dei quali e' rimasto ferito con un oggetto da taglio. Entrambi sono stati arrestati. Sono stati 12.600 i migranti e profughi entrati in Slovenia nelle ultime 24 ore, un numero record, superiore a quelli registrati per l'Ungheria nei giorni dell'apice della crisi migratoria in settembre. Come ha riferito oggi la polizia di Lubiana, citata dai media, da sabato scorso gli arrivi in Slovenia sono stati 34.131. Il record di ingressi in Ungheria si era registrato il 23 settembre con 10.046 migranti. Poi Budapest aveva sigillato completamente i confini prima con la Serbia e poi con la Croazia.

21 ottobre
Almeno 50 mila nuovi profughi siriani sono attesi in Turchia nelle prossime ore come conseguenza dei raid russi e dell'offensiva militare del regime di Bashar al Assad nella regione settentrionale di Aleppo. Lo indicano le autorita' di Ankara, citate dal quotidiano Hurriyet.

Ore 9.30. La Slovenia dà poteri straordinari all'esercito per la gestione dell'emergenza dei rifugiati. Il Parlamento di Lubiana ha approvato una legge quasi all'unanimità (66 sì contro 5 no) che prevede che l'esercito possa essere schierato con funzioni di polizia e possa "avvisare, dirigere e temporaneamente limitare la libertà di movimento" delle persone. Secondo la legge, queste nuove misure possono essere attivate "in situazioni eccezionali" e per tre mesi, prorogabili.

20 ottobre 2015

Il governo sloveno nella notte ha proposto una legge che permetterà all'esercito di aiutare la polizia di frontiera nel fronteggiare il grande flusso di migranti ai confini del Paese, quantificato in oltre 15 mila persone.

La legge dovrebbe essere approvata dal Parlamento oggi. "Non si tratta di applicare una misura ma di rafforzare il controllo alle frontiere", ha detto il premier Miro Cerar alla radio nazionale Radio Slovenia

Circa 5 mila migranti sono arrivati ieri a Lubiana dalla Croazia e ne arriveranno altri 1.200.

La Slovenia accusa Zagabria di non fare abbastanza per contenere l'ondata di profughi in arrivo. "Siamo in grado di accoglierne al massimo 1.800 al giorno. La Croazia chiede che si arrivi a 5.000. Non possiamo farcela", ha spiegato il sottosegretario sloveno agli Interni Bostjan Sefic.

Dopo le proteste della Slovenia, la Croazia ha richiuso parzialmente ieri sera la frontiera con la Serbia per contenere il flusso incessante di migranti diretti in Austria.

Domani altri 100 migranti lasceranno l'Italia per essere ricollocati in Europa, ha detto ieri Alfano. In arrivo in queste ore 554 ad Augusta e 633 a Taranto, oltre a otto salme

19 ottobre 2015

Ore 18 - Dal pomeriggio di oggi la Croazia ha nuovamente consentito il passaggio delle migliaia di migranti e profughi bloccati da sabato scorso alla frontiera con la Serbia a causa della riduzione dei flussi consentiti in Austria e Slovenia.

Come ha riferito la tv della Voivodina, provincia autonoma del nord della Serbia con capoluogo Novi Sad, la situazione - che si era fatta molto critica anche a causa delle avverse condizioni meteo - va lentamente migliorando, con i migranti che, a bordo di autobus ma anche con altri mezzi di fortuna e in tanti a piedi, hanno potuto riprendere il loro lungo viaggio verso l'Europa occidentale.

Più di 10.000 migranti si trovano attualmente in Serbia. Lo rende noto un portavoce dell'Unhcr, Melita Sunjic che paragona il flusso ad un "grande fiume di persone che se fermate, si riverseranno altrove". Al contempo, altrettanti profughi, da qui, sono entrati in Macedona nelle ultime 24 ore.

Inoltre, le autorità slovene hanno bloccato più di 1.000 migranti che volevano entrare nel Paese dal confine croato. Un treno con a bordo 1.800 rifugiati è arrivato nella notte nella localitaà di frontiera di Sredisce ob Dravi, in Croazia, ma a sole 500 persone, selezionate in quanto "più vulnerabili" (donne e bambini), è stato consentito l'ingresso in Slovenia per essere trasportate in un civino centro di registrazione, ha comunicato la polizia. "Non consentiremo ai rifugiati di entrare nel Paese finché non avremo le capacità per accoglierli", ha spiegato un portavoce. (AGI)

28 settembre 2015

Le tante facce della solidarietà

810 milioni di dollari dal Giappone, ma...
Il Giappone ha deciso di donare ben 810 milioni di dollari per sostenere gli aiuti umanitari a favore dei rifugiati da Siria e Iraq. Lo ha anticipato l'emittente pubblica nipponica Nhk, affermando che l'annuncio formale verrà dato nelle prossime ore dal premier Shinzo Abe durante il suo discorso all'Assemblea generale dell'Onu. L'emittente non ha però fatto alcun riferimento alla possibilità che Tokyo allenti le sue rigide norme sull'accoglienza dei rifugiati, che l'anno scorso hanno portato il governo nipponico ad accettare solo 11 richieste di asilo sulle circa 5 mila ricevute. Tra l'altro, nelle scorse settimane l'esecutivo presieduto da Shinzo Abe ha annunciato alcune modifiche riguardo le politiche migratorie che, secondo gli attivisti, renderebbero ancora più difficile l'entrata nel Paese per i migranti in fuga. 

Gauck, presidente Germania: "Un limite all'accoglienza"
Disponibilità ad accogliere secondo la politica promossa da Angela Merkel, ma entro certi limiti. Mentre la Germania si prepara all'arrivo di 800 mila profughi entro la fine dell'anno, il presidente tedesco Joachim Gauck è intervenuto sulla gestione della crisi dei rifugiati: "Vogliamo aiutare, abbiamo un grande cuore. Tuttavia c'è un limite a quel che possiamo fare... La nostra abilità di accogliere persone non è infinita, sebbene non sappiamo ancora quali siano i nostri limiti". Le parole di Gauck arrivano tra l'altro subito dopo che alcuni sondaggi hanno rivelato nel fine settimana che la popolarità della cancelliera è in caduta proprio a causa dell'emergenza rifugiati.

Oltre 8.400 migranti arrivati in Austria nel weekend
Secondo dati ufficiosi, circa 8.400 rifugiati avrebbero raggiunto il Paese tra venerdì e domenica dopo aver percorso la cosiddetta "rotta balcanica", con la maggior parte di loro che sarebbe entrata dal passo di Nickelsdorf, alla frontiera con l'Ungheria, le cui autorità hanno invece comunicato di aver intercettato 23.591 rifugiati nel weekend.

25 settembre 2015

Muri d'Europa
L'Unione europea ha chiesto alla Croazia di chiarire "urgentemente" il blocco alle frontiere con la Serbia, anche del traffico pesante.
La Commissione arriva a ipotizzare anche una possibile violazione dell'accordo di associazione di Belgrado con l'Ue, primo passo verso un futuro ingresso nell'Unione.

Richiamata, la Croazia si è subito messa in linea: il premier Zoran Milanovic, ha annunciato che eliminerà "entro oggi o domani" le restrizioni. Intanto il premier ungherese, Viktor Orban, ha escluso l'ipotesi di aprire un 'corridoio umanitario' che consenta ai rifugiati di attraversare i confini, superare l'Austria e arrivare direttamente in Germania; ed e' tornato a difendere le barriere: "Il muro alla frontiera con la serbia sta funzionando, faremo lo stesso con la Croazia".

I rifugiati dal'Iraq, la prossima emergenza
L'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, ritiene che l'afflusso di 8mila profughi al giorno non è destinato a diminuire, tutt'altro: potrebbe essere "la punta dell'iceberg", come ha spiegato il coordinatore regionale dell'agenzia dell'Onu, Amijn Awad.

A breve infatti si aprirà un fronte iracheno: secondo l'Onu, al momento in Iraq ci sono 3,2 milioni di sfollati e 10 milioni di persone che, da qui alla fine dell'anno, avranno bisogno di aiuto umanitario.

Ma non solo: l'Onu -ha messo in guardia il vice-coordinatore degli affari umanitari, Dominik Bartsch- prevede che mezzo milione di persone si muoveranno da Mosul, quando le forze irachene decideranno di riconquistare la citta', ora nelle mani dei fondamentalisti dell'Isis.

Mogherini: il fenomeno migratorio non è arrestabile
Il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, insiste che le regole di Dublino sono ormai superate e chiede all'Europa di riformarle, anche decidendo a maggioranza in caso fosse necessario.
E nessuno, aggiunge, si illuda di poter fermare "questo mare di gente disperata" perché il fenomeno migratorio è "un fatto con cui dovremo fare i conti ancora a lungo".

Secondo Mogherini, anche se si riuscisse a fermare la guerra in Siria, il flusso dei migranti verso l'Europa non si fermerebbe: "Oggi la Siria e' in primo piano con i suoi 4 milioni di rifugiati all'estero e gli 8 milioni di sfollati sul suolo siriano. Ma oltre la Siria c'e' un mondo di guerre, carestie, miseria", rileva.

"Se anche per miracolo si risolvesse domani il problema siriano, la Libia resta un corridoio aperto e incontrollato verso l'Europa, almeno fino a quando non si riesce a ricostruirvi uno Stato". Secondo gli ultimi dati dell'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, dall'inizio del 2015 dal Mediterraneo al momento sono arrivate 488mila persone.

24 settembre 2015

L'Europa si ricompatta sulla necessità di riportare le sue frontiere esterne sotto controllo, dopo lo strappo con i Paesi dell'Est sui 120mila ricollocamenti. Il vertice dei leader della Ue apre la strada ad un piano comune per far fronte alla peggiore crisi di profughi dal dopoguerra. Il premier Matteo Renzi parla di "notte importante". E anche dai quattro premier (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) che hanno votato contro il meccanismo di ridistribuzione e si sono visti imporre la decisione non ci sono state reazioni particolari.

Guardie di frontiera Ue

Il summit si è riunito dopo che Bruxelles ha aperto una quarantina di procedure di infrazione contro 19 Stati per mancanze nell'applicazione dei regolamenti sul sistema comune d'asilo (registrazioni, raccolta di impronte, accoglienza e rimpatri). L'Italia non è nel gruppo. E anche se l'Europa insiste sulla necessità di applicare in pieno il regolamento di Dublino - come si ribadisce nella dichiarazione finale - il premier Matteo Renzi sottolinea come un "passettino" dopo l'altro si stia andando "verso il suo superamento". L'ondata più grande di profughi "deve ancora arrivare", dice il presidente del consiglio Ue Donald Tusk ed "è chiaro a tutti che non possiamo continuare come prima" con "porte e finestre aperte", e si pensa alla creazione di guardie di frontiera Ue. Hli hotspot per identificare i migranti saranno attivi a partire da novembre. Ma occorre anche sostegno economico ai Paesi del vicinato più esposti alle crisi di Iraq e Siria, a partire dalla Turchia, il cui presidente Erdogan sarà a Bruxelles il 5 ottobre prossimo.

LEGGI ANCHE: Hotspot per migranti, che cosa sono

La richiesta ai singoli paesi

I fondi a disposizione però non bastano e Bruxelles ha richiamato i partner comunitari a mettere sul piatto 'denaro fresco', ottenendo riscontri positivi. Ai Paesi si sono chiesti 500milioni di euro per il 'trust fund' per la Siria (a cui l'Italia contribuisce con tre milioni di euro e la Germania con cinque); 1,8 miliardi di euro per il 'Fondo per l'Africa'; ma anche che gli stanziamenti dei Paesi ("drasticamente ridotti" nel 2015) per le agenzie che si occupano di rifugiati come il World food program e l'Unhcr tornino ai livelli del 2014, fino ad un miliardo di euro almeno. Un confronto anche sulla situazione in Siria e in Libia. Mogherini aggiorna i leader sullo stato dell'arte, anche in vista della prossima assemblea generale dell'Onu dove si parlerà di tutte le crisi aperte. 

Milioni di profughi

A dare un'idea della magnitudo del fenomeno che l'Europa si potrebbe trovare ad affrontare nei prossimi mesi Tusk, che reduce da viaggi in Turchia e Giordania, avverte: "Con 8 milioni di sfollati in Siria, oggi parliamo di milioni di potenziali rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa. Siamo a un punto critico". Per la cancelliera tedesca Angela Merkel "si sono fatti passi avanti verso una soluzione"; il premier Cameron assicura che il Regno Unito "lavorerà con i partner Ue per mitigare il conflitto" in Siria ed offre altri cento milioni di sterline per la crisi dei profughi.

