Rischiamo uno choc petrolifero

L’apertura di un secondo fronte di guerra, Israele dopo l’Ucraina, e il rischio di un allargamento del conflitto con il coinvolgimento in modo più o meno diretto di altri Paesi, ha già fatto scattare l’allerta sul fronte energetico. Dietro questi due scenari bellici c’è sempre il petrolio, e la fonte fossile è al momento insostituibile. Questa criticità è amplificata dalla politica cieca della Commissione europea che seppur di fronte a una palese problematica energetica e all’aumento incalzante dei prezzi, non ammette deroghe alla tabella di marcia della transizione ecologica e quindi della decarbonizzazione. Questo significa che mentre il Medio Oriente ribolle e le quotazioni di petrolio e gas vanno alle stelle mettendo in difficoltà oltre alle famiglie tutto il sistema produttivo, si continuano a disincentivare gli investimenti legati alle fonti fossili. Il corto circuito porta al rischio di uno choc energetico.


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