Economia
March 19 2019
Una rateizzazione agevolata dei contributi con sconto del 30% e detrazione del 50% perchè gli anni di studi non vadano perduti ai fini del calcolo della pensione.
Il riscatto della laureanon è altro che questo: un istituto che consente ai lavoratori laureati di conteggiare gli anni di studio come contributi utili ai fini del computo della pensione. E' una possibilità prevista dal nostro ordinamento già da molti anni, ma oggi più che mai conviene farlo.
La novità introdotta dall'esecutivo giallo verde nel capitolo sulla pace contributiva all'interno del maxi decreto reddito di cittadinanza, pensioni, Quota 100 riguarda, infatti, lo sconto del 30% per i laureati che indendono - con una rateizzazione che può arrivare fino a 120 mesi - riscattare gli anni universitari.
Una novità che permette ai contribuenti di risparmiare molto denaro e nello stesso tempo mettere in cassaforte gli anni passati sui libri.
Se l'idea iniziale, però, era quella di porre un tetto anagrafico agli aventi diritto allo sconto fissando i 45 anni di età come limite massimo per presentare domanda all'Inps, nella versione definitiva del decreto il tetto è stato eliminato anche se, nei fatti, poco cambierà e il perché è presto detto.
Il riscatto agevolato è valido a partire dal 1 gennaio 1996. Coloro che hanno frequentato l'università prima di quella data non hanno diritto allo sconto. Questo significa che un quarantacinquenne che abbia seguito in maniera accademica e senza ritardi il suo corso di studi essendosi diplomato nel 1993 avrà iniziato l'università nel 1994 e quindi, salvo eccezioni, potrà riscattare solo gli ultimi due anni del corso universitario.
Va peggio ancora per chi di anni ne ha 50 e che essendosi laureato nel 1993 non potrà beneficiare del riscatto agevolato (di quello standard, invece, sì). In pratica lo sconto riguarda coloro che sono nati dopo il 1974.
Conti alla mano coloro che invece rientrano nella forbice indicata risparmieranno quasi il 60% dell'importo che avrebbero dovuto spendere per rendere gli anni di studio utili a fini pensionistici. Ecco perché.
Nel documento al vaglio del Parlamento si parla del costo del riscatto che "E' costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti, vigenti alla data di presentazione della domanda".
La Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro ha fatto i conti e, tirate le somme, riscattare un anno di studi costa 5.241,30 euro. In totale per una laurea breve si pagano 15mila euro e 25mila per un corso quinquennale.
Rispetto al meccanismo attuale, senza sconti, si arriva a risparmiare il 60 per cento con l'agevolazione della rateizzazione senza interessi in 10 anni e non in 5.