I contrari

I mal di pancia per la decisione sui ricollocamenti restano sullo sfondo. Hollande schiaffeggia i 'ribelli': "L'Europa è costituita da principi, e chi non li rispetta deve porsi la domanda sulla sua presenza in seno all'Ue". Il più duro è il premier slovacco Robert Fico, che ha già annunciato ufficialmente di volere procedere legalmente contro il provvedimento. Il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka si dissocia: nonostante i malumori preferisce "non accrescere le tensioni". L'ungherese Viktor Orban, stufo di essere additato come "l'europeo cattivo", invita Merkel a non fare esercizi di "moralismo imperialista". E non rinuncia a uno scambio di battute 'energetico e sostanziale' con il collega austriaco(ANSA)

22 settembre 2015

Questa sera si riuniscono a Bruxelles i leader dei paesi Ue per affrontare la crisi dei rifugiati in l'Europa. Il meeting arriva il giorno successivo la decisione di ieri sulla distribuzione dei 120mila migranti, attraverso le quote.
Contrarie la Romania, la Repubblica ceca, la Slovacchia e l'Ungheria.

La Slovacchia ha annunciato ufficialmente di volere procedere legalmente contro la decisione presa ieri a maggioranza a Bruxelles sulla distribuzione dei migranti. La Repubblica Ceca invece ha anticipato che non seguirà Bratislava nella sua iniziativa.
Il premier ungherese Orban questa sera al vertice dei leader cercherà un chiarimento con i partner. 'È tempo di ulteriori azioni coraggiose', sostiene Juncker.

Le indicazioni di Oxfam
In vista della riunione dei capi di Stato e di Governo dell'Unione europea prevista per oggi pomeriggio a Bruxelles, Oxfam esprime apprezzamento per la decisione presa ieri a maggioranza, dalla riunione dei ministri Giustizia e Affari interni, di procedere all'adozione di un sistema di ripartizione dei richiedenti asilo giunti sul territorio europeo. "L'Unione Europea ha finalmente dato prova di saper uscire dall'attuale situazione di stallo, dimostrando di poter prendere decisioni significative grazie alla guida della grande maggioranza degli Stati membri. - afferma Alessandro Bechini, direttore dei programmi in Italia di Oxfam - Ci auguriamo che la stessa volontà politica venga espressa e trovi attuazione concreta per rispondere ai bisogni delle persone che richiedono asilo sul territorio europeo, rispettando i loro diritti".

"Servono ulteriori passi in avanti per far fronte ai bisogni dei tanti migranti che scappano per terra e per mare da guerra, fame e persecuzioni. - continua Bechini - Chiediamo pertanto ai capi di Stato e di Governo che si riuniranno oggi pomeriggio di assumere impegni concreti volti a istituire corridoi legali e sicuri per permettere a chi è in fuga di rifugiarsi nei paesi dell'Unione europea".

In particolare, Oxfam chiede agli Stati dell'Unione europea di rafforzare il meccanismo di reinsediamento (resettlement) dei tantissimi rifugiati accolti oggi al di fuori dell'Unione europea, a partire da una revisione e un ampliamento delle possibilità di ricongiungimento familiare, permettendo così alle persone più vulnerabili di poter arrivare in maniera sicura in Europa.

"È urgente rafforzare le operazioni di soccorso umanitario - conclude Bechini - Non possiamo accettare che ogni anno oltre 3.000 persone perdano la vita cercando di attraversare il Mediterraneo. Chiediamo inoltre che gli 'hotspot' in Italia e Grecia siano luoghi in cui le persone che arrivano vengano trattate con dignita', rispettando i loro diritti fondamentali".
Oxfam ritiene essenziale aumentare la cooperazione con i Paesi terzi per combattere le cause profonde che spingono oggi migliaia di persone a fuggire dal proprio paese, anche in vista del prossimo vertice tra l'Unione europea e l'Unione africana del 6-7 novembre a La Valletta.

22 settembre 2015

I ministri degli interni dei paesi della Ue hanno adottato a larga maggioranza la ripartizione nei paesi Ue di 120 mila migranti. Lo ha annunciato la presidenza lussemburghese.

Repubblica ceca, Romania e Slovacchia hanno votato contro, la Finlandia si è astenuta.

Anche l'Ungheria ha votato contro, mentre la Polonia si è espressa a favore della ripartizione dei 120 mila profughi che a questo punto diventa obbligatoria.

Non vengono menzionati nella decisione i criteri di ripartizione dei profughi e nemmeno le 'quote' in quanto tali.

Le cifre dei migranti da accogliere paese per paese, però, sono le stesse proposte dalla Commissione europea.

L'Ungheria non parteciperebbe al meccanismo perché implicherebbe riconoscere di essere un paese di primo ingresso (in realtà i suoi 54 mila profughi erano arrivati dalla Grecia).

È prevista una deroga temporanea per l'accoglienza che non potrà durare più di un anno e dovrà essere motivata con circostanze eccezionali come una calamità naturale e un afflusso massiccio e improvviso di migranti.

Non si parla più di multa per chi non accoglie i profughi.


Ore 12:30 - "L'Europa raggiungerà nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino a un milione di procedure d'asilo": lo scrive l'Ocse nel documento sulle migrazioni presentato oggi a Parigi, insieme a un altro rapporto sulle politiche per far fronte alla crisi dei rifugiati.

Scrive ancora l'Ocse:
"Una stima di 350.000-450.000 persone otterrà certamente lo status di rifugiato o simile. Si tratta di una cifra superiore a qualsiasi altra crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale".

"L'attuale crisi umanitaria è senza precedenti. I costi umani sono spaventosi e inaccettabili".

"Una caratteristica particolarmente dura e preoccupante dell'attuale crisi dei rifugiati è l'importante numero di minori non accompagnati tra i richiedenti asilo".
"La responsabilità di queste persone - prosegue l'organizzazione per la cooperazione economica e sociale - ricade sugli Stati, spesso sui comuni nei quali vengono identificati".

Secondo l'Ocse, nel 2014, i minori non accompagnati che hanno presentato una richiesta d'asilo sono "stati 24.000, circa il 4% dell'insieme dei richiedenti asilo nell'Unione europea".

Ma "non tutti i minori non accompagnati finiscono nel sistema d'asilo - avverte l'Ocse - In Italia, per esempio, dei 10.500 assistiti dallo Stato nel 2014 solo il 24% ha presentato una richiesta d'asilo". Per l'organizzazione internazionale con sede a Parigi questa categoria di migranti "rappresenta un'enorme sfida in termini di alloggi, supervisione, scuola, sistemi di assistenza minorile. In Grecia, per esempio, oltre 2.000 minorenni hanno avuto bisogno di un alloggio nel 2014, in piena crisi economica e con un sistema d'asilo già sopraffatto"

I due documenti dell'Ocse: 2015 International Migration Outlook -  a Policy Brief on the Refugee Crisis.

Ore 12:00 - La riunione dei leader dell'Ue a Bruxelles di domani potrebbe essere l'ultima occasione di fornire una "risposta coerente" alla crisi di rifugiati e migranti in corso, ma, da solo, un programma di ricollocazione non basterà a stabilizzare la situazione. Lo ha affermato oggi l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).

Ore 10:00 - Altre barriere costruite dal governo ungherese per fermare i migranti.

Un decreto, pubblicato nella notte sulla gazzetta ufficiale e firmato dal premier, Viktor Orban, chiede ai ministri dell'Interno e della Difesa di prepararne di nuove, anche se non specifica dove.

La stampa ipotizza che potrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con la Croazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia di rifugiati ogni giorno.

Il decreto ordina nelle province dove è stato dichiarato lo "stato di crisi per immigrazione massiccia", sei in totale, la preparazione e costruzione si sistemi per la "chiusura temporanea della frontiera". Le autorita' ungheresi hanno dichiarato lo "stato di allerta" in alcune provincie alla frontiera con la Serbia o la Crazia.

L'Ungheria ha già costruito una barriera alta un metro e mezzo, e ne sta terminando un'altra, di 4 metri di altezza, lungo la frontiera con la Serbia. E vuole fare lo stesso con la Croazia.

Dopo che è stata chiusa ermeticamente la frontiera con la Serbia lo scorso 15 settembre gli immigranti hanno scelto di incamminarsi verso l'Austria attraverso la Croazia e la Slovenia. Negli ultimi giorni, circa 20mila rifugiati sono arrivati in Ungheria dalla Croazia, trasportati verso la frontiera dalle autorità croate e poi, in territorio ungherese, sono portate in Austria in treno e autobus.

10:00 - Tafferugli sono scoppiati tra la polizia croata e profughi, nel villaggio di Opatovac, dopo che ad alcuni richiedenti asilo è stato impedito di entrare in un centro di accoglienza recentemente aperto con lo scopo di registrare coloro che cercano rifugio in Europa. Intanto, il ministro degli Esteri francese Fabius osserva che la risposta al problema migranti non è nella chiusura delle frontiere, e non è con gli egoismi nazionali che si uscirà da essa.

21 settembre 2015 

La Turchia di Recep Tayyip Erdogan è pronta a far pesare sull'Europa il suo carico di 2 milioni di profughi accolti dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011.

Una bomba a orologeria, suggeriscono diversi analisti, che il presidente turco potrebbe innescare una volta per tutte per costringere gli alleati della Nato a impegnarsi contro il regime di Bashar al Assad.

Perché se dal summit Ue di mercoledì potrebbe venir fuori un sostegno "fino a un miliardo di euro", da Ankara ricordano di averne spesi finora più di sei.

Difficile insomma che un contributo di solidarietà basti a convincere Erdogan.

Se da un lato la Turchia ha sempre mantenuto una sostanziale politica delle porte aperte, accollandosi il più grande fardello di rifugiati al mondo, poco ha fatto per concedere condizioni di vita accettabili.

La gran parte dei siriani non può lavorare legalmente né accedere ai servizi essenziali.

Mentre i 25 campi nel sud-est accolgono appena un profugo su dieci, gli altri si arrangiano con occupazioni in nero, compresi i bambini - più della metù' del totale - per cui l'istruzione resta spesso una chimera.

Ai siriani viene offerto un permesso speciale di residenza, ben lontano dallo status di rifugiati a cui aspirano.

Così, ottenere i visti per tentare legalmente il passaggio in Europa o in America è praticamente impossibile. Ma se Ankara, che finora sui rischiosi viaggi in mare ha chiuso più di un occhio, decidesse di allentare o addirittura sospendere anche i blocchi via terra, la crisi assumerebbe proporzioni finora neanche sfiorate.

La Turchia si ritrova quindi in mano una potentissima arma di ricatto. Se neppure Erdogan immagina oggi una guerra aperta ad Assad, dopo anni di stallo punta alla creazione nel nord della Siria di una zona cuscinetto, protetta anche da una no-fly zone. Una soluzione che permetterebbe un rientro 'accettabile' di decine di migliaia di profughi, offrendo al leader turco la vittoria che cerca da mesi.

ore 13:25 - Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, esprime il suo pessimismo in vista del Summit Ue di mercoledì dedicato all'emergenza migranti. A margine del suo incontro con il presidente francese Francois Hollande a Parigi, Schulz ha detto di temere che in quella riunione non saranno superati i dissensi sulla questione migratoria e che non ci sarà alcun accordo.

Schulz ha quindi aggiunto di essere a Parigi per preparare il confronto ed "evitare di allargare le divisioni e le lacune che già ci sono" tra i Paesi europei. Infine ha sottolineato che il Consiglio straordinario ha il dovere di raccogliere fondi per la Giordania, il Libano e la Turchia visto che "non ci sono più soldi per aiutare le persone" che si trovano nei campi profughi in queste Nazioni.

ore 11:30 -  La polizia slovena ha cominciato a innalzare una barriera "difensiva" al valico di frontiera con la Croazia di Bregana. L'obiettivo è di evitare che migranti entrino illegalmente e in modo indiscriminato nel Paese attraverso campi e boschi, ma restino in attesa nell'accampamento al confine. Lo riferiscono i media croati e serbi.

ore 11:20 - La Croazia chiederà che la Grecia smetta di smistare verso il resto dell'Europa i migranti che arrivano sul suo territorio: lo ha affermato il ministro dell'Interno croato, Ranko Ostojic. "Il flusso di migranti dalla Grecia deve essere fermato", ha dichiarato a margine di una visita al campo di accoglienza di Opatovac, villaggio situato all'estremità orientale della repubblica ex jugoslava, sulla frontiera con la Serbia. "È quello che chiederò domani alla riunione Ue", ha aggiunto Ostojic, "è assolutamente inaccettabile che la Grecia svuoti i suoi campi profughi e mandi la gente in Croazia attraverso la Macedonia e la Serbia".

ore 11:00 La presidenza lussemburghese del Consiglio Ue ha proposto di aumentare il contributo europeo per ogni rifugiato accolto, elevando l'assegno da 6.000 a 6.500 euro.

La proposta, spiegano fonti comunitarie, rientra nella strategia di redistribuzione dei migranti.
Una volta che i paesi di primo ingresso - vale a dire Grecia e Italia - hanno registrato i migranti, riceveranno i 500 euro extra per pagare le spese di trasporto per il ricollocamento verso un altro stato dell'Ue.
L'idea è ancora in discussione, e potrebbe essere approvata domani dai ministri degli Interni.

ore 10:00 - La presidenza lussemburghese del Consiglio Ue ha proposto di aumentare il contributo europeo per ogni rifugiato accolto, elevando l'assegno da 6.000 a 6.500 euro.

