Economia
March 13 2023
Da Panorama del 10 aprile 2003
Fino a oggi non c'erano tutte le condizioni per ottenere una vittoria giudiziaria contro banche e promotori finanziari che hanno venduto con troppa facilità titoli di stato argentini. Ma ora le cose stanno cambiando. La Consob, infatti, ha quasi terminato un'indagine sul comportamento tenuto dagli intermediari finanziari in questa vicenda, che complessivamente interessa 350 mila investitori italiani per un ammontare di oltre 14 miliardi di euro. E, da quanto risulta a Panorama, ci sono molte possibilità che l'istruttoria si chiuda con una proposta al ministero dell'Economia di comminare precise sanzioni. Un passaggio decisivo che aprirebbe nuove ed eclatanti possibilità di rivalsa. Dalle carte che le associazioni Federconsumatori, Adusbef, Adoc e Codacons hanno consegnato alla Consob emerge infatti che alcuni operatori finanziari non hanno fatto firmare ai clienti il documento in cui li si informa sulla natura dell'operazione e sulla sua rischiosità. E i bond argentini erano da considerare rischiosi almeno dal 2000, se non già dal 1999. Un fatto che ormai è stato confermato anche dal ministro argentino delle Finanze, Roberto Lavagna: «Le istituzioni finanziarie sapevano che c'era la crisi». Un secondo punto caldo riguarda i conflitti di interesse degli intermediari. Ogni volta che la banca o il promotore abbiano un qualche interesse nell'affare che propongono ai clienti la norma prevede che facciano sottoscrivere ai risparmiatori un documento in cui si rende esplicita questa situazione. E anche qui pare che molti risparmiatori non abbiano firmato nulla. Infine, il prospetto: per investimenti di questo tipo banche e promotori finanziari avrebbero dovuto consegnare agli investitori un prospetto con le informazioni necessarie. Con queste premesse migliaia di risparmiatori potrebbero chiedere al giudice di proclamare la nullità del contratto e chiedere la restituzione del capitale. Le prime cause pilota organizzate dalle associazioni dei consumatori e affidate ad avvocati di primo piano, come Ugo Ruffolo, stanno già partendo. Non saranno le sole. Anche altri avvocati si stanno organizzando autonomamente. E stanno pensando alla possibilità di chiedere un risarcimento per i clienti che hanno acquistato i titoli argentini molto prima della crisi e che poi non sono stati avvertiti dai gestori. BOX Mi hanno pelato e faccio causa Dai giudici i primi casi di investitori che hanno perso con la Cirio Anche nel caso dei bond Cirio i risparmiatori sono partiti alla riscossa nei confronti delle banche e dei promotori finanziari. Le organizzazioni dei consumatori hanno già presentato alcune cause pilota. In caso di giudizio favorevole sono già pronti a lanciare una campagna generalizzata di ricorso alla magistratura. Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, l'associazione che tutela gli utenti bancari e assicurativi, è sicuro di vincere: «Per la causa pilota abbiamo scelto la storia emblematica di un risparmiatore che presenta in modo lampante tutte le condizioni perché si arrivi a un giudizio favorevole». Come per i titoli di stato argentini, i vigilantes del mercato finanziario stanno esaminando le carte a loro disposizione.