Musica
January 04 2016
Il 1 gennaio 2016 si è spento a Roma David Belardi, in arte Primo Brown, un pezzo di storia del rap italiano. Aveva iniziato con la musica sul finire degli anni '80, quando si appostava fuori dal teatro delle Vittorie per parlare con Jovanotti nel periodo di nascita dell'underground romano. Proprio in quel periodo conobbe Grandi Numeri e dj Squarta, i colleghi con cui formò i Cor Veleno, tra i simboli dell'hardcore rap italiano, con cui aprì anche i concerti di leggende come Wu-Tang Clan, De La Soul e 50 Cent. Ho conosciuto Primo Brown per lavoro in diverse interviste ma negli anni ho anche la fortuna di conoscere David, seguendolo ai concerti da fan e imparando a conoscerlo al di fuori delle rime, tra una birra e una chiacchierata. L'unico omaggio che posso fare alla sua memoria è ricordare quello che mi ha lasciato oltre la musica, immagini e racconti di un vero king .
La prima intervista che ho fatto a Primo avevo carta e penna, non amo registrare. Dopo la prima domanda avevo già scritto quattro fogli, da quanto andava veloce faticavo a leggere la mia calligrafia, era un fiume in piena. Dopo essere arrivato a dieci pagine ho smesso e mi sono preso una birra. A quel punto lui iniziò a parlare pianissimo: rise e io risi con lui.
Mi parlò a lungo del suo rapporto con Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Era un vero fan di Jovanotti, sul finire degli anni '80 era l'uinco che suonava rap in radio con Albertino. Primo lo aspettava fuori dal teatro delle Vittorie dove registrava Fantastico e fu proprio lì che conobbe Grandi Numeri. Parlava di Jovanotti come di un amico che sentiva spesso e gli riconosceva il ruolo di collante indiretto tra tante realtà dell'hip hop romano. "Tramite lui abbiamo conosciuto altre zone di Roma dove c’erano breaker, dj, rapper. Lorenzo si esaltò per il brano “Le guardie, i pompieri e l’ambulanza” registrammo “Cose pericolose” per il disco “Buon sangue” e andammo in tour con lui".
Quattro anni fa, citando il brano "Ferragosto hate" gli chiesi quale fu la prima rima che scrisse nella sua vita: era una rima contro i pariolini, il modo romano di chiamare i fighetti. Mi disse: "Ogni città ha i suoi pariolini e la mia prima rima era stata contro di loro. Adesso mi viene da ridere perché ho tanti amici pariolini ma all’epoca era stato il mio primo scorcio di rivolta. Non l’avevo neppure registrata, era nata così. La mia prima rima: dopo quella non ho più smesso."
Non mi dimeticherò mai la mia domanda: "Ti spaventa il tempo che passa?" e soprattutto la sua risposta: "Nun me dì niente, sul telefono 'cho più foto de pupi che de fica". Non fu pubblicata nell'intervista.
Ad un concerto venne ad aprirmi la transenna per farmi entrare. Aveva ancora l'asciugamano al collo, nel backstage mi indicò e presentò il ragazzo che aveva aperto il suo live: "Lui è Mezzosangue, il futuro".
Ricordo un suo sfogo davanti ad una birra nei confronti di alcune tipologie di fan: "Alcuni mi scrivono 'non mi deludere'. Ma che cazzo dici? Non ti deludere da solo..."
Dopo aver esaurito la parte musicale abbiamo parlato più volte di cinema. Mi disse:"Se fossi un film sarei “The Game” con Michael Douglas. Spesso mi sento come in un gioco di ruolo, quel film mi calza a pennello."
Ho un ricordo preciso di lui, più nitido degli altri. Dopo un concerto, con lo zaino in spalle che cammina verso un'automobile. Un ragazzo lo insegue: "Sei potentissimo, Primo!". Lui si gira, gli fa segno per chiedere un accendino e dopo lo guarda negli occhi da sotto quella visiera ondulata che su di lui sembrava sempre perfetta: "Tu de più fratè".
Ciao David, grazie per tutto.