La proposta, spiegano fonti comunitarie, rientra nella strategia di redistribuzione dei migranti. Una volta che i paesi di primo ingresso - vale a dire Grecia e Italia - hanno registrato i migranti, riceveranno i 500 euro extra per pagare le spese di trasporto per il ricollocamento verso un altro stato dell'Ue.
L'idea è ancora in discussione, e potrebbe essere approvata domani dai ministri degli Interni.

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20 settembre 2015 - IL PUNTO

- Mentre l'Europa rischia di spaccarsi sulla ricollocazione dei richiedenti asilo, gli Stati Uniti ribadiscono l'apertura del loro territorio a ben 100 mila rifugiati entro il 2017. La decisione, annunciata dal Segretario di Stato John Kerry ("in linea con la migliore tradizione americana come una terra di seconde possibilità e un segnale di speranza"),rende ancora più evidenti le difficoltà dell'Unione europea che si accinge a vivere una settimana di fuoco non solo sul terreno, dove non si fermano i flussi di migranti, ma anche sul piano politico.

- Contatti tra le cancellerie, telefonate e trattative sono in pieno svolgimento per cercare un accordo tra i 28 già nella riunione dei ministri degli Interni che si svolgerà domani a Bruxelles. L'obiettivo è quello di "sminare" il campo a livello di ministri per evitare che la battaglia sulle quote dei ricollocamenti approdi rovinosamente irrisolta sul tavolo dei leader che si sono di fatto "autoconvocati" per il giorno seguente, mercoledì 23 settembre.

Il pre-vertice dei capi di Stato

Non a caso Sergio Mattarella si accinge a raggiungere Erfurt in Germania per un vertice di ben 10 capi di Stato europei con in mente un messaggio solo: serve il coinvolgimento di tutta l'Unione al piu' alto livello nella gestione dell'emergenza profughi che, al di là dell'aspetto umanitario, rischia di minare irrimediabilmente il progetto stesso dell'integrazione europea. Nel cuore della Germania si svolgerà infatti una sorta di pre-vertice di presidenti tutto dedicato ai flussi, alle aree di crisi e alla necessità di intervenire nei Paesi dove si originano.

Oltre al padrone di casa, il presidente federale tedesco Joachin Gauck e a Mattarella, per due giorni saranno riuniti in Turingia i presidenti di Austria, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo e Slovenia. Come si vede dalla lista, si tratta di diversi Paesi interessati direttamente dai flussi e molti che fanno parte del blocco dei falchi che resistono ad ogni ipotesi di accordo.

In questo clima è molto difficile che il vertice straordinario di mercoledì  possa occuparsi anche delle cause che stanno alla base dei flussi crescenti: la guerra in Siria ed Iraq non si ferma, il processo di pace in Libia avanza a passo di lumaca e l'esercito di uomini, donne e bambini che cerca l'Europa continua a pagare un'inaccettabile tributo di sangue.

Ancora morte, ancora bimbi

Recuperato il corpicino di una bimba di 6 anni, alla deriva al largo dell'isola di Lesbo. Una vittima ancora senza nome. Solo oggi tredici persone sono morte annegate - quattro erano bambini - quando un traghetto turco ha urtato un barcone carico di migranti al largo della città portuale di Canakkale, nella Turchia occidentale. "Era buio, abbiamo visto la nave che veniva verso di noi. Abbiamo provato a fare dei segnali con le torce e i telefonini, ma non ci hanno visti", ha raccontato uno degli otto superstiti all'agenzia greca Ana, citata dai media turchi.

Un altro barcone con 46 persone a bordo si è rovesciato nella notte al largo di Lesbo: in 20 sono stati soccorsi dalla guardia costiera greca, gli altri 26 risultano dispersi in mare.

Il contrasto Ungheria-Croazia

Per chi riesce ad approdare ancora vivo in Grecia, l'odissea per la terra promessa continua poi attraverso i Balcani, sempre più nel caos tra barriere di filo spinato, eserciti mobilitati e scambi di accuse. L'Ungheria ha rimosso oggi i blocchi dal valico di Horgos 1 lungo l'arteria autostradale tra Belgrado e Budapest. Ma resta chiuso quello di Horgos 2, con i profughi che hanno ormai cambiato rotta per passare attraverso la Croazia (25 mila in quattro giorni) e la Slovenia.

Ma Zagabria ha, a sua volta, inviato treni e bus a Tovarnik, vicino al confino serbo, per caricare i migranti e portarli comunque, come una patata bollente, alla frontiera ungherese. E Budapest non ha nascosto la propria irritazione: la Croazia "partecipa de facto al traffico illegale di esseri umani", ha accusato il portavoce del governo ungherese.

Da qui, altri bus li trasportano in Austria. Dopo i 10.500 profughi arrivati ieri, Vienna ne attendeva altri 7mila, ma a meta' giornata si e' capito che sarebbero stati, anche oggi, 10mila.

Anche la Romania, non ancora coinvolta dal fiume umano, ha mobilitato i militari e realizzato due centri temporanei di accoglienza "in caso di emergenza".

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19 settembre 2015 - IL PUNTO

Alta tensione fra Ungheria e Croazia dopo che il governo di Zagabria ha deciso di smistare verso la frontiera magiara e slovena le migliaia di migranti riversatisi in poche ore in Croazia dalla vicina Serbia, isolata a nord dal muro invalicabile voluto dal premier Viktor Orban.

Riservisti ungheresi
Le autorità di Budapest - che hanno mobilitato centinaia di riservisti alla frontiera - hanno accusato apertamente oggi Zagabria di aver "mentito" sui profughi parlando dell'esistenza di un accordo bilaterale per il loro invio al confine ungherese.
"Invece di preoccuparsi e prendersi cura dei profughi, li hanno inviati in Ungheria. È questa la solidarietà europea?", ha tuonato il ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto.

Gli ha fatto eco il portavoce del governo Zoltan Kovac, per il quale la Croazia ha "tradito" non solo l'Ungheria ma anche la Ue per non aver protetto a dovere i confini esterni dell'Unione.

Annunciando il completamento della barriera di filo spinato lungo 41 km della frontiera con la Croazia (gli altri 330 km sono segnati dal fiume Drava, difficilmente valicabile dai migranti), Budapest ha disposto oggi il richiamo di 500 riservisti per rafforzare i controlli alla frontiera.

E lo scontro Budapest-Zagabria non è certo un buon viatico in vista delle prossime riunioni Ue a Bruxelles (martedì i ministri dell'Interno, mercoledì i premier) chiamate a dare una risposta credibile e unitaria all'emergenza migranti.

In Croazia da mercoledì sono entrati oltre 21mila migranti e profughi, che vengono dirottati con treni e autobus in vari punti della frontiera con l'Ungheria.

Lì scendono dai bus croati e risalgono immediatamente su altri ungheresi che li conducono verso il confine austriaco.

Un numero inferiore di migranti si dirige verso la Slovenia, dove gli arrivi sono stati da mercoledì più' di 1.500.

Il confine della Slovenia
Dopo le tensioni di venerdì, quando la polizia slovena ha sparato gas lacrimogeni contro gruppi di migranti che cercavano di forzare il cordone di polizia, al confine con la Croazia la situazione oggi era tornata tranquilla.

Scontro istituzionale a Zagabria
Nella stessa Croazia peraltro si è subito evidenziato un dissidio interno fra la presidente conservatrice Kolinda Grabar-Kitarovic e il premier socialdemocratico Zoran Milanovic. Quest'ultimo ha definito "folle" l'idea evocata a più riprese dal capo dello Stato di mobilitare l'esercito e chiudere i confini con la Serbia per far fronte all'emergenza.

La frontiera austriaca
Problemi potrebbero aversi alla frontiera austriaca, dove si intensificano di ora in ora gli arrivi di profughi da Croazia e Slovenia. Il ministro dell'Interno Johanna Mikl-Leitner ha lasciato intendere che i migranti, in base alle regole di Dublino, potrebbero essere respinti nei due Paesi ex jugoslavi, considerati sicuri.

Intanto il flusso incessante di migranti diretti in Europa lungo la rotta balcanica - dal Medio Oriente e dall'Asia centrale, attraverso Turchia e Grecia - non si riduce.

Macedonia
La Macedonia - dove oggi il commissario Ue all'Allargamento Johannes Hahn ha visitato il centro di accoglienza di Gevgelija alla frontiera greca, annunciando aiuti ulteriori da Bruxelles - ha deciso di estendere fino a giugno 2016 lo stato di emergenza proclamato nelle regioni del sud e del nord del Paese a causa della crisi dei profughi, che si annuncia di lungo periodo.

Una bimba annegata
E mentre la giornata segna l'ennesimo tragico naufragio, stavolta nelle acque greche di Lesbo, nel quale assieme ad altri disperati è annegata anche una bambina di 5 anni, oltre 4500 persone sono state soccorse dalla Guardia Costiera nel Canale di Sicilia. Si dirigevano a bordo di barconi e gommoni verso le coste italiane.

"Il destino dell'Europa"
"In questa partita si gioca il destino dell'Europa come comunità politica, non solo come insieme di regole. Noi ce la metteremo tutta", ha assicurato il premier Matteo Renzi, insistendo sulla necessita' di superare il trattato di Dublino.

18 settembre 2015

ORE 19:00 -IL PUNTO

L'arrivo di più di 13mila migranti dalla Serbia in sole 24 ore, ha creato oggi una situazione vicina al collasso in Croazia.

Il governo di Zagabria ha infatti annunciato che non può e non accetterà il peso di migliaia di migranti più a lungo, e non li potrà né registrare né ospitare. Sarà assicurata loro assistenza provvisoria saranno lasciati andare, ha avvertito il premier Zoran Milanovic, lasciando intendere che i profughi saranno spinti verso l'Ungheria.
L'Ue deve sapere che la Croazia non può diventare un 'hotspot' per migranti.

Proprio oggi però il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato che è già iniziata la costruzione della nuova barriera, lungo i 41 chilometri di confine terrestre tra Croazia e Ungheria. Al lavoro ci sono 600 soldati, entro domenica saranno 1.800.

In Italia intanto aumenta la sorveglianza: rischio di sconfinamenti ai valichi con Austria e Slovenia per i rifugiati che seguono la via del nord, verso Austria e Germania.

Oggi l'Ue ha fornito gli ultimi numeri della crisi: 213mila le richieste di asilo pervenute da aprile a giugno, con un incremento dell'85% rispetto allo stesso periodo nel 2014.

Il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier ha avvertito il blocco dei Paesi dell'est che si oppone alle quote: "Se non ci sarà un'altra strada - ha detto - dovremo valutare seriamente il ricorso allo strumento della decisione a maggioranza". La nuova tragedia del mare è avvenuta al largo della costa di Cesme, nella provincia occidentale turca di Smirne.

Una bambina di 4 anni è annegata nel naufragio di un barcone al largo della Turchia. La nuova tragedia del mare è avvenuta al largo della costa di Cesme, nella provincia occidentale turca di Smirne.La Guardia costiera è riuscita a salvare gli altri 14 siriani, tra cui 8 bambini, che si trovavano a bordo della barca che si e' rovesciata. Il siriana morto fulminato in un sito del tunnel della Manica si aggiunge alla lista degli altri 9 migranti morti nel tentativo di raggiungere la Gran Bretagna dalla Francia.

Intanto la Guardia Costiera libicaha arrestato 124 migranti, tra i quali otto donne, in procinto d'imbarcarsi verso l'Europa a Gasr Qarabulli, la vecchia Castelverde dell'epoca coloniale italiana, una sessantina di chilometri a est di Tripoli, uno dei punti di partenza piu' comunemente utilizzati dagli scafisti in Libia.La cattura di massa sarebbe avvenuta sulla base di non meglio precisate "informazioni", molto probabilmente una soffiata. Due cittadini siriani sono stati invece arrestati a Eindhoven, nel sud dell'Olanda, con l'accusa di aver organizzato una rete illegale attraverso la quale centinaia di loro connazionali sarebbero entrati clandestinamente in territorio comunitario.

L'ALLARME DI SAVE THE CHILDREN
Save the Children
ha oggi lanciato un allarme: nella già difficile situazione dei rifugiati e migranti in arrivo in Europa c'è una ulteriore preoccupazione: aumenta il numero di bambini non accompagnati.

Tra luglio e agosto in Serbia l'incremento è del 66% negli arrivi di minori senza adulti, che si trovano in condizioni di salute sempre più difficili e precarie.

Uno su quattro è solo
Tra gli oltre 130 mila profughi arrivati nel Paese dall'inizio dell'anno, ci sono infatti 25mila bambini, dei quali oltre 5.700 sono soli, circa 1 su 4, e sono i più vulnerabili e a rischio di tratta e sfruttamento.

Save the Children, sta lavorando intensamente in Italia, Grecia e Turchia con programmi a favore dei minori migranti.

"Centinaia di bambini arrivano qui ogni giorno esausti e molti di loro - spiega Andrea Zeravcic, direttore di Save the Children nell'area Nord-Ovest dei Balcani - si sono ammalati per le difficili condizioni che hanno incontrato durante il viaggio.

Fuggiti da sofferenze inimmaginabili
La chiusura della frontiera da parte dell'Ungheria ha spaventato ulteriormente le loro famiglie che non sanno dove andare né cosa ne sarà di loro. Sono fuggiti - prosegue Zeravcic - da sofferenze inimmaginabili e hanno rischiato la vita per arrivare qui. I leader europei hanno il dovere di aiutarli".

