Economia
October 31 2012
Continuano a svuotarsi i salvadanai degli italiani. Il trend è costante negli ultimi due anni e lo segnala l’ultimo rapporto Acri Ipsos . In particolare, il numero delle famiglie che dichiarano di riuscire a risparmiare dal 2010 ad oggi è calato dell’8%. Segno che sempre più persone consumano tutto quello che guadagnano: ad oggi è questo lo stile di vita del 40% degli italiani, mentre quelli che sono riusciti a mettere da parte qualche soldo sono solo il 28%. Fino all’anno scorso erano più di un terzo degli italiani: il 35% nel 2011 e il 36% nel 2010.
Ciononostante, non cala la propensione al risparmio, che "ormai assume quasi la caratteristica di un ancoraggio per la propria sicurezza", come si legge nel rapporto, e che costituisce "una risorsa fondamentale per crescere", ha sottolineato il ministro del Tesoro Vittorio Grilli.
Il 47% degli italiani, infatti, non riesce a vivere tranquillo senza mettere da parte qualcosa, percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti ( era il 44% nel 2011 e il 41% nel 2010).
Ma dove vivono e chi sono i risparmiatori italiani? Il "popolo delle formiche" si trova soprattutto al Nord, anche se in questo territorio si registra il calo più vistoso di risparmiatori: ad oggi sono il 33% contro il 43% dello scorso anno.
Sempre in difficoltà, invece, i risparmiatori del Sud, anche se la loro situazione è paragonabile a quella del 2011. Considerando le categorie professionali, invece, tra le più colpite risultano i commercianti e gli artigiani.
Complessivamente quasi due italiani su tre hanno visto diminuire le proprie riserve di denaro, mentre solo uno su dieci è riuscito a incrementarle. Aumentano, invece, le famiglie in crisi di risparmio: oggi sono il 42%, dieci punti in più rispetto a due anni fa.
Chi riesce a risparmiare, preferisce mantenersi liquido: è la scelta di due italiani su tre. Chi investe, infatti, lo fa solo con una parte minore dei propri risparmi.
Considerando il portafoglio medio del risparmiatore italiano, il "mattone" perde lo scettro tra le asset class: nel 2006 il 70% degli italiani vedeva nell'immobiliare l’investimento ideale; nel 2010 erano il 54%. L’anno scorso si è scesi al 43% per giungere all’attuale 35%, dato inferiore anche a quello del 2001.
Diminuiscono rispetto allo scorso anno gli italiani che dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita e fondi pensione (il 19%), mentre risultano costanti i possessori di fondi comuni di investimento (l’11%) e in lieve incremento i possessori di libretti risparmio (il 19%).
Crescono i possessori di azioni (dal 6% all’8%), di obbligazioni e certificati di deposito (dall’8% al 10%) e soprattutto di titoli di Stato, che passano dal 5% al 9%, attirati dall’imponente crescita dei rendimenti .
Del resto, non manca il patriottismo in un quarto dei risparmiatori (24%), soprattutto pensionati, che ha detto di tener conto anche dell’interesse del Paese, sia pur con diversi gradi di intensità, nelle decisioni di investimento.
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