La maggior parte dei rifugiati giunti attualmente in Serbia, segnala ancora Save the Children, arriva dalla Siria, mentre il 15% proviene dall'Afghanistan, il 5% dall'Iraq, il 2% dal Pakistan e il 2% dalla Somalia.

Migliaia di loro sono entrati dalla Croazia nelle ultime 48 ore in seguito alla chiusura del confine ungherese avvenuto all'inizio di questa settimana e stanno continuando il loro viaggio verso la Slovenia per raggiungere gli altri paesi europei.

18:30 - Un treno carico di oltre mille migranti è arrivato nel villaggio ungherese di Magyuarbody, nell'ambito dell'operazione croata per 'rimpallare' migliaia di profughi verso l'Ungheria.

Nel corso della giornata, la Croazia aveva già inviato centinaia di migranti al confine magiaro, caricandoli su pullman.
Un portavoce della polizia ungherese ha spiegato che i migranti raccolti al confine vengono portati in due punti di registrazione ungheresi, Szentgotthard E Vamosszabadi, entrambi vicini al confine austriaco.

16:30 - Una ventina di autobus croati con a bordo circa 1500 migranti sono giunti al confine tra Croazia e Ungheria nei pressi di Beli Manastir, dove i profughi starebbero passando su pullman ungheresi. Lo riferiscono i media locali.
Secondo testimoni, le autorità croate e ungheresi avrebbero semplicemente lasciato passare i migranti al confine nei pressi del valico di Beremed, senza interferire. I primi pullman ungheresi sono già partiti e sarebbero diretti, stando ai media, verso il confine con l'Austria.

13:35 - La Croazia ha annunciato che sta per cominciare a sospingere le migliaia di migranti entrati nel suo territorio verso l'Ungheria, perché non ce la fa a far fronte all'enorme flusso di arrivi (oltre 13mila nelle sole ultime 48 ore). È stato proprio il premier, Zoran Milanovic, a darne notizia: "Quale altra scelta abbiamo?", ha aggiunto.

13:00 - "Il confine non può essere sigillato e tutta questa gente non la si può trattenere i Croazia: per ora non impediremo a nessuno di entrare in Croazia ma neanche di uscire dal Paese".
Lo ha dichiarato poco fa il premier, Zoran Milanovic, in una conferenza stampa dedicata all'emergenza immigrazione.

12:00 - Dall'inizio della guerra in Siria, nel 2011, la Turchia ha speso 7,6 miliardi di dollari per ospitare 2,2 milioni di profughi siriani fuggiti nel suo territorio. Lo ha detto oggi il vicepremier turco, Numan Kurtulmus. Secondo gli ultimi dati dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), a fine agosto i profughi siriani in Turchia erano 1 milione 938 mila. La Turchia, che condivide con la Siria circa 900 km di confine, mantiene una generale politica delle 'porte aperte' per i profughi.

9:30 Un migrante, probabilmente di nazionalità siriana, è morto fulminato nei pressi dell'imbocco del tunnel della Manica, mentre cercava di salire sul tetto di un treno merci diretto in Inghilterra. Lo riferisce la polizia francese. I fatti sono avvenuti poco prima della mezzanotte. Sale così a 10 il numero dei migranti morti da giugno nel tentativo di raggiungere la Gran Bretagna attraverso l'eurotunnel.

8:00 La Croazia ha chiuso sette degli otto valichi di frontiera con la Serbia per arginare il flusso di profughi e migranti che si sono affollati ai confini dopo le aperture dei giorni scorsi al transito: circa 13mila gli arrivi nel Paese in 48 ore. 
Siamo saturi, ha detto il ministro dell'Interno croato Ostojic. Ieri sono stati sfondati i cordoni della polizia alla frontiera di Tovarnik. Resta aperto solo il collegamento tramite autobus. 

L'Ungheria intanto ha esteso lo stato d'emergenza al confine con la Croazia ed ha avviato la costruzione di una barriera anti-migranti anche alla frontiera fra i due Paesi.

Stamattina a Lampedusa l'arrivo di 255 migranti soccorsi ieri in mare; c'è anche una salma.

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17 settembre 2015

15:14 - "Convoco un Consiglio europeo straordinario per mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere come trattare come la crisi dei rifugiati". Lo ha annunciato con messaggio twitter il presidente del Consiglio, Donald Tusk. Il vertice straordinario era stato chiesto dalla Cancelliera Angela Merkel. Si terrà all'indomani del Consiglio interni.

15:00 -  L'emergenza profughi sbarca al Salone dell'auto a Francoforte, dove Angela Merkel ha rivolto un appello ai colossi del mercato. "Il nostro è un paese allettante e molti rifugiati si aspettano che noi li aiutiamo nel percorso di integrazione", ha detto dal palco il cancelliere tedesco sollecitando i produttori di auto a fornire occasioni di lavoro e di formazione a chi fugge dalle guerre o dalle dittature. Diverso è l'approccio verso chi arriva in Germania solo per motivi economici. Questi, ha aggiunto Merkel, "devono lasciare il nostro paese".

14:54 - La Croazia non è in grado di accogliere altri migranti, oltre ai 6.500 già arrivati, in appena 24 ore. Lo ha detto il ministro dell'Interno Ranko Ostojic.

11:00 - La proposta di ricollocamento di 120 mila richiedenti asilo provenienti da Italia, Grecia e Ungheria verso altri Stati membri della Ue ha avuto il pieno sostegno del Parlamento europeo.

I deputati hanno approvato stamattina con 370 voti favorevoli, 134 contrari e 523 astensioni il piano della Commissione senza modifiche.

Il Parlamento però si è riservato di pronunciarsi sulla proposta che istituisce un meccanismo di ricollocazione permanente dei profughi, sul quale il Parlamento deciderà su un piano di parità con gli Stati membri.

Le prime misure di emergenza provvisorie per un trasferimento iniziale di 40 mila richiedenti asilo in due anni da Italia e Grecia erano già state approvate dal Parlamento una settimana fa.

9:00 - Al posto di confine serbo-ungherese di Horgos, teatro ieri di violenti scontri tra migranti e polizia ungherese, nella notte gli agenti hanno nuovamente sparato gas lacrimogeni per allontanare un gruppo di giovani che continuava a protestare davanti al muro. La situazione stamane è  tornata tranquilla. Per prevenire nuovi incidenti la polizia serba si e' schierata con due cordoni di agenti davanti al muro difensivo ungherese, che nelle ultime ore e' stato ulteriormente rafforzato con nuovi rotoli di filo spinato.

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16 settembre 2015

Il punto

- La rabbia e l'esasperazione di migranti e profughi al confine serbo-ungherese è sfociata oggi in durissimi scontri con la polizia magiara, che ha fatto largo uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per rispondere al fitto lancio di pietre, bottiglie e altri oggetti da parte di centinaia di giovani manifestanti. Il pesante bilancio a fine giornata è di almeno 300 feriti tra i migranti e venti fra i poliziotti ungheresi.

- Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon si è detto "scioccato" dal trattamento riservato a quei disperati. "Non è accettabile, è gente che scappa da guerre e persecuzioni e che deve essere trattata con dignità umana", ha affermato Ban. Altrettanto dura la protesta del commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos per il quale "la difesa delle frontiere con la violenza non è compatibile con i valori e i principi europei". 

- Gli scontri di oggi hanno fatto salire notevolmente la tensione nella terra di nessuno al valico di confine di Horgos, dove da ieri, dopo l'entrata in vigore delle nuove draconiane norme anti-immigrati in Ungheria, migliaia di profughi ammassati dinanzi al 'muro difensivo' eretto da Budapest non cessano di scandire a gran voce slogan ostili all'Ungheria e favorevoli alla Serbia e alla Germania di Angela Merkel.

- Alcuni migranti hanno cercato di forzare e abbattere la barriera metallica e filo spinato in corrispondenza del vecchio passaggio di frontiera dei tempi della Jugoslavia, denominato Horgos 2 per distinguerlo dal vicino e più ampio e moderno Horgos 1, realizzato successivamente in concomitanza con la costruzione dell'autostrada per Budapest. La reazione della polizia ungherese non si è fatta attendere ed è stata dura e violenta. Per almeno tre ore, al fitto lancio di sassi e bottiglie gli agenti in assetto antisommossa hanno risposto con lacrimogeni e cannoni ad acqua. Nel cielo per ore hanno volteggiato elicotteri della polizia e dell'esercito ungherese.

- I feriti sono stati nel complesso almeno 300, conseguenze anche per una ventina di agenti. In serata la situazione nell'inferno di Horgos era apparentemente tranquilla ma sempre tesa. Alcune centinaia di profughi hanno accettato oggi di trasferirsi nel vicino centro di accoglienza di Kanjiza, e alcuni di loro, per aggirare il muro ungherese, si sono detti favorevoli a raggiungere il confine serbo-croato a Sid. Il governo di Zagabria - che se ne aspetta almeno 4mila nei prossimi giorni - ha detto oggi infatti che non innalzerà barriere difensive e che non porrà ostacoli al prosieguo del viaggio dei migranti verso la Germania e gli altri Paesi del nord Europa. A gettare altra benzina sul fuoco, in serata, le parole del solito Orban, che ha promesso di "ampliare il muro anche alla frontiera croata" dopo aver annunciato ieri di voler fare lo stesso al confine con la Romania.

La polizia ungherese lancia pane profughi siriani

17:50 Vista la situazione critica, il governo ungherese ha deciso di "sospendere temporaneamente" dal traffico, per 30 giorni, il tratto autostradale tra Horgos e Rozske, che costeggia la frontiera con la Serbia. Lo rende noto il governo serbo, che è stato informato dall'Ungheria.

16:00 - Nuovi scontri tra profughi e le forze dell'ordine ungheresi ad Horgos, al confine con la Serbia, con lancio di lacrimogeni e intervento dei cannoni ad acqua. Agenti della polizia ungherese, in tenuta anti-sommossa, sono schierati con cannoni ad acqua e mezzi blindati lungo in confine con la Serbia, dove sono accalcati i migranti che tentano di proseguire il loro viaggio verso l'Austria e la Germania. I profughi sono stati bloccati dalla recinzione di filo spinato, piazzata dal governo di Budapest.

15:00 Nella prima applicazione della nuova legge anti-clandestini, un migrante è stato condannato per ingresso illegale in Ungheria.

14:00 Respinti dal "muro" di filo spinato al confine tra Serbia e Ungheria, i migranti e rifugiati in fuga da fame e guerre che dilaniano il Medio Oriente, hanno trovato un'altra porta d'accesso all'Ue. All'alba, è arrivato alla frontiera tra Serbia e Croazia un primo pullman di migranti: circa 30-40 persone, intenzionati a passare la frontiera con la Croazia e dirigersi poi verso la Slovenia. Nelle ore successive decine di migranti sono stati intercettati nei campi di grano della zona e sono stati portati a Tovarnik per essere registrati. Il premier croato, Zoran Milanovic, ha dato subito la linea, parlando ai parlamentari a Zagabria: la Croazia, ha detto, è "pronta a ricevere queste persone o indirizzarle dove vogliono andare", ha detto dinanzi al Parlamento. "Potranno attraversare la Croazia e li aiuteremo".

Per i migranti arrivati in Croazia si profila adesso un altro rischio: incappare in qualcuna delle mine lasciate nella zona orientale del Paese, durante gli intensi combattimenti avvenuti negli anni tra il 1991 e il 1995 in cui il Paese si separò dalla Jugoslavia: per evitare nuove tragedie, il governo di Zagabria ha già inviato sminatori. 

7:00 - È arrivato alla frontiera con la Croazia un primo autobus di migranti, dopo la chiusura da parte dell'Ungheria del confine con la Serbia. Circa 30-40 persone, la maggior parte di nazionalità siriana e afgana, sono nella città di Sid (Serbia), intenzionati a passare la frontiera con la Croazia e superare in seguito i confini della Slovenia. Tra i migranti, molti i bambini e le donne.

La Croazia si prepara a un possibile afflusso massiccio di migranti e profughi. "Attualmente abbiamo messo a punto un piano straordinario, che in caso di necessità potrà essere rapidamente attivato", ha detto il ministro dell'interno Ranko Ostojic.

15 settembre 2015 - Il punto

- È stata convocata per il 22 settembre una nuova riunione dei ministri degli interni della Ue, sollecitata a gran voce da Angela Merkel, per trovare un accordo sulla redistribuzione dei rifugiati.

- Si è indurito ancora il fronte ungherese dove, dopo la chiusura del confine con la Serbia e l'introduzione del carcere per chi non rispetta il valico, sono stati arrestati 174 migranti e incarcerati in 74. Possibile la realizzazione di un "muro" anche al confine con la Romania.

- Intanto anche l'Austria ha annunciato che ripristinerà i controlli alle frontiere, anche con l'Italia.

- La Croazia teme così una ricaduta di rifugiati nel suo Paese. E il primo ministro avverte: "Fate attenzione, l'1% del nostro territorio è ancora pieno di mine".

- Ci sono 5.000 migranti, per lo più siriani, ammassati anche a Edirne, in Turchia, da dove sperano di raggiungere via terra la frontiera con la Grecia nonostante il blocco imposto da Ankara. In 250 sono radunati presso l'autostazione della città mentre altri hanno provato a raggiungere la stazione ferroviaria o si sono diretti attraverso i campi verso il valico di frontiera di Pazarkapi.

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18:38 - La presidenza lussemburghese del Consiglio UE ha deciso di convocare una nuova riunione straordinaria dei ministri degli Interni per discutere dell'emergenza profughi per il prossimo 22 settembre. È quanto fa sapere la presidenza di turno a meno di 24 ore dal consiglio straordinario di ieri.

18:30
- Circa 30 milioni di euro del pacchetto di aiuti da 500 milioni di euro della Commissione europea destinato agli agricoltori serviranno alla distribuzione di latte ai rifugiati. È quanto emerge dall'intervento del
commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan, al Consiglio informale dei ministri dell'agricoltura a Lussemburgo, alle prese con la fine delle quote latte, la sovrapproduzione sul mercato globale, l'embargo russo e il crollo dei prezzi del latte.

17:10 - "Sui flussi migratori Italia e Regno Unito hanno come è noto posizioni diverse, delle quali - come si dice in questi casi - abbiamo preso reciprocamente atto": così si è espresso il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a conclusione di una missione a Londra in cui ha incontrato il collega britannico Philip Hammond. Al di là delle distanze, Gentiloni e Hammond hanno comunque ribadito la volontà di un impegno comune in Libia (dalle cui coste partono tanti barconi della speranza) a sostegno del negoziato mediato dall'Onu per arrivare a un governo di unità nazionale e quindi a una situazione di "stabilità e sicurezza" di un Paese chiave anche sul fronte dell'immigrazione.

16:10 - Mentre la Germania va in pressing perché l'Ue affronti con unità e coordinazione l'emergenza profughi, sale il numero degli arrestati dalla polizia ungherese per aver tentato di attraversare il confine: 174 sono attualmente i migranti arrestati dall'entrata in vigore del nuovo codice penale dopo la mezzanotte. In 74 sono stati già imprigionati.

- Una decisione, quella del governo ungherese, che fa ora temere alla Croazia l'arrivo di un'ondata di rifugiati: "È un sistema di ricadute: ora c'è la realistica possibilità che i migranti vengano nella nostra direzione", ha dichiarato alla Tv di Stato Zlatko Sokolar, capo dell'amministrazione di frontiera del ministero dell'Interno. "Al momento, comunque, il confine di 325 chilometri con la Serbia è tranquillo", ha aggiunto Sokolar. Mentre i media croati ci tengono ad avvisare i profughi del pericolo mine: si calcola infatti che circa l'1% del territorio nazionale sia ancora infestato di ordigni inesplosi risalenti alla guerra degli anni Novanta. "Le mine", ha precisato al proposito Mladen Crnkovic, dell'agenzia nazionale che si occupa delle bonifica delle mine, "sono comunque evidenziate da appositi segnali di avvertimento". 

15:40 - Sul confine tra Serbia e Ungheria, per la precisione a Horgos, è giunto il ministro del Lavoro e Affari sociali serbo Aleksandar Vulin, che sta cercando di mettersi in contatto con le autorità ungheresi. "Il problema non si può risolvere senza la collaborazione con Budapest", ha detto il politico ai giornalisti, sottolineando poi che la situazione è ad alto rischio e potrebbe sfuggire al controllo delle autorità.

15:00 - Il governo ungherese sta pensando di estendere il "muro" anti-migranti anche al confine con la Romania, dopo aver concluso quello con la Serbia.
Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, durante una conferenza stampa a Budapest.

"Abbiamo deciso di avviare dei lavori preparatori per la costruzione di una barriera lungo il confine con la Romania, prolungando quella eretta alla frontiera con la Serbia", ha annunciato Szijjarto, spiegando che da quella direzione potrebbe aumentare la pressione migratoria."La misura è necessaria", ha spiegato il ministro, "poiché i trafficanti di essere umani potrebbero cambiare le loro rotte a causa della barriera gia' eretta tra Ungheria e Serbia, ecco perché parte della pressione migratoria potrebbe prendere la direzione della Romania".
Szijjarto ha aggiunto che il ministero degli Esteri romeno è già stato informato del progetto che porterebbe a estendere il tracciato del muro per alcuni chilometri oltre il fiume Mures lungo la frontiera romena.

14:45 - Pressing dei leader europei per la convocazione di un vertice Ue straordinario sulla crisi migratoria. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha annunciato di aver chiesto la convocazione di un summit speciale per la prossima settimana al termine di un colloquio a Berlino con il collega austriaco. Un summit Ue "è urgentemente necessario", le ha fatto eco Werner Faymann durante una conferenza stampa congiunta a Berlino. "È un problema dell'intera Unione Europea e perciò abbiamo discusso la possibilità di un summit speciale Ue da tenersi la prossima settimana", ha chiarito la Merkel. Donald Tusk (il presidente del Consiglio Ue, ndr) se ne occuperà", ha aggiunto.

Anche il premier slovacco, Robert Fico, si è unito alla richiesta di Germania e Austria, affermando che si tratta di una crisi che non puo' essere discussa a livello ministeriale.

12:30 - Il governo ungherese ha dichiarato lo stato di emergenza in due contee meridionali al confine con la Serbia a causa dell'arrivo di migliaia di migranti.

La misura è stata annunciata alla stampa nella città di Szeged dal portavoce del governo Zoltan Kovacs, dopo una riunione del Consiglio dei ministri.

La polizia avrà ora poteri speciali e la decisione apre le porte all'uso dell'esercito nel controllo della frontiera.

12:00 - Sono 156.000 i migranti entrati nell'Ue soltanto nel mese di agosto, portando il totale da inizio anno a oltre 500.000.

Lo ha resto noto l'agenzia per Ue per la gestione delle frontiere esterne, Frontex.

Il mezzo milione di ingressi in otto mesi è già quasi il doppio rispetto ai 280.000 migranti che erano arrivati nell'Ue in tutto il 2014.

Sono invece oltre 200mila i migranti arrivati in Ungheria dall'inizio dell'anno. È quanto hanno reso noto le forze dell'ordine ungheresi.
Dal 1 gennaio sono arrivati 200.778 richiedenti asilo, secondo questi dati. La maggior parte dalla Serbia per proseguire in altri Paesi.

11:00 "Sono davvero deluso dalla decisione presa" dal Consiglio Affari interni straordinario che ha rinviare ogni scelta sulle quote di migranti, "la situazione appare ingestibile ma è gestibilissima, a patto che la si cominci a gestire".

Così l'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), Antonio Guterres, in un'audizione al Parlamento europeo, in cui ha ricordato come nel 1956 ci furono 200.000 i profughi ungheresi che trovarono rifugio in Austria.

"All'epoca non c'era nemmeno l'Unione europea eppure l'Europa c'era e riuscì a risolvere il problema in tre mesi", ha osservato Guterres a proposito dell'insurrezione magiara contro l'Urss.

L'esito della riunione dei Ventotto "mostra che l'Europa è divisa, mostra che la Commissione propone cose che è difficile far approvare in Consiglio", ha affermato l'ex premier portoghese.

L'immagine dell'Ue che l'Unhcr ha oggi è quella di "un'Europa che è un puzzle, ma quando si mettono insieme i pezzi vediamo che questi non combaciano più", ha aggiunto.

10:00 - Ancora una tragedia nelle acque tra Turchia e Grecia: Secondo i media ellenici e turchi, almeno 13 persone, tra cui quattro bambini, sono morte nel naufragio della loro imbarcazione al largo delle coste sudoccidentali della Turchia davanti a Datca. Secondo queste fonti, sono state tratte in salvo 205 persone.

Sul luogo del naufragio sono intervenuti cinque mezzi della guardia costiera turca che hanno tratto in salvo 205 persone, ma si teme che il bilancio possa aggravarsi perché non è ancora certo il numero dei migranti a bordo al momento del naufragio, avvenuto nel mar Egeo al largo della penisola di Datca, nella provincia di Mugla.

Secondo i media locali i migranti viaggiavano su un barcone in legno lungo circa 20 metri, usato di solito per il trasporto di turisti.

9:30 -  Primi arresti della polizia ungherese al confine con la Serbia, in base alla nuova legge contro "l'immigrazione illegale".

Sono 16 migranti - 9 siriani e 7 afghani - per aver oltrepassato illegalmente il confine, che dalla mezzanotte è completamente chiuso.

Intanto, la polizia ungherese ha comunicato che sono 9.380 i migranti che hanno varcato il confine serbo-ungherese lunedì, entro la mezzanotte.

08:00 - Un "accordo di principio" sostenuto da una larga maggioranza di Stati, ma di fatto nessun accordo: questo l'esito del Consiglio starordinario dei ministri dell'Interno della UE con oggetto la ricollocazione di 120 mila profughi. Conclusosi nella tarda serata di ieri, l'incontro non ha portato dunque ad alcuna risoluzione operativa per una mancanza di umanità dovuta ai "falchi" dei Paesi dell'Est. Qualsiasi interevnto viene così rimandato alla nuova riunione dei ministri dell'8 ottobre, quando - se i "dissidenti" rimarranno sulle loro posizioni - si andrà comunque avanti con la maggioranza qualificata.

- Unica decisione presa dai 28 ministri è stata quella di dare il via libera formale per l'avvio della "fase 2" della missione navale EuNavFor Med, che prevede l'uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo. 

- Nessuna esitazione invece da parte del governo di Budapest: a partire dalla scorza mezzanotte è infatti entrato in vigore in Ungheria il nuovo reato che prevede fino a tre anni di carcere per chiunque e a qualsiasi titolo tenti di entrare illegalmente nel Paese. Secondo quanto riferisce la Bbc, viene considerato un crimine contro lo Stato anche solo danneggiare la nuova barriera di filo spinato alta 4 metri e disposta lungo i 175 km di confine con la Serbia. Ben 30 giudici sono stati messi in stato di allerta, pronti a processare "per direttissima" chiunque sia colto a non rispettare la norma. 

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14 settembre 2015 - Il punto

- Il Consiglio straordinario dei ministri dell'interno europei sull'emergenza immigrazione nella Ue è in alto mare. Nessun accordo finora su come ricollocare i 120 mila profughi stabiliti nel piano Junker seppur con "flessibilità". Accordo solo sugli altri 40 mila già presenti in Italia e Grecia. Obbligo per l'Italia di aprire gli hotspot per lo smistamento degli sbarchi.

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Il premier Renzi, parlando alla trasmissione di La7, Otto e mezzo, ha dichiarato: "L'Ue unita non l'ho mai vista sui migranti. È stata solo l'Italia con Malta a dire che non è solo un problema di un solo Paese, adesso il messaggio sta passando, l'Ue però ha ancora molta strada da fare".

- L'Unione Europea ha autorizzato l'uso della forza militare nelle missioni contro gli scafisti nel Mediterraneo: il via libera dovrebbe scattare a inizio ottobre e permetterà alle navi della forza Ue di fermare, perquisire e dirottare le imbarcazioni sospettate di trasportare migranti.

- Germania, Austria, Slovacchia e Olanda hanno ripristinato i controlli temporanei alle frontiere per impossibilità di assorbire altri rifugiati. Intanto l'Ungheria hachiuso l'ultimo passaggio ancora aperto del muro di 175 km eretto lungo frontiera con la Serbia, a Roeszke. Dalla mezzanotte di oggi, inoltre, fa entrare in vigore la nuova draconiana legge che punisce con l'arresto chiunque entri illegalmente nel Paese.

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19:30 - Resta in alto mare la riunione dei ministri europei dell'interno convocata per trovare un accorso sulla redistribuzione dei 120 mila profughi che si aggiungono ai 40 mila attualmente in Italia e Grecia sui quali, invece, un'intesa è stata trovata. Restano le profonde divisioni tra i governi con una linea netta tra un gruppo di paesi dell'Est, e cioè Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, e Ungheria, e il resto del continente (Regno Unito, Irlanda e Danimarca godono di una clausola di opt-out).

In mancanza di un accordo tra i ministri europei dell'interno, sarà convocato un ennesimo vertice straordinario dei capi di stato e di governo della Ue.

Non c'è solo la Germania ad aver ripristinato il controllo alle frontiere, Berlino è stata seguita da Austria, Slovacchia e Olanda. Poi la Francia, che si è dichiarata pronta a farlo per quanto riguarda la frontiera con l'Italia. Lo ha annunciato il ministro dell'interno Bernard Cazeneuve. "Le quote non sono una soluzione", ha ribadito lo slovacco Robert Kalinak, confermando che i quattro paesi di Visegrad (Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria) restano contrari alle quote di redistribuzione dei migranti obbligatorie e a un meccanismo permanente di ricollocazione.

18:18 - Le autorità ungheresi hanno ripreso ad ammettere il passaggio dei migranti da uno dei principali punti d'accesso al confine serbo. Poco dopo aver chiuso un varco di circa 40 metri in una barriera di filo spinato, la polizia sta facendo passare i migranti attraverso un cancello metallico al valico di frontiera Horgos 2. Lo riferisce un reporter della Reuters. Tuttavia, il Paese ha chiuso l'ultimo passaggio ancora aperto del muro di 175 km eretto lungo frontiera con la Serbia, a Roeszke. Lo ha affermato un portavoce dell'UNHCR all'Apa.

17:54 - I ministri dell'interno dell'Unione europea hanno approvato lo schema di redistribuzione di 40 mila migranti richiedenti asilo da Italia e Grecia verso gli altri stati Ue. Si tratta della proposta avanzata a maggio dalla Commissione europea e approvata a luglio dai capi di stato e di governo. I governi però erano riusciti ad accordarsi solo sulla redistribuzione volontaria di poco più di 32 mila profughi. Danimarca e Regno Unito non parteciperanno. Gli Stati riceveranno 6 mila euro per ogni persona accolta. La decisione dovrà essere sottoposta alla consultazione del parlamento europeo.

13:08 - L'adozione del nuovo schema di redistribuzione di 120 mila profughi dovrebbe avvenire al prossimo Consiglio Ue dei ministri degli Interni, l'8 e 9 ottobre e si dovrà considerare una certa "flessibilità" nell'assegnazione delle quote. È quanto previsto dall'ultima bozza di conclusioni preparata stamattina dagli sherpa per il Consiglio straordinario di oggi pomeriggio.

Come anticipato nei giorni scorsi, la bozza non cita l'obbligatorietà delle quote: "i numeri proposti dalla Commissione - si legge - costituiscono la base per un accordo sulla distribuzione di queste persone all'interno dell'Ue. Il lavoro dovrà procedere prioritariamente nella preparazione di una decisione formale per attuare questo impegno, con attenzione alla flessibilità che potrebbe essere necessaria agli Stati per attuare la decisione, soprattutto per adeguarsi a sviluppi non previsti".

11:50 -  La misura presa dal governo tedesco, che ha ripristinato i controlli alle frontiere, "era necessaria ma nulla cambia" nell'atteggiamento del governo, che continua a "essere guidato dai principi dell'umanità e della sicurezza". Lo ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert a Berlino, in conferenza stampa.

11:00 - L'Austria ha riaperto il confine con l'Ungheria, chiuso oggi per circa un'ora. Sono 2.400 i migranti arrivati in territorio austriaco nelle prime sei ore della giornata odierna, e si aggiungono ai 16.600 giunti ieri. A fornire le cifre sono fonti di polizia. Attraverso il confine di Nickelsdorf, nello stato del Burgenland, sono transitate domenica 10.256 persone. Altri hanno attraversato il confine a e Heiligenkreuz, anche questo nel Burgenland. Intanto è stata riaperta un'autostrada che collega Austria e Ungheria.

9:30 - Il governo austriaco ha deciso di inviare 2.200 militari al confine con l'Ungheria per aiutare la polizia a gestire l'afflusso massiccio di profughi in arrivo dal sud-est dell'Europa. La misura, annunciata dal cancelliere federale Werner Faymann, diventerà operativa nelle prossime ore in funzione sia di controllo che di aiuto umanitario in caso di necessità.

9:18 -  In Gran Bretagna nasce il ministero dei migranti. Richard Harrington avrà il compito di affrontare il dossier relativo ai 20.000 rifugiati siriani che Londra si è impegnata ad accogliere nei prossimi cinque anni.

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13 settembre 2015

Altri 14 Aylan, altri 14 bambini muoiono nel naufragio di un barcone di migranti che si è rovesciato nell'Egeo, cercando di raggiungere un'isola greca dalla vicinissima Turchia. Tra loro, quattro neonati. 34 morti in totale.

È lo choc di una domenica in cui anche la Cancelliera Angela Merkel che una settimana fa aveva aperto le frontiere ai rifugiati, deve arrendersi all'evidenza. Neppure la Germania puo' assorbire il fiume di disperati in fuga dalla guerra. Cosi' nel pomeriggio arriva la sospensione del traffico ferroviario con l'Austria ed il ministro dell'interno annuncia la reintroduzione "temporanea" dei controlli alla frontiera.

Nel paese, è stato precisato, si potrà entrare "solo con documenti validi". Ed il ministro dell'interno, Thomas de Maiziere, avverte i paesi che fanno transitare liberamente i migranti: "La grande disponibilità dimostrata dalla Germania non deve essere sfruttata troppo".

Misure drastiche quelle tedesche, che arrivano alla vigilia di un Consiglio straordinario dei ministri dell'interno europei carico di tensioni e chiamato ad approvare il pacchetto Ue per l'immigrazione, con il meccanismo di ridistribuzione dei rifugiati a criteri fissi, l'elenco dei paesi sicuri (tutti quelli candidati all'ingresso della Ue, ovvero i balcanici e la Turchia) in provenienza dai quali non è cioè  verosimile che si abbiano le condizioni per chiedere asilo.

La sospensione di Schengen è stata annunciata dalla Merkel con una telefonata al presidente della Commissione. L'esecutivo europeo ha dato il beneplacito. La reintroduzione temporanea dei controlli è "una possibilità eccezionale esplicitamente prevista e regolata" dal codice delle frontiere del Trattato di Schengen "in caso di situazione di crisi" e "la situazione attuale in Germania, a prima vista, appare essere una situazione coperta dalle regole".

Ma questa decisione, ha anche scritto la Commissione, "sottolinea l'urgenza di concordare" sul pacchetto immigrazione. Accordo che dovrà necessariamente passare anche per una decisa stretta dei controlli sulla frontiera esterna. Bruxelles ricorda che nel suo "Discorso sullo stato dell'Unione" mercoledì scorso a Strasburgo e' stato lo stesso Juncker a dire che "l'altra faccia della medaglia" di Schengen e della libertà di movimento in un'Europa senza confini interni è "una miglior gestione della frontiera esterna e più solidarietà per affrontare la crisi dei rifugiati".

Politicamente, piu' facile che si trovi l'accordo sulla prima che della seconda.

Intanto anche la Romania annuncia il 'no' al pacchetto Juncker, che dovrà essere approvato a maggioranza qualificata. La conta dei voti è ancora tutta dalla parte dell'approvazione. Ma se si finirà allo scontro, il risultato politico potrebbe essere "sanguinoso" per l'Europa. Non a caso la svolta tedesca piace al primo ministro ungherese Viktor Orban, leader dei falchi anti-immigrazione. Cogliendo al volo la retromarcia della Merkel, ha espresso soddisfazione per la sospensione di Schengen, definendola misura "necessaria" per "preservare i valori tedeschi ed europei".

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12 settembre 2015

"Dobbiamo lavorare con i partner europei", ha detto Barack Obama, sottolineando l'intenzione degli Usa di fare la loro parte nell'emergenza  migranti. "Ho già parlato con il primo ministro italiano Matteo Renzi, coi greci e altri" su come potenziare la collaborazione. "Siamo incoraggiati dagli sforzi dei Paesi Ue"

"E tutti quelli tra voi che hanno visto quelle strazianti immagini di quel bimbo annegato... credo credo che chiunque sia genitore capisca che... muovono le coscienze di tutti noi, non solo di ci sta oltreoceano" ha aggiunto Obama rispondendo. Un problema, ha aggiunto, "che temo però proseguirà per decenni".

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11 settembre 2015 - Il punto

Ancora una giornata frenetica e confusa, con le frontiere orientali dell'Europa sempre alle prese con il flusso di rifugiati in arrivo dal sud.

Oggi un video diffuso sul web (qui sotto; i fermo-immegine nella fotogallery qui sopra) e ripreso da due operatori umanitari e giornalisti austriaci, ha mostrato la selvaggia durezza della reazione ungherese alla crisi dei rifugiati nel centro di raccolta istituito a Roszke.

Intanto il primo ministro di Budapest, Viktor Orban ha annunciato che chi entrerà illegalmente nel paese dopo il 15 settembre sarà arrestato e rischierà sino a 5 anni di carcere. Tra i nuovi reati ci sarà anche il danneggiamento delle barriere alla frontiera.

I dati comunicati dall'Ungheria indicano in 3601 il numero di migranti intercettati sul confine con la Serbia nelle ultime 24 ore.

L'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati (Unhcr) ha chiesto ai paesi coinvolti la realizzazione di centri di accoglienza degni di esseri umani.

La riunione del gruppo di Visegrad - Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia - con il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier oggi a Praga ha dimostrato le divergenze di punti di vista, con i quattro paesi che ribadiscono che on accetteranno le "quote obbligatorie"; e la Germania che è necessario un meccanismo equo di distribuzione.

In Ungheria è arrestato un italiano che trasportava 33 profughi siriani L'uomo, 53enne, stava viaggiando su una Fiat Ducato diretta in Germania. Sarebbe disoccupato e vivrebbe a Fino Mornasco, un paese in provincia di Como. Secondo quanto si apprende, l'uomo si chiama Daniele Filippini, è sposato e ha due figli.

Oggi in varie città italiane si sono tenute le "Marce dei piedi scalzi": da Venezia in tutte le città italiane. A piedi nudi in cammino per chiedere accoglienza umana ai profughi, un sistema di asilo europeo, corridoi umanitari.

EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati arrivati dall'Ungheria in Austria - 9 settembre 2015
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati arrivati dall'Ungheria in Austria - 9 settembre 2015
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati arrivati dall'Ungheria in Austria - 9 settembre 2015
EPA/HERBERT P. OCZERET
L'accoglienza austriaca ai rifugiati provenienti dall'Ungheria nella città di Nickelsdorf, Austria, 9 settembre 2015
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati arrivati dall'Ungheria in Austria - 9 settembre 2015
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Il muro in costruzione sul confine tra Ungheria e Serbia vicino al villaggio di Roszke a 180 km a sudest di Budapest - 10 settembre 2015
EPA/SANDOR UJVARI HUNGARY OUT
Un migrante entra in Ungheria dalla Serbia attraversando il muro ancora non ultimato che dividerà i due Paesi al confine - 10 settembre 2015
EPA/SANDOR UJVARI HUNGARY OUT
MIgranti scortati dalla polizia ungherese dopo il loro ingresso in Ungheria dalla Serbia
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati arrivati dall'Ungheria in Austria - 9 settembre 2015
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Migranti posano per una foto al loro arrivo al confine con l'Austria dall'Ungheria - 11 settembre 2015
ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
Migranti a Rozske in attesa di salire sui bus per essere, poi, trasferiti al confine con l'Austria a Gyor, ROZSKE (CONFINE UNGHERIA), 10 Settembre 2015.
ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
Migranti a Rozske in attesa di salire sui bus per essere, poi, trasferiti al confine con l'Austria a Gyor, ROZSKE (CONFINE UNGHERIA), 10 Settembre 2015. ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
Migranti a Rozske in attesa di salire sui bus per essere, poi, trasferiti al confine con l'Austria a Gyor, ROZSKE (CONFINE UNGHERIA), 10 Settembre 2015.
ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
Migranti a Rozske in attesa di salire sui bus per essere, poi, trasferiti al confine con l'Austria a Gyor, ROZSKE (CONFINE UNGHERIA), 10 Settembre 2015.
EPA/HELMUT FOHRINGER
Rifugiati in arrivo a piedi dall'Ungheria in Austria
EPA/HELMUT FOHRINGER
Rifugiati in arrivo a piedi dall'Ungheria in Austria
EPA/HELMUT FOHRINGER
Rifugiati in arrivo a piedi dall'Ungheria in Austria
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati in arrivo a piedi dall'Ungheria in Austria
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Bambini migranti riposano alla stazione dei camion vicino Nickelsdorf al confine tra Ungheria e Austria
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
La coda dei migranti al confine tra Austria e Ungheria
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Migranti in cammino verso Vienna dal confine con l'Ungheria
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Una famiglia di migranti in cammino verso Vienna dal confine con l'Ungheria
read JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Bambini in attesa di incamminarsi per l'Austria al confine con l'Ungheria
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Una famiglia di migranti in cammino verso Vienna dal confine con l'Ungheria
JOE KLAMAR/AFP/Getty Images
Un bambino afghano spinge il suo fratellino più piccolo mentre cammina verso Vienna dopo aver attraversato il confine con l'Ungheria
Michaela Spritzendorfer
Un fermo immagine del video girato nel campo profughi ungherese di Roszke, da due operatori umanitari
Michaela Spritzendorfer
Un fermo immagine del video girato nel campo profughi ungherese di Roszke, da due operatori umanitari
Michaela Spritzendorfer
Un fermo immagine del video girato nel campo profughi ungherese di Roszke, da due operatori umanitari
Ahmet Sik/Getty Images
Horgos, confine tra Serbia e Ungheria: la polizia ungherese colpisce con getti d'acqua i migranti che tentano di varcare il confine, 16 settembre 2015.
EPA/TAMAS SOKI HUNGARY OUT
Horgos, confine tra Serbia e Ungheria: la polizia ungherese colpisce con getti d'acqua i migranti che tentano di varcare il confine, 16 settembre 2015.
Ahmet Sik/Getty Images
Un bambino dona un giore a un poliziotto turco in attesa del bus che dovrebbe portarlo con la sua famiglia verso la Grecia
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati a Nickelsdorf, Austria, 15 settembre 2015
EPA/HERBERT P. OCZERET
Rifugiati a Nickelsdorf, Austria, 15 settembre 2015
ELVIS BARUKCIC / AFP /Getty Images
La polizia a cavallo pattuglia il muro: è reato anche solo danneggiarlo
EPA/BALAZS MOHAI
Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
EPA/BALAZS MOHAI
Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
EPA/BALAZS MOHAI
Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
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Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
EPA/BALAZS MOHAI
Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
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Militari ungheresi al confine con la Serbia vicino Roszke, 180 chilometri a sudest di Budapest, 13 September 2015.
ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images
Una bimba rifugiata siriana sulla spiaggia dell'isola di Lesbo dove è arrivata dopo aver attraversato su un baracone il mare Egeo
Ahmet Sik/Getty Images
Horgos, confine tra Serbia e Ungheria: la polizia ungherese colpisce con getti d'acqua i migranti che tentano di varcare il confine, 16 settembre 2015.
ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images
Un barcone naufragato al largo delle coste greche
EPA/ANTONIO BAT
Migranti a un passaggio di frontiera fra Serbia e Croazia, vicino a Tovarnik, Croazia, 17 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Serbia verso il confine con la Croazia, nei pressi di Bezdan, 17 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Serbia verso il confine con la Croazia, nei pressi di Bezdan, 17 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, a Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, a Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/BALAZS MOHAI
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
EPA/ANTONIO BAT
RIfugiati in Croazia, alla stazione di Beli Manastir, 18 settembre 2015
Jeff J Mitchell/Getty Images
Bambini rifugiati a Belj Manastir, vicino al confine ungherese, Croazia, 18 settembre 2015
BULENT KILIC/AFP/Getty Images
Migranti al confine fra la Turchia e la Grecia a Edirne, 18 settembre 201
EPA/ANTONIO BAT
Rifugiati al confine fra Serbia e Croazia, a Berkasovo, Serbia, 25 settembre 2015
EPA/ANTONIO BAT

EPA/ANTONIO BAT
Rifugiati al confine fra Serbia e Croazia, a Berkasovo, Serbia, 25 settembre 2015
Oxfam
Rifugiati siriani in ungheria
EPA/ANTONIO BAT
Migranti in Croazia in transito vero Ungheria e Slovenia, nei pressi di Tovarnik, 20 settembre 2015
EPA/KOCA SULEJMANOVIC
Migranti in arrivo dalla Macedonia alla stazione di Begrado, Serbia, 20 settembre 2015
EPA/GYORGY VARGA
Rifugiati nei pressi di Zakany, Ungheria, sul confine con la Serbia, 20 settembre 2015
Migranti in Croazia in transito vero Ungheria e Slovenia, nei pressi di Tovarnik, 20 settembre 2015
EPA/ANTONIO BAT
Migranti in Croazia in transito vero Ungheria e Slovenia, nei pressi di Tovarnik, 20 settembre 2015
Jeff J Mitchell/Getty Images
Bambini rifugiati a Belj Manastir, vicino al confine ungherese, Croazia, 18 settembre 2015
Jeff J Mitchell/Getty Images
Bambini rifugiati a Belj Manastir, vicino al confine ungherese, Croazia, 18 settembre 2015
BULENT KILIC/AFP/Getty Images
Migranti al confine fra la Turchia e la Grecia a Edirne, 18 settembre 2015
BULENT KILIC/AFP/Getty Images
Migranti al confine fra la Turchia e la Grecia a Edirne, 18 settembre 2015
EPA/ANTONIO BAT
Rifugiati al confine fra Serbia e Croazia, a Berkasovo, Serbia, 25 settembre 2015
BULENT KILIC/AFP/Getty Images
Migranti al confine fra la Turchia e la Grecia a Edirne, 18 settembre 2015
TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images
Alcuni rifugiati su un treno che li sta portando a Berlino

Dal Mediterrano oltre 430mila migranti nel 2015
Sono 432.761 mila i migranti arrivati dal Mediterraneo in Grecia, Italia, Spagna e Malta nel 2015, mentre 2748 persone hanno perso la vita - soprattutto nel Canale di Sicilia - nel tentativo di raggiungere l'Europa. Lo riferisce l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Dall'inizio del 2015 al 10 settembre, 309.356 migranti sono arrivati in Grecia, 121.139 in Italia, 2166 in Spagna e 100 a Malta. Il principale Paese di origine delle persone che giungono in Grecia via mare è la Siria, per l'Italia è l'Eritrea.

Serbia: non chiuderemo la porta ai rifugiati
Le immagini del poliziotto serbo Redzep Arifi che tiene amorevolmente tra le braccia un bimbo figlio di profughi siriani e della video reporter ungherese Petra Laszlo che sgambetta i migranti in fuga davanti alla polizia hanno mostrato la faccia buona e quella cattiva dell'Europa.

Lo ha detto il premier serbo Aleksandar Vucic. "Noi serbi siamo divenuti europei migliori di altri che sono già nell'Unione Europea", ha detto Vucic alla tv pubblica serva Rts.

Il premier ha poi ribadito che la Serbia, alle prese con l'emergenza migranti, non intende erigere alcun muro ai suoi confini, a differenza dell'Ungheria che lo sta finendo di realizzare e della Macedonia, che ha espresso l'intenzione di farne uno analogo al confine con la Grecia.

Medici senza Frontiere: vie legali e sicure per chi fugge verso l'Europa
In vista del vertice europeo che lunedì discuterà la linea d'azione sul fronte migrazione, Medici Senza Frontiere ha consegnato oggi ai 28 capi di Stato e di Governo europei - tra cui il presidente del Consiglio Renzi - una lettera aperta insieme a uno dei giubbotti di salvataggio recuperati durante le operazioni di soccorso in mare.

La richiesta di Msf è di aprire vie legali e sicure per tutte le persone in fuga verso l'Europa e porre fine alle politiche indifendibili che stanno trasformando un prevedibile afflusso in una vera tragedia umana. "I ministri dei paesi membri dell'Ue si riuniranno lunedì per l'ennesimo vertice sulla cosiddetta 'crisi migratoria'. Ma le decisioni adottate nei precedenti incontri non hanno migliorato la situazione. Barriere e identificazioni forzate non fanno che spingere le persone a ricercare rotte più pericolose e clandestine.

Si continuano a perdere vite in mare, sui camion, nei campi di fortuna dove le persone vivono in condizioni inaccettabili, proprio nel cuore dell'Unione Europea. È ora di porre fine a politiche di deterrenza che mettono in discussione lo stesso diritto di asilo", si legge nella lettera, per l'Italia firmata da Joanne Liu, presidente internazionale Msf e Loris De Filippi, presidente di Msf in Italia.

La lettera a Renzi, con il giubbotto di salvataggio di una giovane somala che reca scritte le sue speranze di pace e sicurezza, è stata consegnata oggi a Palazzo Chigi nelle mani di Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei, e sara' pubblicata integralmente lunedì in concomitanza con l'apertura del vertice.

15:30 - Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria ribadiscono il loro no al piano per quote obbligatorie per la ridistribuzione dei richiedenti asilo proposto dalla Commissione Ue.

È la posizione espressa dai ministri degli Esteri di tre Paesi dell'est del gruppo di Visegrad, al termine della riunione con il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier e della presidenza lussemburghese di turno del consiglio Ue Jean Asselborn, oggi a Praga. All'incontro ha preso parte anche il ministro polacco.

Il ceco Lubomir Zaoralek che ha ospitato l'incontro a Praga spiega: "abbiamo bisogno di avere controllo su quanti migranti siamo in grado di accettare". Lo slovacco Miroslav Lajcak afferma: "abbiamo punti di vista diversi" del problema. Mentre l'ungherese Peter Szijjarto sottolinea come "il compito principale" dell'Europa deve essere quello "di riprendere il controllo della frontiera esterna dell'Ue".

- Ha 53 anni l'italiano fermato stamattina in Ungheria e accusato dalla polizia di traffico di esseri umani. L'uomo è originario di Como.

15:00 - Ungheria: dal 15 settembre, quando entrerà in vigore la nuova normativa più restrittiva sull'immigrazione, i migranti che entreranno illegalmente in Ungheria saranno arrestati. Lo ha confermato il premier Viktor Orban, citato dai media serbi. 

13:00 - Migranti trattati "come animali" e ai quali vengono lanciate porzioni di cibo dai poliziotti che cercano di contenere le folle, nel campo profughi ungherese di Roszke, non lontano dal confine della Serbia.

Il terribile video sta diventando virale in rete, ed è opera di Michaela Spritzendorfer, moglie di un politico dei Verdi austriaci, e del giornalista e attivista Klaus Kufner.

Nel video che potete vedere qui sopra si vedono chiaramente centinaia di persone che si accalcano verso i poliziotti, fra le grida dei bambini e degli anziani, per riuscire ad afferrare il cibo che viene gettato loro.

A lanciare l'allarme è stata anche l'associazione Human Rights Watch, che ha detto come i Migranti vengono trattati come "il bestiame nei recinti".

In Ungheria, dove secondo le stime quest'anno sono arrivati almeno 150mila Migranti, il campo di Roszke viene descritto da Human Rights Watch come "disumano".

Cfr. Hungary: Abysmal Conditions in Border Detention

Ore 11:00 - Sono 7600 i migranti, molti dei quali rifugiati siriani, che sono entrati in Macedonia dalla Grecia fra le 6 di ieri e le 6 di questa mattina, cioè nelle ultime 24 ore.

"Abbiamo informazioni dai nostri colleghi greci che vari bus sono in arrivo e arriveranno ancora", ha detto Alexandra Krause, responsabile dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr).

Gli Usa "potrebbero e dovrebbero fare di più" per i migranti. Secondo l'Unhcr la decisione di Washington di accogliere 10.000 "è un passo nella giusta direzione" ma tale cifra è inadeguata rispetto alla portata della crisi.

Un migliaio di profughi si sono messi in marcia per raggiungere Vienna a piedi dal confine con l'Ungheria dove, nella notte, i rifugiati nella stazione di Szeged, anche i non identificati, hanno accolto l'invito a salire su alcuni autobus con la promessa di raggiungere l'Austria, Paese che ieri aveva fermato i treni per impedirne l'arrivo.

Intanto è stato fermato un italiano di 52 anni che trasportava 33 profughi nel suo furgone.

- LEGGI ANCHE: L'ITALIANO ARRESTATO

Oggi a Praga nuovo incontro dei ministri dell'area.
Gli Stati Uniti sono pronti ad accogliere 10 mila profughi.

- LEGGI ANCHE: LE REGOLE DELLA UE PER L'ACCOGLIENZA
- LEGGI ANCHE: L'EUROPA TROPPO DIVISA SULL'EMERGENZA

Renzi: "L'Europa superi la logica dell'egoismo nazionale"
Sul tema dei migranti "l'Europa è a un bivio. O ritrova le ragioni, ideali, del proprio stare insieme, oppure diventa un noioso condominio di regole astratte e sterili. Regole quasi sempre economiche, e per di più molto spesso sbagliate".

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ore 11:30 - La sospensione dei treni austriaci dal confine con l'Ungheria ha provocato la marcia di oltre un migliaio di profughi verso Vienna, distante 60 chilometri.

Circa 12.000 migranti sono arrivati solo nelle ultime 24 ore nella località di frontiera austriaca di Nickelsdorf, al confine con l'Ungheria, e la polizia ha chiuso una autostrada, la A4, "per ragioni di sicurezza". Le autorità austriache hanno comunicato che i migranti hanno formato una lunga fila e il direttore della polizia regionale del Burgenland, Hans Peter Doskozil, ha denunciato che i servizi di assistenza sono giunti "al limite delle loro possibilità.

ore 8:00 - Tensione ancora alta alle frontiere dell'Europa centro orientale dove premono migliaia di migranti, in gran parte profughi dalla Siria.

ore 7:30 - In un intervento su Repubblica il premier Matteo Renzi  invita a "superare la logica dell'egoismo nazionale. E dunque, superare Dublino". "È giusto - ammonisce il capo del governo - che gli hotspot siano gestiti a livello europeo, ma ciò sarà possibile solo se ogni Paese accoglierà un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo verranno organizzati dall'Unione europea e non dai singoli Stati".

L'Europa "deve scegliere se continuare a voltare le spalle alla realtà o affrontarla. Con tutte le sue complessità. Con schiena dritta e sguardo visionario. Con coraggio e intelligenza".

Per quanto riguarda l'Italia, "dopo mesi in cui ci siamo sentiti soli a fronteggiare l'emergenza, non solo in mare, ma soprattutto ai tavoli di Bruxelles, oggi sembra tutto cambiato. All'improvviso tutti si sono accorti di ciò che stava accadendo. E davanti alla tragedia hanno capito che non c'era più modo di girarsi dall'altra parte. Per noi è stato come quando stai guardando un film sull'iPad, solo che hai le cuffie e dunque solo tu stai vedendo e sentendo ciò che passa sullo schermo. All'improvviso ti staccano le cuffie e tutta la stanza è improvvisamente invasa dal rumore. Non sei più solo. ma questo non è un film". L'Italia, prosegue Renzi, "è orgogliosa dei propri figli che lottano contro le onde per salvare vite umane. Ma l'Italia sa anche che non basta commuoversi, bisogna muoversi. Le emozioni sono importanti, ma le azioni oggi servono di più".

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10 settembre - Il punto

L'America potrebbe accogliere più rifugiati a partire da ottobre e per tutto il 2016: fino a 30 mila in più. E di questi, come chiesto dal Presidente Barack Obama, 10 mila dovrebbero essere siriani.

È previsto per domani un minivertice a Praga tra Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lussemburgo e Germania sull'emergenza rifugiati. E mentre la Ue fissa le regole per l'accoglienza dei rifugiati (quote obbligatorie per ripartire 160 mila profughi, multe per chi non ci sta, rimpatri più veloci) la Danimarca ha prima chiuso e poi riaperto il confine per i profughi di passaggio diretti in Svezia. L'Austria, paese che si è mostrato molto accogliente, ha sospeso per oggi i viaggi dei treni statali perché non più in grado di gestire l'eccesso di traffico.

Aumentano invece le tensioni sul fronte ungherese dove il governo di Orban ha iniziato a inviare terribili messaggi di allarme alla popolazione: i profughi portano malattie, non toccateli. Sono iniziate anche le esercitazioni militari per rafforzare i controlli alla frontiera con la Serbia.

Nelle ultime 24 ore sono 3.321 le persone che hanno attraversato il confine con la Serbia verso l'Ungheria. Anche in Austria resta altissimo il numero degli arrivi: 2.800 nel corso della notte.

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19:38 - Il presidente statunitense, Barack Obama, ha chiesto all'amministrazione americana di prepararsi ad accogliere almeno 10mila rifugiati siriani il prossimo anno fiscale. Lo ha riferito il portavoce
della Casa Bianca, Josh Earnest, sottolineando che il numero riflette "un significativo incremento" dell'impegno americano nei confronti dei flussi di migranti in fuga dalla guerra.

19:20 - Il segretario di Stato americano John Kerry è favorevole a un incremento significativo del numero di rifugiati che gli Stati Uniti sono disposti ad accogliere annualmente, magari fino a quota 100.000 contro i 70.000, limite fissato per l'anno fiscale in scadenza il 30 settembre prossimo.

Per l'anno che inizia dal primo ottobre il totale potrebbe salire di 5.000 unità. È quanto emerso da un incontro a porte chiuse che si è svolto ieri tra il capo della diplomazia Usa e i membri delle Commissioni giudiziare di Camera e Senato nel corso della presentazione annuale dei limiti sul numero dei rifugiati proposti dall'amministrazione Obama per l'anno fiscale 2016. Il dipartimento di Stato tuttavia sta   rianalizzando i numeri alla luce della crisi di migranti che sta colpendo l'Europa e il Medio Oriente. Anche se il totale dei rifugiati da ammettere nel 2016 salisse a 100.000, la crisi di migranti (specialmente quelli in fuga dalla Siria) non verrebbe risolta.

Dei 30.000 rifugiati in più ch potrebbero essere ammessi in Usa, solo alcuni sarebbero siriani. Kerry ha spiegato che il presidente americano Barack Obama "vuole che gli Stati Uniti - che hanno sempre avuto un ruolo di leadership nelle questioni umanitarie e in particolare in tema di rifugiati - siano in grado di fare quel che possono". Per Kerry, Washington "è impegnata ad aumentare il numero di rifugiati che accoglie e stiamo studiando il numero che possiamo gestire in merito alla crisi dei migranti in Siria e in Europa".

17:30 - Mini vertice domani a Praga sulla crisi dei migranti tra i ministri degli Esteri di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia con i colleghi di Germania e Lussemburgo. L'incontro, hanno fatto sapere da Praga, "contribuirà a una migliore comprensione reciproca tra gli Stati membri dell'Ue alla luce di alcune visioni differenti sulla soluzione all'attuale crisi". I quattro Paesi dell'Est sono i più duri oppositori al sistema delle quote obbligatorie avanzato dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per assicurare un'equa ridistribuzione dei rifugiati tra il blocco dei 28.

Intanto il ministero dell'Interno dell'Ungheria ha proposto sia dichiarato lo "stato di crisi per migrazione di massa" dal 15 settembre, sulla base delle leggi approvate la scorsa settimana. Lo ha dichiarato il vice primo ministro Janos Lazar. Più di 160mila migranti e rifugiati sono entrati dalla frontiera meridionale quest'anno, diretti verso Paesi europei più ricchi.

15:00 - La compagnia ferroviaria austriaca Oebb ha annunciato che i suoi servizi ferroviari tra Austria e Ungheria resteranno sospesi almeno per tutta la giornata di oggi, perché la rete non riesce a sostenere il volume di migranti che attraversano il confine. Troppo presto, ha aggiunto un portavoce, per poter dire se i treni ricominceranno a circolare domani.

Il gestore delle ferrovie ungheresi Mav ha dato il via a un servizio sostitutivo di treni verso la stazione di confine di Hegyeshalom.

10:33 -  La polizia danese ha ricevuto l'ordine di lasciar passare le centinaia di migranti entrati dalla Germania che vogliono raggiungere la Svezia. Lo ha reso noto il responsabile della polizia, Jans Henrik Hoejbjerg, spiegando che gli ufficiali danesi "non possono detenere gli stranieri che non vogliono chiedere asilo (in Danimarca)". Molti dei migranti dicono di voler andare in Svezia, Norvegia e Finlandia, perchè hanno parenti lì o credono che le condizioni per i richiedenti asilo sono migliori.

10:15 - L'esercito ungherese ha cominciato ieri le esercitazioni militari per preparare i propri effettivi a una stretta sorveglianza della frontiera meridionale con la Serbia. Ne danno notizia i media a Belgrado, citando fonti dell'esercito magiaro. Nei giorni scorsi il premier Viktor Orban ha annunciato l'invio di militari alla frontiera con la Serbia per affiancare le forze di polizia nel far fronte all'incessante flusso di migliaia di migranti e profughi in marcia lungo la "rotta balcanica".

Intanto sono oltre 3.000 i migranti e i rifugiati che hanno attraversato il confine dell'Austria durante la notte a Nickelsdorf, il principale punto di frontiera con l'Ungheria. Lo riferisce la polizia austriaca spiegando che un treno con 400-500 persone è partito da Vienna all'alba mentre la maggior parte rimane a Nickelsdorf. La maggior parte vuole proseguire per la Germania.

Profughi: La Danimarca chiude le frontiere (o no?)

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9 settembre

Ore 18:00La Danimarca ha sospeso il traffico ferroviario con la Germania, mentre la polizia ha chiuso parzialmente un'autostrada che collega Copenaghen con la cittadina danese di Padborg, sul confine, dove almeno 300 migranti compresi donne, bambini e anziani, si sono messi in marcia nell'intento di arrivare fino in Svezia dove le leggi sull'asilo sono più permissive rispetto a quelle vigenti in Danimarca, che ha norme sui rifugiati più severe.

Si tratta di un percorso di 300 chilometri lungo la penisola dello Jutland fino alla capitale, dalla quale poi è teoricamente possibile raggiungere in treno il porto svedese di Malmoe.

Un portavoce della società che gestisce le ferrovie danesi (DSB) ha spiegato che è stata la polizia a chiedere l'interruzione del traffico ferroviario con la Germania.

Almeno due treni con a bordo circa 200 rifugiati restano bloccati Rodby, la principale stazione di collegamento tra Danimarca e Germania, perché molti si sono rifiutati di farsi registrare in Danimarca, dove la legge prevede l'obbligo della richiesta di asilo.

Alcune persone hanno tentato di scappare, ma sono state arrestate e trasferite in un centro di accoglienza.

Nel porto della città è stato negato l'attracco a una nave della compagnia Scandlines, proveniente dalla Germania, con a bordo 100 rifugiati.

Successivamente la compagnia ha comunicato attraverso la tv pubblica DR che accetterà solo viaggiatori in macchina.

Ore 12:00 - L'Ungheria ha chiuso l'autostrada M5, dopo che un gruppo di migranti ha sfondato un cordone della polizia a Roszke, al confine con la Serbia, ed è partito a piedi.
Chiuso anche l'ingresso dell'autostrada che porta dal sud a Budapest.
Secondo l'agenzia Mti, sono tra 200 e 250 i migranti che hanno lasciato il punto di raccolta vicino al confine, dopo che la polizia non è riuscita a trattenerli.
Gli agenti stanno cercando di accerchiarli a un incrocio.

Ore 11:00 - Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, con un discorso al Parlamento europeo, ha presentato il piano Ue di accoglienza per ulteriori 120mia rifugiati in Europa (oltre ai 40mila già previsti), da ripartirsi in quote obbligatorie tra gli Stati.

"Chiedo che venga adottato questo meccanismo", ha detto, un piano che riguarderà 160mila persone. "Gli europei devono prendersi carico di queste persone, abbracciali e accoglierli. Spero che tutti siano coinvolti, che non ci sia retorica e solo parole, ma che ci sia azioni".

"Mi auguro veramente -ha continuato- che lunedì prossimo i ministri degli Interni dei paesi Ue decidano senza esitazioni la ripartizione, ognuno deve fare la sua parte". "Non parliamo di numeri, ma di esseri umani che vengono da Siria e Libia e quello che stanno passando potrebbe accadere a chi oggi vive in Ucraina: non si può fare distinzione di credo, etnia o di altro tipo".

La Commissione europea prevede che la Germania dovrà accogliere 31.443 rifugiati, la Francia 24.031, la Spagna 14.931, tra i profughi arrivati in Grecia, Italia e Ungheria.

Il calcolo è effettuato sulla base di quattro criteri di redistribuzione: popolazione, Pil, tasso di disoccupazione e sforzo già effettuato in materia di accoglienza.

Nella proposta di ripartizione obbligatoria dei rifugiati sono inclusi 22 dei 28 Stati membri, esclusi Grecia, Italia, Ungheria, Regno Unito, Danimarca e Irlanda (gli ultimi tre Paesi godono del diritto di 'opt out').

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8 settembre

Il Punto - Oggi è stata un'altra giornata molto importante sul fronte della gestione politica della crisi dei rifugiati che arrivano in Europa.

Il governo tedesco ancora una volta traccia il perimetro entro il quale si governa l'emergenza.
Il vicecancelliere, Sigmar Gabriel, ha infatti detto che la Germania è in grado di accogliere 500 mila migranti all'anno, per alcuni anni. Lo ha detto alla televisione tedesca ZDF.

"Penso che possiamo farcela con mezzo milione di persone, per alcuni anni", ha affermato. "Non ho dubbi, forse possiamo fare anche di più".

Il piano Ue
Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, intanto, presenterà domani, 9 settembre, come previsto, al Parlamento europeo il nuovo schema di ricollocamento dei migranti.

Alla Germania, secondo le anticipazioni del piano, saranno assegnati 31 mila richiedenti protezione internazionale, Parigi ne accoglierà 24 mila e la Spagna 15 mila.
L'Italia ricollocherà 39.600 richiedenti asilo.
Secondo il tedesco Die Welt la quota per la Germania sarà in realtà vicinissima a 40mila.

I paesi vicino alla Siria ospitano 4 milioni di profughi
L'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr) stima che siano 30mila i rifugiati che si trovano attualmente sulle isole Greche e di questi circa 20mila si trovano sull'isola di Lesbo.

"I numeri variano, ma vi sono migliaia di nuovi arrivi ogni giorno", ha precisato a Ginevra la portavoce dell'Unhcr, Melissa Fleming.

Inoltre, Fleming ha confermato che ieri, 6 settembre, è stato registrato un numero record di 7.000 arrivi in Macedonia. "Prevediamo che tale movimento continuerà", ha detto.

La fuga dei siriani "è strettamente legata al deteriorarsi della situazione in Siria e nei Paesi limitrofi che ospitano più di quattro milioni di siriani in condizioni sempre più difficili - ha proseguito -. All'interno della Siria gli scontri si sono intensificati e molti siriani hanno perso tutto che più della metà della popolazione vive nella povertà estrema".

Recenti ricerche condotte in Libano e in Giordania tra i rifugiati siriani hanno fotografato una situazione di vulnerabilità estrema, ha aggiunto sottolineando che l'appello delle Nazioni Unite ai Paesi donatori per la crisi siriana è stato finanziato solo per il 37%.

Per la portavoce dell'Unhcr, se la Nazioni Unite disponessero di maggiori fondi per i programmi di aiuti, molti rifugiati nei Paesi limitrofi della Siria, preferirebbero restarvi, per essere più vicini a casa dove sperano di tornare.

Il muro di Orban
Il premier ungherese, Viktor Orban, invece è deciso ad accelerare la costruzione del muro anti-migranti al confine con la Serbia. Per questo, ha riferito il quotidiano Magyar Idok, intende impiegare piu' operai per velocizzare i lavori che sarebbero dovuti finire il 31 agosto ma hanno subito ritardi.

Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha, dal canto suo, dichiarato che la Polonia è contraria alle quote obbligatorie per la redistribuzione di rifugiati nell'Ue.

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